Zanardi Story - 2° parte: Racing in the USA

Motori
Zanardi sorpasso al Cavatappi (foto: Twitter)
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Gli anni americani di Alex Zanardi, dall’esordio in Formula Cart fino all’incidente al Lauzitzring, passando per i due fantastici titoli conquistati da “pineapple”. Riviviamo i suoi successi in occasione del ritorno in pista questo weekend come wild card con BMW nella prova di Misano del DTM con due gare per la prima volta in notturna. Live in esclusiva su Sky Sport Arena, sabato 25 e domenica 26 agosto dalle 22.30

ZANARDI STORY - 1° PARTE

ON BOARD NEI TEST DI VALLELUNGA

Nel 1994 Alex Zanardi si riprende il sedile della Lotus in F1, lasciato libero da Lamy dopo il grave incidente nei test di Silverstone. Quell’anno però il team inglese fatica parecchio sia in pista che nel far quadrare i conti, tanto che a fine stagione fallisce e Zanardi rimane senza un volante. Il tempo passa e “Zanna” corre solo saltuariamente nel campionato BPR (antesignano del FIA GT) al volante della Lotus Espirit GT.  La svolta arriva grazie ai contatti con Rick Gorne, managing director della Reynard (noto telaista anche in Indy) che portano ad un accordo con Chip Ganassi, team manager di una delle squadre emergenti della Cart, la serie a ruote scoperte più importante d’America.

1996 - Rookie of the year

Il primo anno di Zanardi nel team Target Ganassi si rivela uno di quelli importanti, corre al fianco di Vasser che ha l’obiettivo di vincere un campionato in cui “Zanna” non ha mai corso. L’inizio non è dei migliori visto che a causa di qualche errore di troppo da parte della scuderia e del pilota i risultati tardano ad arrivare. Finito il “rodaggio” e cresciuto il feeling con Morris Nunn (il suo ingegnere di macchina) Zanardi inizia ad assestarsi stabilmente nelle prime posizioni, vincendo anche tre gare a Portland, Mid-Ohio e Laguna Seca, ottenendo un totale di sei podi e altrettante pole position. Immagine dell’anno è il fantastico sorpasso per la vittoria all’ultimo giro di Laguna Seca (gara conclusiva della stagione) ai danni di Brian Herta al Cavatappi, una manovra impossibile che lascia a bocca aperta i fans americani.
Vasser vince il campionato e Zanardi è il Rookie of the year, tutti contenti!

1997 - Arriva il titolo

Dopo il finale in crescendo dell’anno precedente intorno a Zanardi si crea molta aspettativa. L’annata parte male con un settimo posto nella corsa di apertura di Miami, una sola vittoria (a Long Beach) e zero podi nelle prime nove gare, delle diciassette totali. Nelle settimane successive, però, Zanardi è travolgente con quattro vittorie, due podi, e un quarto posto vince il campionato con una gara di anticipo e si può permettere di non correre nell’ultimo appuntamento dell’anno a Fontana per precauzione dopo un incidente nelle prove.
Il 1997 è l’anno in cui Alex Zanardi entra nel cuore e nelle case degli americani grazie al suo stile di guida sempre aggressivo ma mai antisportivo, grazie alle rimonte frenetiche e alla sua simpatia fuori dalla pista.

1998 - Dominatore del campionato

Zanardi domina la serie l’anno seguente con 15 podi (di cui sette sul gradino più alto) su 19 gare stagionali. Il primo successo arriva alla terza gara, quella di Long Beach ed è forse il più significativo visto che, dopo un contatto nelle prime curve, il pilota italiano si ritrova tra gli ultimi e doppiato ma riesce a rimontare e a vincere la corsa con un vantaggio di quasi 3 secondi.
Zanardi prende la testa della classifica alla sesta gara dell’anno a Detroit e la mantiene per tutta la durata del campionato grazie a quattro vittorie di fila iniziate proprio a Belle Isle, staccando gli avversari fino ai 116 punti di distacco finali dal compagno Jimmy Vasser, secondo classificato.

Il ritorno in F1 da vincente

L’eco delle vittorie di Zanardi in America arriva in Europa ed in Formula 1 si ricomincia parlare di lui. La Williams si fa avanti con un’offerta molto allettante e tre anni di contratto. Zanardi torna quindi in Formula 1 ma l’organizzazione del team inglese del 1999 non quella della Ganassi Racing, una squadra vincente e totalmente focalizzata sulle sue esigenze. Fatica molto e il suo compagno di squadra, Ralf Schumacher, è sempre più veloce di lui. Arriva un buon risultato a Monza, quarto in qualifica ma settimo in gara, a causa del fondo della monoposto che si stacca e vanifica un ottimo sabato.
Alla fine dell’anno pilota e team si separano e Zanardi si prende un periodo di riflessione. Il 2000 è un anno sabbatico.

Back in the USA

Le sirene d’America si fanno sempre più insistenti Barry Green, Carl Haas e Chip Ganassi lo vogliono nei loro team, ma Zanardi accetta l’offerta di Morris Nunn, proprio quell’ingegnere che lo affiancò da Ganassi e che ha deciso ora di mettersi in proprio con un team tutto suo.
Zanardi fatica all’inizio risentendo dell’assenza di una struttura tecnica affidabile e collaudata come quella della “vecchia” squadra. Ma il lavoro e la voglia di mettersi nuovamente in gioco pagano e i risultati sembrano poter iniziare ad arrivare. A Toronto, dopo essere partito in ultima fila, “Zanna” finisce ai piedi podio per colpa di un pit-stop mal calcolato. A Chicago chiude nono a causa di una bandiera gialla proprio nel momento del pit stop, poteva finire anche qui sul podio.

Macchina, team e pilota iniziano ad ingranare e la sintonia aumenta di gara in gara tanto che al Lauzitzring, in Germania, dove la serie USA sbarca per la prima volta, al 124esimo giro (su 154) Zanardi è in testa e viaggia verso la prima vittoria dell’anno. A 13 giri dal termine entra ai box per il pit stop ma in uscita dalla pit lane perde il controllo della monoposto in accelerazione che intraversandosi viene investita lateralmente da Alex Tagliani che sopraggiungeva in pieno a 320km/h. È il disastro o meglio l’inizio di una nuova grande avventura per il pilota bolognese.

Foto da Twitter