Rally, Kalle Rovanpera il conquistatore: il profilo di "Flying Finn"

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Lucio Rizzica

Andiamo alla scoperta di Kalle Rovanpera, il "flying finn" che si è laureato campione del mondo a 22 anni. Prototipo del campione 3.0, il finlandese ha tutto per aprire un lungo ciclo nella categoria: ecco le sue caratteristiche più importanti

Il successo iridato anticipato del finlandese Kalle Rovanpera probabilmente ha aperto un nuovo ciclo, destinato negli anni a venire a entrare di diritto nella storia del mondiale WRC. Perché il ‘flying finn’ non sembra affatto essere un vincitore di passaggio, men che meno un campione del mondo per caso. Sebbene da venti anni a questa parte il lotto dei partenti si sia notevolmente ridotto (nel 2002 i piloti ufficiali erano 21 e 7 erano le squadre, oggi sono praticamente la metà), trovare spazio al massimo livello è diventato infatti assai più difficile, le macchine sono cambiate più volte e i budget sono ora decisamente più elevati e al limite del proibitivo. La concorrenza è tuttavia rimasta forte e molto qualificata, specie dopo i due decenni letteralmente dominati dai francesi Sébastien Loeb (vincitore di 9 titoli mondiali consecutivi) e Sébastien Ogier (otto volte campione del mondo), quest’ultimo per un attimo appena frenato dalla vittoria dell’estone Ott Tanak che è rimasto e rimane tutt’ora un agguerrito competitor nella caccia al titolo anche per Kalle Rovanpera. Quel che deve fare riflettere è il prototipo del campione 3.0 che si è affermato nel mondiale 2022 che sta per andare in archivio. Innanzitutto tanto giovane: Kalle ha infatti conquistato il trionfo più ambito a soli 22 anni e 1 giorno, mentre nel 1995 lo scozzese Colin McRae - per quasi trent’anni detentore del record di più precoce - era riuscito nella medesima favolosa impresa a 27 anni e 109 giorni, insomma più ‘anziano’ del finlandese di poco meno di cinque anni e mezzo. Poi molto freddo: una caratteristica, la freddezza, che accomuna Kalle Rovanpera ai più celebrati specialisti del rally, capace non di resistere alle pressioni bensì di attraversarle indenne, giusto restandone un po’ scosso ma non abbastanza da cedere sotto il profilo psicologico nei momenti peggiori. Infine normale fuori dall’abitacolo ma spietato al volante: l’evoluzione di Kalle è stata relativamente lenta e progressiva, è cresciuto a piccoli passi senza montarsi troppo la testa. Anzi, quando è sembrato potesse accadere, il suo entourage lo ha protetto e riportato con i piedi per terra; il papà Harri (111 rally in carriera, 15 podi e una vittoria) gli è rimasto sempre accanto ma con discrezione e inflessibilità e al momento giusto gli ha detto le parole che servivano per rincuorare e fortificare un millennial come tanti, alle prese con un qualcosa di più grande di lui ma ampiamente alla sua portata. Kalle Rovanpera ha insomma dalla sua tutto quel che serve per segnare un’era agonistica: freschezza, freddezza e piena coscienza dei propri punti forti e dei propri limiti. Come dimostra nelle prove più insidiose, fangose, bagnate, con aderenza al limite, quando tutti alzano il piede e lui - senza spavalderia ma con convinzione nei propri mezzi - invece affonda e fa la differenza. Un Max Verstappen dello sterrato, dei tornanti, delle pozzanghere e del pietrisco. Con un viso da bambino, un cuore da leone e un talento di un altro pianeta