Motor Show 2014, oggi si chiude: la kermesse dalla A alla Z

Motori

Lorenzo Longhi

Lo stand della Motor Valley al Motor Show 2014
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Ultima giornata a Bologna per l'edizione numero 39 della manifestazione, tornata dopo un anno di assenza tra crisi. Luci e ombre dell'unico salone italiano, tra crisi del settore e voglia di rilanciare prodotto e territorio

Si chiude in serata l'edizione numero 39 del Motor Show di Bologna, tornato quest'anno dopo un anno di assenza causa annullamento dell'edizione 2013. Dalla A alla Z, luci e ombre della kermesse che sta per chiudersi.

Assenze
- La mancanza negli stand di alcuni marchi prestigiosi (Bmw, Mercedes, Ford e Renault su tutti) ha penalizzato l'esposizione a livello di novità e anteprime. Punto debole, ma previsto.
Block - Ken Block, una delle star presenti a questa edizione per gareggiare nel Memorial Bettega Celebs. Comunque, un grande colpo per l'immagine della kermesse.
Crisi - Quella del mercato dell'auto che, nell'ambito di un contesto buio, vede una minima ma significativa ripresa: dopo 42 cali consecutivi, nel dicembre 2013 c'è stata la prima inversione di tendenza. Promotor prevede per il 2015 una crescita del 5,5% delle immatricolazioni.
Duemilatredici - A proposito di crisi: nel 2013, non c'era stato alcun salone dell'auto in Italia.
Extra-salone - Numerose aperture extra salone: Fedez e J-Ax, Bob Sinclar, i web awards. Una formula che mirava ad ampliare la fruizione a target diversi.
Ferrari - I musei Ferrari hanno risposto presente. Stand apprezzatissimo. E Fisichella chiude la kermesse in pista.
Gare - Il punto forte del Motor Show, da sempre: spettacolo assicurato anche in questa edizione, con Villeneuve, Block e Kubica.
Historic - A proposito di gare: l'Historic Challenge e la Star Parade 80 hanno visto in pista indimenticabili Delta S4, De Tomaso Pantera, Fiat X1/9 Silhouette, Visa 1000 pistes, per dirne alcune. Storia e memoria.
Interattività - Quella garantita dai vari test drive e dalla ventina di simulatori, dai più semplici ai più complessi.
Livorno - Dove nasce la Vygor Opera, il Racing utility Vehicle tutto italiano in anteprima nel padiglione 25.
Moto - Quasi scomparse le moto, aspetto che gli appassionati hanno notato.
Navette - Costo 5 euro per le navette gestite dall'azienda di trasporto pubblico bolognese (parificato al biglietto giornaliero), quasi il doppio rispetto al biglietto a/r urbano (2,60).
Ospiti -Tanti, ma uno su tutti merita menzione: Francesco Guccini, invitato dalla Polizia di Stato. Lui che non ha la patente, lui "che coi motori non ci sa fare e non sa neanche guidare" (Quattro stracci, 1976).
Pubblico - In attesa dei dati ufficiali, la sensazione è chiara: nulla a che vedere con gli anni della grandeur. Ma il pubblico non è mancato, considerando il contesto, e ha affollato le aree nei weekend.
Quarant'anni - Quelli della Porsche 911 turbo e della Golf, festeggiati in questa edizione.
Rinascita - Era il Motor Show della rinascita, dopo l'annullamento dell'edizione numero 38. E non era facile.
Social - Voleva essere un'edizione social, è stato così: i canali ufficiali della kermesse crescono da 10 mila a 149 mila like su Facebook, da 2.000 a 12.100 follower su Twitter.
Territorio - Bologna significa Emilia-Romagna, Emilia-Romagna significa Motor Valley: padiglione dedicato, con Ferrari, Maserati, Lamborghini, Pagani, Ducati, le storiche Bandini, addirittura 3 GD anni 20.
Unico - Il Motor Show per eccellenza è rimasto questo, quello di Bologna, non quello ipotizzato e non realizzato di Milano: il derby non c'è stato.
Veterani - I più critici, i visitatori più anziani, quelli che hanno fatto in tempo a vedere la fiera con 20 padiglioni aperti, hanno storto il naso. Gradimento generalmente più alto secondo i più giovani.
Zonda R - La Pagani Zonda R presente al padiglione 26 ha fatto il pieno di foto. Del resto, ne esistono appena 15 esemplari.