Sykes abbassa il best lap della pista con la Ninja in versione 2018 e precede Rea. Bene Melandri, mentre Davies cade e si infortuna. Stupisce Camier, quarto con la Honda
Nei primi quattro giorni di test svolti a Jerez, quasi tutti i piloti del campionato mondiale Superbike sono scesi in pista per provare le loro moto in conformazione 2018. Il clima mite e soleggiato ha permesso ai team di svolgere tutto il lavoro programmato, e di iniziare ad adattare le moto ai nuovi regolamenti, che ricordiamo hanno diminuito il numero di giri motore di tutte le moto e nel corso della stagione non concederanno ulteriori sviluppi a quelle ritenute più competitive, in base ad una classifica che assegna 3 punti al vincitore, 2 al secondo e 1 al terzo. Ovviamente le moto con meno punti potranno proseguire nello sviluppo, mentre quelle con più punti non potranno apportare modifiche.
E’ stata la prima volta di Jordi Torres sulla MV, di Loris Baz sulla BMW, di Leon Camier sulla Honda, di Leandro Mercado sulla Kawasaki e di Michael Ruben Rinaldi sulla Ducati Superbike. I test non si sono conclusi ieri, ma proseguiranno anche oggi, sia per il team Kawasaki ufficiale che per quello Ducati, che potrà però contare sul solo Melandri. Purtroppo Chaz Davies è stato vittima di una brutta caduta nella giornata di mercoledì, quando è arrivato alla prima curva, quella dopo il lungo rettilinei dei box, con il cambio in folle e non ha potuto fare altro che buttarsi in terra, per evitare l’impatto con gli air fences, sui quali è invece andata ad impattare la sua Panigale. Nella caduta il gallese della Ducati si è procurato un trauma al legamento collaterale del ginocchio destro ed un trauma al polso sinistro. Nulla di grave, ma Chaz è già tornato a casa, per sottoporsi ad esami più approfonditi e per curarsi, per poi essere in perfetta forma per il suo matrimonio, che verrà celebrato il 9 dicembre.
Nonostante fossero già in assetto 2018, e di conseguenza con un motore dal numero di giri ridotto di quasi 900 rispetto a quello utilizzato quest’anno, le due Ninja ufficiali di Sykes e Rea sono state le più veloci. Una volta tanto è stato Tom a precedere il campione del mondo. Con il tempo di 1’38”735 l’inglese ha abbassato di oltre due decimi il best lap della pista andalusa, stabilito da Melandri un mese fa, mentre Rea si è fermato a 1’39”050. Va però detto che mentre Sykes ha potuto provare ininterrottamente per tre giorni, Johnny ha invece perso una giornata per tornare in Inghilterra e ricevere l’alta onorificenza M.B.E. (Member of the British Empire) direttamente dalle mani del Principe Williams. Al momento appare chiaro che non basterà ridurre i giri motore della Ninja per tarpare le ali ai due alfieri della casa di Akashi.
Terzo tempo per Marco Melandri, apparso in grande forma ed ansioso di provare la sua Panigale in versione 2018. Il ravennate è a quattro decimi dal tempo di Rea, che appare più indicativo rispetto a quello di Sykes, stabilito con le gomme da tempo. In due giorni Marco ha messo in fila 132 giri, ma soprattutto ha lavorato molto con il suo team per adattarsi al motore con il numero di giri ridotto. Il quarto tempo assoluto di Alex Lowes conferma l’ottimo finale di stagione dell’inglese della Yamaha, che sembra aver finalmente trovato il feeling giusto con la R1. Non si può dire altrettanto del suo compagno di squadra VdMark che ha concluso a quasi mezzo secondo da Lowes.
A parte l’eccezionale prestazione di Sykes, con la quale il pilota della Kawasaki si è messo alle spalle molte delle MotoGP presenti a Jerez, la sorpresa di questi quattro giorni di prove è stato senza dubbio Leon Camier, che ha fatto segnare il quinto miglior tempo in 1’39”797. Che il nuovo acquisto della Honda sia un ottimo collaudatore è cosa risaputa, ma che dopo due giorni di test riuscisse ad essere più veloce di un secondo e mezzo rispetto al miglior crono della nuova Honda su questa pista (Giugliano in Superpole aveva fatto un giro in 1’41”326) nessuno se lo aspettava.
