IndyCar, 10 cose da sapere sul mitico GP di Road America
Un appuntamento da non perdere su Sky. La IndyCar Series al leggendario circuito di Road America: l’ottavo round del campionato 2022. Oggi prove libere alle 16:45 e qualifiche alle 19:45, domenica gara alle 18:30
di Matteo Pittaccio
1. ORIGINI: la gara si corse inizialmente sotto gestione USAC dal '74 al '76. Il primo round della CART si svolse nel 1982 con la vittoria dell’ex Brabham F1 Héctor Rebaque. Da allora si è corso regolarmente fino al 2004; nel 2005, mancanza di sponsor e interesse verso l’evento costrinsero alla cancellazione della gara, reinserita nel calendario 2006 e 2007. Dopodiché, la fine della Champ Car e l’unione con la IRL causarono l’esclusione dal 2008 al 2015. Nel 2016 Elkhart Lake è tornato come tappa fissa nel mese di giugno. Nel 2020, causa Covid, due gare a luglio.
2. EDIZIONE 1989 - GESTIONE CARBURANTE AL LIMITE: essendo molto lungo, l’impianto di Elkhart Lake è stato spesso teatro di strategie al limite nella gestione del carburante. Nel 1989, ad esempio, Michael Andretti decise di non effettuare lo splash&go a due giri dalla fine mentre il suo rivale, Danny Sullivan, si fermò. Arrivato alla Kink nel giro conclusivo Andretti rimase a secco e Sullivan lo passò andando a vincere la gara.
3. PISTA PROVANTE PER LE MACCHINE: l’asfalto non particolarmente liscio e il layout di Road America mettono a dura prova l’affidabilità delle auto. Juan Pablo Montoya lo sa bene siccome nel ’99 comandò la gara fino al 46° giro, quando il cambio della sua monoposto smise di funzionare a poche miglia dalla fine. Christian Fittipaldi ringraziò e andò a vincere per la prima volta in carriera.
4. INCIDENTE PATRICK CARPENTIER 1999: il canadese del team Forsythe perse il controllo della propria Reynard Mercedes in ingresso di curva 1 e, appena toccata la ghiaia, la monoposto si girò su sé stessa 5 volte arrivando fino alle barriere. Per fortuna nessuna conseguenza per Carpentier.
5. LO SPAVENTOSO INCIDENTE DI MEMO GIDLEY: al giro 20 dell’edizione 2001, condizionata dal maltempo, la Lola Toyota di Gidley si intraversò in prossimità del ponte Mitchell (rimosso nel 2007), sotto il quale il messicano andò a schiantarsi a circa 230 km/h per poi cappottarsi. Gidley rimase incosciente per qualche secondo ma, fortunatamente, se la cavò con delle lesioni alla gamba destra. Junqueira vinse per la prima volta e dedicò il trionfo a Gidley, suo compagno in Ganassi.
6. EDIZIONE 2003 - MARIO ANDRETTI GP ROAD AMERICA: nel 2003 la gara non si doveva correre per contrasti tra CART e promotori dell’evento. Alla fine si corse grazie all’intermediazione di Mario Andretti che riuscì a reinserire Elkhart Lake nel calendario e l’evento si svolse sotto il nome di Mario Andretti GP di Road America, per onorare gli sforzi dello stesso leggendario pilota. La corsa iniziò tardi a causa di due rimandi per pioggia (2 ore e mezza di bandiera rossa) e fu ridotta da 60 a 34 giri per evitare problemi di visibilità. Pole e vittoria di Junqueira.
7. IL VOLO DI KATHERINE LEGGE NEL 2006: a 6 giri dalla fine Legge perse l’alettone posteriore in ingresso della Kink e, dopo aver impattato violentemente contro il muro a 290 km/h, la sua auto decollò per qualche secondo. Della macchina restò solo la cellula di sicurezza. Anche in questo caso nessuna ferita critica. La gara venne interrotta per più di 40’ salvo poi riprendere con 2 giri rimanenti ed esser vinta da Allmendinger con in scia Junqueira e Bourdais.
8. LA CURVA KINK: a proposito della Kink, questa curva a destra è famosa per la sua velocità di percorrenza e la stretta carreggiata, fattori che la rendono estremamente complicata soprattutto quando si corre con gomme molto usurate e un alto carico di carburante. Nel corso degli anni molte sono state le idee per allargare la via di fuga ma il muro non può essere spostato perché al di là della pista si trovano dei binari ferroviari attivi.
9. CAROUSEL - UNA CURVA MITICA: immaginate un lungo curvone ad alta velocità di percorrenza contraddistinto da un asfalto tutt’altro che regolare, cordoli ostici e zero vie di fughe in asfalto. Questo è il Carousel, diverso per disegno rispetto all’omonima curva che caratterizza la Nordschleife ma ugualmente iconico. Insieme alla già citata curva Kink, posizionata subito dopo, è la zona che ha reso famoso il tracciato di Road America nel corso dei decenni.
10. LE PRIME VOLTE A ROAD AMERICA: il già menzionato Héctor Rebaque, Jacques Villeneuve Sr (fratello di Gilles), Jacques Villeneuve (campione F1 1997), Dario Franchitti, Alex Tagliani, Bruno Junqueira, Christian Fittipaldi e Felix Rosenqvist hanno vinto la prima gara in carriera proprio a Road America. Tra i piloti in attività segnaliamo che Palou abbia conquistato il primo podio in IndyCar nella gara 1 del 2020 (3°) mentre nella seconda manche dello stesso anno è stato O’Ward che, grazie al 2° posto, ha ottenuto il primo podio.