Dakar 2017: Despres, c'è anche lui tra i favoriti

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Fino a ieri portatore d’acqua con il compito di fare esperienza, con la vittoria in Cina Cyril Despres assume però il ruolo che gli compete dopo cinque vittorie in moto. Ecco il suo pensiero prima del via della Dakar 2017

Ad Asuncion sono arrivate anche le Peugeot 3008, il modello che succede all’Auto Sensazione dominatrice l’anno scorso, al roboante suon di record del secondo tentativo dalla nascita della macchina. Fuoriclasse e massimo favorito è Stephane Peterhansel. Molte cose sono cambiate, anche radicalmente rispetto allo scorso anno, ma in questa sorta di micidiale turnover che coinvolge gli assi dello squadrone Peugeot ecco emergere Cyril Despres, cinque volte vincitore in moto e ora “apprendista stregone” alla corte di Bruno Famin, il mago delle 2008 DKR e, quest’anno, delle 3008 DKR.

Cyril Despres. “È vero, qualcosa è cambiato. Non sperate, tuttavia, di farmi dire che ne so abbastanza per partire all’attacco. So perfettamente che ci vuole tempo, so benissimo quanto anni ci ha messo uno come Nani Roma, vincitore con la Moto nel 2004 e anche con l’Auto, ma dieci anni dopo. Stephane Peterhansel ce ne ha messi sei, e stiamo parlando del Rey. Io sono al secondo anno, ed è sicuro che ho bisogno di altro tempo per andare avanti, nonostante i progressi che posso ritenere soddisfacenti. Molto soddisfacenti. Per la verità, va detto, sono rimasto sorpreso anche io, quando in un Rally difficile e impegnativo come il Silk Way, con fuori pista, sabbia, dune e difficoltà di navigazione, tutte le insidie di una Dakar insomma, siamo andati così bene da vincere. Oddio, Stephane ha avuto il suo problema, d’accordo, ma il risultato quantifica le buone sensazioni emerse da quella esperienza.”

E dai, siamo pronti allora? - “Vi invito alla calma, e invito me stesso. È vero che il Silk Way in un certo senso ci ha messo le ali, ma è vero altrettanto che non è vincere una volta che ti cambia in un vincitore. Certo, qualcosa cambia. Poi cambia anche… il rispetto dei miei compagni di Squadra. Prima erano in tre a correre con le credenziali giusto per vincere, ed ecco che, quasi all’improvviso, siamo in quattro. Bella Squadra!”

Atmosfera. Il punto cruciale della Grandi Squadre. Forse che la tua ascesa rapidissima ha in qualche modo rotto l’incantesimo ambientale nel Team Peugeot Total? - “Non esageriamo. Non ci sarebbero gli estremi perché succedesse, non ancora. Comunque voglio fugare ogni dubbio che ti sia saltato in testa. No, la mia vittoria al Silk Way non ha cambiato nulla tra noi. Anzi, ho ancora le pelle d’oca ogni volta che ripenso a quando, al termine del Rally in Cina, Stephane è venuto a complimentarsi, a dirmi “Bravo”!” lui a me! E state sicuri che uno come Peterhansel non viene a complimentarsi per fare il teatrino, o per i flash dei fotografi. Insomma, sono cresciuto come un pulcino, ora sono grande e i miei Maestri mi contornano di felicitazioni. Se non è l’atmosfera gusta questa! Per il resto non cambia nulla, stesso menù di conviviale convivenza con i miei compagni.”

E cosa cambia dalla 2008 alla 3008. La climatizzazione soprattutto? - “Cambiano come sempre molte cose, ma non tutte grandi e non tutte evidenti. È l’evoluzione della specie, una Specie Vincente, il miglioramento di quello che è già buono. La climatizzazione è una di queste cose, ma non la più importante, certo. In generale, se devo indicare una parte della Macchina che ha fatto un passo deciso in avanti, parlerei dell’avantreno. Non lo dico, perché in fondo è difficile e non certo opportuno lanciarsi in affermazioni che possono essere interpretate nel modo sbagliato, ma… Beh, posso dirti che quello che conta moltissimo, in generale, è il livello di confidenza e di fiducia che la Macchina ti ispira, e dico che per me questo livello è già molto alto.”

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