Dakar 2017. Peterhansel, la calma virtù dei forti

Motori

Settima tappa e seconda vittoria di Mister Dakar, che viene a capo di una speciale marathon complicata. Ottima performance di Loeb, che mantiene il contatto al secondo posto della generale. Roma si conferma terzo su Toyota. Tutto sul Raid nel magazine serale di Eurosport canale 210 piattaforma Sky (ore 23)

Ha vinto il meteo - Certe volte è meglio andare avanti e non pensarci più. L’ultimo scorcio della prima settimana della Dakar ha lasciato il segno, e la seconda non sembrava iniziare sotto migliori auspici. L’elastico si stava tirando in un singolare braccio di ferro tra Organizzatori e meteo. Non solo non si voleva modificare il percorso, e tanto meno accorciarlo o rimaneggiarlo, ma si spingeva per mantenere intatto lo schema progettato da Marc Coma, da un anno Direttore del Rally più difficile del Mondo. Bene, il primo round l’ha vinto il meteo e, come abbiamo visto, l’ondata d maltempo ha costretto gli Organizzatori all’angolo e ad annullare la sesta tappa. E quando finalmente, dopo la giornata di riposo raddoppiata, la Corsa può riprendersi, arriva l’ultimo strascico di influenza meteo e metà della settima Speciale va in archivio di default.

Nulla è semplice alla Dakar - I 161 chilometri cronometrati tra La Paz e Uyuni sembravano, dunque, niente più che il programma di una passeggiata. Ma non era così, la “nuova” Dakar esige ormai quotidianamente qualcosa di più.
Ad ogni buon conto il risultato non cambia, un’altra vittoria è registrata dal Team Peugeot Sport  e, con essa, un altro giorno di leadership. Entrambe le “tacche” sono sul “calcio” dell’arma di Stephane Peterhansel e Jean-Paul Cottret, la 3008DKR #300 prima macchina sul traguardo posto a Nord Est del Salar di Uyuni e nella classifica generale dopo 7 tappe nominali disputate.

Affidabilità e navigazione le chiavi - Per vincere la settima tappa Peterhasnsel ha avuto un “complice” prezioso, ovvero la configurazione della due giorni senza assistenza che definisce la Tappa Marathon della Dakar. Da La Paz a Uyuni, e da Uyuni a Salta. A metà il bivacco della Città del Salar. Di conseguenza più che la prestazione pura, l’insieme delle due tappe richiede massima affidabilità e attenzione alla meccanica. E attenzione alla navigazione, perché è stato il road book particolarmente complicato a rendere difficile l’impegno. Peterhansel ha spinto un po’ di più nella prima parte della Speciale, ma è soprattutto stato bravo nella navigazione tra le dune. Non ha mai perso il ritmo né avuto difficoltà a trovare i Waypoint del giorno, uno dei quali ha messo in seria difficoltà più di un concorrente. Messo il fieno in cascina, nella seconda parte della Prova Peterhansel ha abbassato un poco la pressione e lasciato scorrere di più la macchina.

Loeb ci prova sempre - È stato il momento in cui Sébastien Loeb, rotti gli indugi e, Marathon o no ha provato ad attaccare. Secondo Peterhansel, Loeb non ha sbagliato nulla nella prima parte della Speciale, e una volta trovatosi non lontano su un terreno più veloce e a lui più congeniale, ci ha provato.
Il finale di tappa poteva essere una volata, ma si è risolto, a quel punto, con il pensiero rivolto al Bivacco di Uyuni senza i camion di assistenza del Team Peugeot.
Nessun errore, un buon ritmo e una buona media, e un… pareggio. Vince Peterhansel, Loeb è secondo.

E Despres? - in ritardo per un piccolo errore, lascia qualche minuto sulla pista e favorisce l’ingresso in zona podio del redivivo De Villiers. “Peter” sale a quota due prove speciali vinte ed eguaglia Loeb. Despres si fa sorprendere una seconda volta, questa dall’ex collega Joan Roma che, quinto al traguardo di Uyuni, gli soffia il terzo posto sul podio provvisorio della Dakar. La leadership di Peugeot non è insidiata dall’”esterno”, e il duello tra Peterhansel e Loeb si sviluppa su un esempio di grande eleganza.

La serata al bivacco - è tranquilla. I Concorrenti hanno avuto il “Kit” Uyuni, poncho, berretto e coperta tradizionali e, dopo aver curato personalmente la manutenzione del proprio veicolo, occuperanno le camerate della caserma. Tra tanti disagi e potenziali difficoltà, uno dei grandi vantaggi della Tappa Marathon, senza camion e generatori elettrici, è il silenzio. Al risveglio, rotta verso l’Argentina, Salta. Finalmente gli indici degli altimetri scenderanno. In altura resteranno pioggia e freddo. È ora di Azado sui barbecue dell’estate sudamericana al livello del mare. L’ultima settimana della Dakar 2017 è nel vivo.

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