Lunedi e martedi scorso è andata in scena a Jerez de la Frontera l’ultima sessione di test pre-season 2019 prima della pausa invernale. Presenti Ducati, con Davies e Bautista, Kawasaki con Rea e Haslam e Yamaha con tutti e quattro i piloti: Lowes, vd Mark, Cortese e il nostro Marco Melandri. Proviamo a capire come si stanno muovendo le case per affrontare la stagione 2019 che si sta via via delineando e nella quale non mancheranno i motivi di interesse
Grande attesa per le Rosse
Ducati tenta l'assalto al trono di Kawasaki mettendo in campo il meglio possibile, “pescando” tecnologia e piloti dalla MotoGP. A Bologna hanno deciso di scendere in pista nel 2019 con le nuovissime Panigale V4R che segnano una svolta epocale: dopo oltre trent'anni stop al glorioso bicilindrico per sfidare ad armi pari l'armata Kawasaki. Il propulsore V4 parte dagli studi fatti per la Desmosedici MotoGP del 2015 e a livello di ciclistica avrà funzione portante.
A valle dei test a Jerez di fine novembre Gigi Dall’Igna non ha nascosto una certa soddisfazione, indicando nell’80% la percentuale di completamento del lavoro per portare la nuova moto al top della competitività.
Le quattro cilindri factory saranno portate in pista dal team Aruba e affidate a due top rider, il confermatissimo Chaz Davies e la new entry Alvaro Bautista in arrivo dalla MotoGP. Sembra, dall’esito dei test di Jerez, che il pilota spagnolo abbia assorbito bene il passaggio alle derivate di serie, moto che si “muovono” molto di più rispetto ai prototipi a cui era abituato per la minor rigidità del telaio e delle carcasse degli pneumatici Pirelli.
Oltre al team Aruba, nella stagione 2019 Ducati fornirà le V4R anche a due team semiufficiali. Una terza Panigale verrà affidata al confermato Barni Racing per il giovane Rinaldi (farà tutto il mondiale e non solo le tappe Europee) e una quarta per la new entry Laverty, un top rider vero che, lasciata Aprilia passa a Ducati grazie all'accordo con Go Eleven.
Kawasaki e Rea a caccia del quinto titolo
Il team ufficiale Kawasaki by Provec (con sede in Catalunya) schiera la nuova coppia 2019 Rea – Haslam, con il campione BSB 2018 di rientro nel WSBK dopo tre anni. Sulla “verdona” di Akashi ci sarà anche il giovane talento Razgatlioglu, confermato nel team indipendente Puccetti. Dopo 4 titoli piloti con il cannibale Rea (il MM93 delle derivate di serie) e altrettanti costruttori, Kawasaki non può non essere considerata la favorita per il titolo. La doppia sessione di test invernali, prima ad Aragon e poi a Jerez, ha visto il “cannibale” nord irlandese mettersi tutti alle spalle sia con gomme da qualifica sia nelle simulazioni gara. La ZX10 RR, fresca di omologazione, è stata ulteriormente sviluppata, con interventi significativi a livello di motore (nuova distribuzione) che è cresciuto sia di giri che di cavalli. Ducati è avvisata e a Borgo Panigale sanno che sarà durissima. (foto: WorldSBK.com)
Honda adesso fa sul serio
La casa di Tokio decide di aumentare l'impegno in SBK cambiando tutto e facendo muovere HRC. Stop alla gestione dell'olandese Ten Kate e materiale "factory supported" affidato per la logistica alla crew italiana di Althea (ex BMW e già campione WSbk con Checa e Ducati) e per la parte tecnica all'engineering di fiducia Moriwaki. Piloti: Camier, uno che va forte, e il rientrante Kiyonari.
Il ritorno in forze di HRC nel mondiale Superbike è stato attentamente pianificato ed infatti l’idea di avvalersi del supporto del partner storico Moriwaki ha radici nel campionato All Japan SBK. Qui la crew giapponese dal 2017 porta in pista le Honda CBR1000 RR di Kiyonari e Takahashi equipaggiate con gomme Pirelli, scelta che appariva quasi autolesionistica vista la competitività di Bridgestone. In realtà tutto era pensato in funzione dell'ingresso nel mondiale Superbike dove il produttore italiano è fornitore unico, team e pilota quindi conoscono le gomme. (foto: moriwaki.co)
Yamaha, raddoppia con quattro moto e Marco Melandri
Da due a quattro moto, tutte seguite dalla casa madre. Yamaha dimostra di crederci e di volersi impegnare seriamente nel WorldSBK. Le R1 per il campionato 2019 non sono state rivoluzionate, si è scelto infatti di procedere per affinamenti successivi sulla moto esistente. Confermati Lowes e Vd Mark, che nel 2018 hanno riportato Iwata sul primo gradino del podio, si è deciso di raddoppiare l’impegno. Altre due moto vengono assegnate all'esordiente team GRT che debutta in SBK portando l'esperienza e la velocità di Marco Melandri (l'italiano più vincente in SBK) e Sandro Cortese campione del mondo supersport 600 oltre che 125 GP.
Sarebbe stato veramente un peccato per il World SBK non poter contare sulla presenza nel 2019 di Melandri, 36 anni, alla sua sesta stagione in Superbike. Marco con 22 gare vinte, una in più di Max Biaggi, e 73 podi complessivi con 4 costruttori diversi (Yamaha, BMW, Aprilia, Ducati) è l’italiano più vincente di sempre nella categoria. Il pilota di Ravenna torna in Yamaha, dove aveva debuttato nel 2011, fiducioso di poter continuare a ben figurare. (foto: WorldSBK.com)
BMW, impegno diretto di Monaco di Baviera
Nuova moto, la S1000RR, presentata ad Eicma 2018 e impegno rinnovato e rinvigorito. La casa tedesca per il 2019 si affida per la gestione in pista al team inglese SMR che non ha rinnovato con Aprilia, ma le moto correranno con la livrea ufficiale e saranno iscritte al campionato come BMW Motorrad WorldSBK. Le garanzie di impegno da parte dei tecnici di Monaco di Baviera nello sviluppo della moto (motore, elettronica, telaio e aerodinamica) sono confermate e la coppia di piloti è di quelle “toste”: Sykes e Reiterberger. Il primo (34 vittorie e 104 podi in SBK) ha lasciato Kawasaki dopo nove anni e un mondiale (nel 2013), il secondo è senz'altro un talento e ha vinto l'ultimo titolo Superstock 1000. (foto: Twitter)