IndyCar 2022, da Power a McLaughlin: ecco chi soni i candidati al titolo

INDYCAR

Matteo Pittaccio

Non capita spesso di assistere ad un finale di stagione aperto a ben cinque candidati e, sebbene una categoria come la IndyCar ci abbia abituato a combattuti epiloghi, si può dire con certezza che dopo vent’anni siamo di nuovo di fronte a qualcosa di unico. GP di Monterey live su Sky Sport F1 domenica alle 21:30

Sedici round non sono bastati a decidere il campionato 2022 e così lo scontro decisivo si sposta sul magnifico circuito di Laguna Seca. Will Power, Josef Newgarden, Scott Dixon, Marcus Ericsson e Scott McLaughlin sono gli attori protagonisti, piloti che andremo ad approfondire proprio in questo articolo.

Will Power, il secondo titolo non è un miraggio 

Tra le sorprese dell’anno potremmo assolutamente inserire Will Power, uno dei piloti più talentuosi degli ultimi due decenni di motorsport a stelle e strisce. Appurato il fatto che l’australiano sia tra i migliori della griglia la sorpresa deriva dal cambio di approccio: mai come nel 2022 Power si è dimostrato costante, solido e soprattutto capace di trarre il meglio da scenari complicati. Il campionato 2021 (chiuso al 9° posto) è ormai un lontano ricordo e, nonostante i 41 anni, Power ha messo a referto la migliore annata della carriera limitandosi a vincere una sola gara (Detroit). La prova arriva dagli 8 podi e dalle 11 top5 totalizzate in 16 gare corse. Nemmeno nell’anno del titolo (2014) si era visto un ritmo del genere. In sintesi, con 20 punti di vantaggio sulla coppia Newgarden-Dixon, a Laguna Seca Will Power disporrà di concrete possibilità di vincere, finalmente, il secondo titolo in Indycar, chiudendo tra l’altro una fase della carriera avara di grandi soddisfazioni dal 2019 in poi.

Josef Newgarden, le vittorie il punto di forza

Da St. Petersburg a Portland Newgarden ha centrato 5 successi, il numero più alto raggiunto dal portacolori del Team Penske nel corso della carriera. Un dato certamente impressionante che lo ha posizionato in cima alla classifica in quanto a velocità e ritmo in ogni tipologia di pista. Newgarden, infatti, ha primeggiato nei cittadini (Long Beach), nei permanenti (Road America) e soprattutto negli ovali (Texas, Iowa 1 e Gateway). Se non fosse stato per il problema alla sospensione sofferto nella seconda gara dell’Iowa, allora avremmo potuto immaginare un Newgarden molto più vicino alla testa della classifica. A pesare è stato anche il mese di maggio, fase del campionato in cui Josef ha perso terreno tra Barber e i due appuntamenti di Indianapolis, Indy500 inclusa. Il bi-campione ha poi recuperato nella seconda metà ma alla vigilia di Laguna Seca la testa della classifica è ancora lontana 20 punti. Dopo due stagioni concluse al 2° posto Newgarden riuscirà a collezionare la terza corona?

Scott Dixon pronto ad eguagliare Foyt 

Mai sottovalutare Scott Dixon, anche quando “Iceman” non sembra in forma tanto quanto i suoi avversari. La stagione 2022 rappresenta l’esempio perfetto della strategia applicata dal neozelandese, rimasto nascosto nella parte centrale della Top10 per una buona parte del campionato e sbocciato all’improvviso con il successo di Toronto, seguito cinque gare dopo dalla vittoria a Nashville. Archiviata la prima metà di campionato in pochi avrebbero scommesso su Dixon, soprattutto dopo il grave errore commesso in ingresso box mentre comandava la Indy500. E invece il sei volte campione si è rialzato, ha subito messo a segno il podio a Detroit, ha eguagliato e poi superato le vittorie di Mario Andretti e infilato nove piazzamenti in Top10, tra cui tre podi, l’ultimo a Portland dopo esser partito 16°. Dixon arriva così a Laguna Seca con gli stessi punti di Newgarden, a 20 lunghezze da Power. Raggiungere Foyt a sette titoli è difficile sì, ma nessuno più di Scott Dixon può cambiare a suo favore la storia di questo campionato.

Marcus Ericsson: la Indy500 il punto di forza, ma serve un altro acuto

Al quarto anno in Indycar Marcus Ericsson è già entrato nella storia vincendo la Indy500, gara che lo ha visto salire al comando dopo lo sfortunato episodio capitato a Palou (chiusura pit lane per la caution) e l’errore di Dixon. L’estrema difesa su O’Ward ha permesso ad Ericsson di vincere la “gara delle gare” e, al tempo stesso, di artigliare la testa della classifica. Tuttavia, dopo il 2° posto di Road America lo svedese ha faticato a reggere il passo dei diretti avversari e, weekend dopo weekend, ha perso terreno. Per conquistare il titolo a Laguna Seca servirebbe una prestazione maiuscola, una di quelle che permetterebbe ad Ericsson di portare a casa tutti i 54 punti a disposizione. A prescindere da come andrà, per l’ex-F1 il 2022 si è rivelato importante per crescere e imparare a lottare con i grandi della categoria.

Scott McLaughlin : il migliore nelle ultime gare

In base ai risultati della passata stagione era molto difficile immaginare uno Scott McLaughlin inserito nella contesa per il titolo. Il dominio a St. Petersburg ha però stravolto la prospettiva e, nonostante i punti persi tra Indianapolis e Detroit, il tre volte campione del Supercars Australia si è fatto valere vincendo altre due gare (Ohio e Portland), imprimendo inoltre un gran ritmo dall’Iowa in poi (5 top5 di cui 4 podi). Per il “kiwi” del Team Penske è stato fondamentale il supporto di Kyle Moyer e degli addetti che fino al 2021 hanno seguito Pagenaud, passato a Meyer Shank Racing. Con una macchina in meno da gestire la squadra del “Capitano” ha potuto fornire il massimo supporto a McLaughlin, capace di ottimizzare il gran pacchetto tecnico a disposizione. Per di più, per la gioia di McLaughlin, il Team Penske ha specificato di voler evitare ordini di squadra seguendo la linea già applicata a Portland (Power aveva chiesto lo scambio di posizioni, rifiutato dal team). L’obiettivo di Laguna Seca è lo stesso di Portland: vincere la gara, ottenere tutti i punti extra e sperare che gli avversari fatichino.