“Il primo approccio con la mia nuova moto è stato buono. Il telaio funziona bene, ma ci sono altre cose su cui dobbiamo lavorare, come il bilanciamento, l'elettronica ed il motore. Abbiamo provato molte cose in poco tempo, ma posso dire che abbiamo bisogno di lavorare sull'elettronica e ci dobbiamo concentrare sull’accelerazione e sul comportamento della moto in curva. Questa CBR ha dei punti forti, come ad esempio il telaio, e per quanto mi riguarda devo capire come sfruttare al massimo il suo potenziale. In questi test abbiamo fatto un grande passo in avanti, anche grazie al mio team con il quale mi sono trovato subito molto bene e che è formato da tecnici di valore”.
Con la possibilità di lavorare durante l’inverno con un pilota come Camier, siamo certi che la Honda possa continuare ad essere una delle sorprese positive anche nelle prime gare della stagione.
Rasserenato dalla riconferma nel team Barni, Xavi Fores ha chiuso al quinto posto nella classifica dei tempi, davanti al già citato VdMark e a Loris Baz, apparso subito molto veloce sulla BMW del team Althea. Il francese è già più veloce (1’40”468) di quanto non lo sia stato Torres nell’ultima Superpole (1’40”992) e questo fa ben sperare il team di Bevilacqua, che confida nelle sue doti e nella sua voglia di tornare ai vertici della Superbike. Anche il francese ha puntato il dito su alcuni dei problemi che lamentava anche Torres (elettronica poco evoluta e scarso grip con gomme nuove) ma se i nuovi regolamenti della Dorna riusciranno davvero a livellare i valori in campo, allora con Baz la BMW potrebbe tornare nelle parti alte della classifica.
Con il nono tempo assoluto Eugene Laverty è stato più veloce del suo compagno di squadra Lorenzo Savadori, ma la cosa più importante è che entrambi si siano dichiarati soddisfatti del lavoro svolto dal team Milwaukee sulle loro Aprilia RSV4.
Decimo tempo per Niccolò Canepa, che quest’anno oltre a difendere il titolo mondiale conquistato nell’Endurance, lavorerà come collaudatore per il team Pata Yamaha impegnato in Superbike. Alle sue spalle ha concluso Jordi Torres, che a Jerez è salito per la prima volta sulla F4 ufficiale. Un primo contatto difficoltoso per il simpatico pilota spagnolo, che avrà bisogno di altri test prima di iniziare a dare del tu alla quattro cilindri varesina. Michael Ruben Rinaldi, vincitore del titolo Europeo Stock 1000 del 2017, ha invece provato per la prima volta a domare i cavalli di una Superbike e non ha demeritato, visto che ha fatto meglio di altri due piloti che come lui erano alle prese con moto sconosciute. Ci riferiamo ai sudamericani Leandro Mercado e Yonny Hernandez. L’argentino ha provato la Kawasaki del team Orelac Racing, al debutto nella classe maggiore dopo anni trascorsi in Supersport, mentre il colombiano ex MotoGP ha invece provato per una sola giornata la Kawasaki privata di Pedercini, team con il quale sta trattando per la prossima stagione.
Jerez - Classifica dei piloti SBK dopo quattro giorni di test
1) Tom Sykes – Kawasaki – 1’38”735
2) Jonathan Rea – Kawasaki 1’39”050
3) Marco Melandri – Ducati – 1’39”663
4) Alex Lowes – Yamaha – 1’39”715
5) Leon Camier – Honda – 1’39”797
6) Xavi Fores – Ducati – 1’40”002
7) Michael van der Mark – Yamaha – 1’40”199
8) Loris Baz – BMW – 1’40”468
9) Eugene Laverty – Aprilia – 1’40”551
10) Niccolò Canepa – Yamaha – 1’40”593
11) Jordi Torres – MV Agusta – 1’40”595
12) Michael Ruben Rinaldi – Ducati – 1’40”606
13) Chaz Davies – Ducati – 1’40”630
14) Lorenzo Savadori – Aprilia – 1’40”841
15) Leandro Mercado – Kawasaki – 1’41”034
16) Yonny Hernandez – Kawasaki – 1’42”476
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