Stefan Bellof, il ricordo a 30 anni dalla scomparsa
MotoriIl pilota tedesco che avrebbe potuto scrivere grandi pagine della storia della Formula 1 prima di Schumacher, perse la vita, non ancora trentenne, nel 1985. Un talento straordinario che doveva solo essere tenuto a freno
Il re del Ring. 28.05.1983, qualifiche della 1000 km del Nürburgring. Si corre sui 20.8 km dell’inferno verde dell’Eiffel. E’ l’ultima volta su LA PISTA, la Nordschleife, anche per il Mondiale Endurance. Il tracciato è troppo pericoloso tanto che la Formula 1 se ne è andata da lì già nel ’76 dopo il rogo di Lauda. Ora si arrendono anche i prototipi da oltre 600 cavalli. Stefan Bellof divide macchina e team con dei mostri sacri come Bell e Mass mentre Ickx, un pò meno “fenomeno” da quando è arrivato il tedeschino dal piede pesantissimo, è la prima guida, il pilota di riferimento.
Fuori ci sono 5 gradi quando il biondino ventiseienne dell’Assia si cala nell’abitacolo della Porsche 956 ufficiale del team Rothmans e si lancia all’assalto della pole position. Al rientro ai box la scena è surreale. Tutti si accalcano attorno alla macchina. E’ successo qualcosa di incredibile, di mostruoso: il cronometro segna un sovraumano 6’11’’130 che vuol dire aver girato a oltre 200 di media! Bellof, però, non è del tutto soddisfatto e non dice altro se non: “Montatemi 4 gomme nuove, si può far meglio…”. Lo fermano. Fortunatamente.
Sono passati oltre 30 anni da quel giorno e il record è ancora lì. Ma la storia non finisce qui…
Veloce come Senna. Ayrton Senna si rivela al mondo del motorsport il 3 Giugno 1984 in un pomeriggio nel quale le stradine di Montecarlo sono flagellate da un vero e proprio nubifragio. La sua bianca e scarsa Toleman ringhia tra la Rascasse e Santa Devota ogni giro sempre più vicina all’ansimante Alain Prost, calato nell’abitacolo della biancorossa e fortissima McLaren Tag Porsche, che guida la corsa. Solo Jacky Ickx, il direttore di corsa in quell’occasione, salva il francese dall’assalto del brasiliano che sta letteralmente volando (ma forse Ickx salva anche la pelle degli ultimi 8 piloti rimasti in gara). 31 giri e bandiera rossa. Fine della corsa e dello spettacolo.
Osservando bene le immagini si scopre però anche un’altra parte della storia. Si può scorgere infatti nel diluvio la sagoma della nera e scarsissima Tyrrell che sta risalendo alle spalle della bianca Toleman. Al volante c’è Stefan Bellof, partito ultimo e ora terzo. I tempi sul giro parlano chiaro: sotto il nubifragio gira come Senna, se non più veloce, trascinando una monoposto che in qualifica sull’asciutto becca sempre tra i 4 e 7 secondi dai migliori. Ma si sa, il bagnato aiuta il talento.
SPA non perdona. In quel lontano ’84 Bellof non corre solo in F1 per Ken Tyrrell, ma è chiamato a un duplice impegno. E’ infatti protagonista assoluto del mondiale Endurance tanto da vincere il titolo con la Porsche 956 ufficiale che divide con Bell, mettendosi dietro i compagni Ickx&Mass. L’anno successivo però, forse per qualche gelosia di troppo nel team Rothmans, il campione del mondo viene retrocesso nella squadra privata Brun.
La stagione è di quelle difficili quando il 1 settembre si arriva a SPA-Francorchamp per la 1000 km. Bellof è al volante della 956B e combatte come un leone per cercare di star dietro alle nuove 962 ufficiali. Verso metà gara, dopo un pit stop, rientra in pista e si mette alla caccia del leader della corsa Ickx che lo precede di 5 secondi. In breve gli è alle spalle e si incolla agli scarichi della biposto Rothmans, ma non c’è niente da fare, non riesce a passare. Il mastino belga è troppo esperto e la 962 è troppo veloce per riuscire ad infilarla in frenata in fondo al rettilineo del Kemmel. E allora ecco la mossa che non ti aspetti, che nessuno, nemmeno Ickx, che aveva chiuso tutte le porte fino a quel momento, può attendersi. In uscita dal tornantino della Source, approfittando di un doppiato, Bellof riesce ad affiancarsi al belga. La 956B e la 962C si gettano una affianco all’altra nella compressione dell’Eau Rouge. In ingresso della piega a sinistra, giù in fondo alla discesa, Bellof prova ad entrare all’interno mentre Ickx imposta la curva. Nessuno dei due alza il piede ed è il disastro. La macchina di Ickx parte in testacoda e va a sbattere contro le barriere, mentre quella di Bellof si schianta a 250 all’ora di muso pieno contro il rail che nasconde il maledetto basamento in cemento della tributa dell’Eau Rouge. La 956 si accartoccia come una lattina e prende fuoco. Non c’è niente da fare per il povero Bellof.
Finiva cosi trent’anni fa la storia di un ragazzo tedesco velocissimo, dalle capacità di guida al limite assolutamente straordinarie. Restano la tristezza e il rimpianto per un talento cristallino del quale abbiamo intravisto solo una piccola parte. Era un fenomeno.