Superbike 2022, una corona per tre: tutto pronto ad Aragon

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Toprak Razgatlioglu con la Yamaha numero 1, Jonathan Rea sei volte campione del mondo con la Kawasaki, Alvaro Bautista di ritorno sulla Ducati Panigale del team Aruba.it: è tutto pronto ad Aragon per la grande sfida 2022. Il World Superbike su Sky Sport MotoGP: sabato e domenica gara 1 e 2 alle ore 14, domenica Superpole race alle 11

DALL'ALBA AL TRAMONTO: SU SKY SARA' UN SUPER RACE WEEKEND

Il mondiale Superbike 2022 si presenta con una griglia solida, con cinque Costruttori presenti in forma ufficiale: Yamaha, Kawasaki, Ducati, BMW e Honda e numerosi team Indipendenti ai quali le case prestano sempre più attenzione perché sono funzionali ad uno sviluppo accelerato dei mezzi e sono utilissimi per "allevare" i potenziali factory rider per gli anni a venire. La superbike è quindi un campionato in salute, reduce da un 2021 stellare grazie alla battaglia pazzesca tra Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea che si sono contesi il titolo fino all'ultimo round. Quest'anno la sfida si ripropone, ma è lecito attendersi che non sia una one-to-one ma almeno una battaglia sportiva a tre, con protagonista anche Alvaro Bautista e la Ducati.

Razgatlioglu, inseguendo la doppietta con un occhio alla MotoGP 

Per tutti, addetti ai lavori, rivali, appassionati, il candidato numero uno per il titolo ‘22 è lui: Toprak Razgatlioglu, campione del mondo Superbike in carica. Il ragazzo turco, spettacolare come nessuno (figlio di stuntman...) è solido mentalmente, consistente nella performance, ben preparato fisicamente. Professionista esemplare, è subito andato forte anche nei test pre-season supportato da una Yamaha R1 factory che ha fatto un ulteriore passo in avanti con l'elettronica 2022. Adesso anche le difficoltà sul bagnato dovrebbero essere state superate e quindi il pacchetto uomo-macchina non può che far ancora più paura, in attesa di capire cosa riserverà il futuro, non nel brevissimo termine (contratto con Yamaha SBK anche per il 2023), ma sicuramente nel medio quando la MotoGP chiamerà.

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Il campionissimo e la Kawasaki puntano sull'equilibrio per riprendersi il titolo

Jonathan Rea dopo sei titoli consecutivi ha perso il mondiale per 13 punti, provando in ogni modo a resistere all’attacco di Toprak Razgatlioglu fino all’ultimo round 2021. La scorsa stagione il fenomeno nordirlandese ha dato spesso la sensazione di “guidare sopra i problemi” della sua Kawasaki. Alla lunga questo ha pesato, Rea ha sbagliato infatti più di quanto ci si potesse aspettare da un serial winner come lui, ha ceduto diverse volte e ha raccolto quattro “zeri” che hanno fatto male alla classifica. La ZR10-RR scontava però un problema di fondo: pochi giorni prima dell'inizio del mondiale il team KRT si è trovato con un numero di giri (imposto dal regolamento/omologazione) inferiore alle attese e quindi con un cambio che aveva una rapportatura “starata”, senza possibilità di trovare un rimedio (non c’era più tempo). Il problema sin da subito si è rivelato serio e la stagione del campionissimo ne ha indubbiamente risentito. La moto 2022, pur non essendo stata stravolta (non è un nuovo modello), è certamente più equilibrata nel pacchetto motore-elettronica-telaio, al resto ci penserà Rea, magari guidando meno al limite. E uno che ha vinto 6 mondiali SBK e 112 gare praticamente doppiando tutti nella storia del WSBK, non può non partire tra i favoriti.

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Bautista e la Ducati ci riprovano

Prima del complicato biennio in Honda HRC, dove comunque è riuscito a portate la CBR 1000 R-RR sul podio pur cadendo spesso, Alvaro Bautista stava dominando il mondiale 2019. Jonathan Rea, l'imbattibile, sembrava poter nulla contro la velocità e la consistenza della Ducati Panigale numero 19. Lo spagnolo con la V4S aveva vinto, da rookie nel WSBK, 11 gare consecutive andando a podio nelle prime 15. Poi qualcosa si è rotto, una sequenza di cadute apparentemente inspiegabile ha minato la sicurezza del pilota in rosso e Jonathan Rea, da cannibale delle corse quale è, ha iniziato una rimonta pazzesca coronata con l'ennesimo titolo mondiale. Tornato in sella alla Panigale del factory team Aruba.it, dopo due anni di Honda CBR (spinta da un quattro cilindri in linea), Bautista si è trovato subito a suo agio con la V4 di Borgo Panigale che negli anni è stata costantemente sviluppata e affinata. Lo spagnolo ha staccato tempi costantemente da prima fila nei test preseason, ribadendo, casomai ce ne fosse bisogno, che per il titolo c'è anche lui. Adesso ha tre anni di esperienza, nel 2019 era al debutto… 

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