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Indycar, GP Portland: McLaughlin domina, cinque piloti per il titolo a Laguna Seca

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Matteo Pittaccio

McLaughlin vince e resta in lotta per il titolo. Power consolida la leadership con il secondo posto mentre Dixon rimonta e sale sul podio. Fuori dai giochi O'Ward e Palou. A Laguna Seca il round finale con cinque piloti ancora in lotta

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Pole Position, maggior numero di giri in testa (104 su 110) e vittoria della corsa: a Portland Scott McLaughlin ha dato il meglio di sé dominando la gara, ottenendo il terzo successo stagionale e, soprattutto, restando ancora aggrappato alla speranza di conquistare il titolo. Il “kiwi” del Team Penske ha lasciato solo le briciole agli altri e solo dopo l’unica caution (giro 84) ha visto avvicinarsi Will Power, suo compagno di squadra e leader della classifica. Un fine settimana perfetto che consentirà a McLaughlin di giocarsi le ultime carte a disposizione nel gran finale di Laguna Seca, dove arriverà con 41 punti di ritardo dalla vetta.

 

A seguire McLaughlin sotto la bandiera a scacchi è stato proprio Will Power, partito in seconda posizione ma rimasto attardato nel primo stint avendo subito il sorpasso di Christian Lundgaard in partenza. Liberatosi del giovane danese in occasione del primo pit stop, Power ha provato a chiudere il gap su McLaughlin ma un’offensiva vera e propria non è mai arrivata, anzi, dopo la caution il leader del campionato si è dovuto persino difendere dall’avventato attacco di Pato O’Ward in curva 1, punto in cui il messicano ha provato il tutto per tutto per guadagnare la posizione. In quel frangente Power e O’Ward si sono toccati ed il contatto laterale ha danneggiato il passaruota posteriore sinistro del messicano, costretto dalla direzione gara ha cedere una posizione a causa dell’eccessiva aggressività. Nel contatto Power non ha riportato danni e il numero 12 del Team Penske ha così raggiunto il traguardo al secondo posto, risultato che consolida la leadership in vista del gran finale.

La piazza d’onore di Power è stata messa in discussione da Scott Dixon nella ripartenza post-caution. Approfittando delle bagarre tra Power-O’Ward e Newgarden-Rossi, il sei volte titolato Indycar ha guadagnato due posizioni in un colpo solo e, approfittando della penalità inflitta a O’Ward (cedere una posizione) è salito in terza posizione. Dixon ha anche provato ad avvicinare Power ma, nonostante il ridotto distacco, un attacco al secondo posto non si è mai concretizzato. Ciò nonostante, il neozelandese ha salvato un weekend partito malissimo con la P14 della qualifica, rimontando in gara e dimostrandosi il migliore tra i portacolori Chip Ganassi Racing.

 

Ad O’Ward, invece, il quarto posto non basta per restare all’interno della contesa per il titolo Indycar. Il messicano aveva bisogno di guadagnare punti su Power ma, nonostante il coraggio, il distacco è lievitato e O’Ward non andrà a Laguna Seca per giocarsi il titolo. Dietro alla McLaren SP del messicano si è posizionato Graham Rahal, autore di un’eccellente rimonta dopo aver iniziato la corsa in undicesima posizione. Il figlio d’arte ha preceduto Colton Herta ed Alexander Rossi, a loro volta arrivati davanti ad uno sconsolato Josef Newgarden.

 

Quest’ultimo è incorso in una penalità di sei posizioni sulla griglia per aver cambiato motore. Per tutta la gara ha dimostrato di mantenere il passo dei migliori iniziando l’ultimo stint in quarta posizione con pochi secondi di scarto dalla testa della gara. Per l’ultima frazione Newgarden ha deciso di montare le gomme dure, scelta particolare siccome non è stata una mescola competitiva nell’arco dell’intera gara. La speranza era di quella di diversificare la strategia rispetto ai primi tre (McLaughlin, Power e O’Ward) per provare a recuperare terreno nel momento in cui la gomma morbida avrebbe sofferto il degrado. Tuttavia, l’incidente tra VeeKay e Johnson del giro 84 ha neutralizzato la strategia di Newgarden, che nella ripartenza ha faticato a mandare in temperatura le gomme dure. E così il 31enne del Tennessee è stato superato da Rahal, Herta, Rossi e Lundgaard crollando in nona posizione. C’è stato giusto il tempo ed il modo di risalire all’ottavo posto grazie all’errore di Christian Lundgaard, andato largo in curva 1 nel tentativo di passare Alexander Rossi. Il debuttante del Team Rahal ha poi raccolto un cartellone e per liberarsene è stato costretto a rientrare ai box chiudendo la gara in una desolante quanto amara ventunesima posizione.

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A proposito di esordienti, Callum Ilott è stato protagonista di una prestazione davvero solida passando sotto la bandiera a scacchi con il nono posto tra le mani, risultato che garantisce al piccolo team Juncos una grande soddisfazione. Tra l’altro, Ilott ha preceduto Felix Rosenqvist e Marcus Ericsson, due svedesi al volante di monoposto decisamente più competitive. E proprio Ericsson esce con le ossa rotte dal round in Oregon: il vincitore della Indy500 ha faticato sin dalle prove libere e anche in gara non è riuscito a risalire la classifica fermandosi in undicesima piazza, risultato che lo porta a 41 punti dalla testa del campionato. La matematica lo include nella lotta per il titolo ma vedendo il rendimento di queste ultime gare sembra difficile che lo svedese possa impadronirsi del trono della Indycar.

 

Chi, invece, correrà il GP di Monterey senza pensare al titolo è Alex Palou, dodicesimo a Portland dopo esser partito in quarta posizione. Il catalano non potrà bissare il titolo ottenuto lo scorso anno e rischia addirittura di finire la stagione senza vittorie. Fatale il secondo stint con le gomme morbide, fase in cui Palou ha visto i suoi tempi crollare all’improvviso. Per questo motivo il catalano ha deciso di montare le dure per gli ultimi due stint ma, come detto, la gomma "nera" non è mai stata efficace nel corso del GP.

 

La Indycar è così prossima all’ultimo round della stagione 2022. Tra pochi giorni il paddock si recherà nel famoso circuito di Laguna Seca, scenario in cui ben cinque piloti avranno delle possibilità di diventare campioni. Power inizierà il fine settimana con 20 punti di vantaggio su Newgarden e Dixon ma non sottovalutiamo Ericsson e McLaughlin, rispettivamente a 39 e 41 lunghezze da Power. Il gran finale andrà in diretta su Sky Sport F1 domenica alle ore 21:30