Matteo Nannini alla Indy NXT: "L'obiettivo è la IndyCar nel 2024”

L'INTERVISTA

Matteo Pittaccio

Mancano poco più di un mese alla partenza della NTT INDYCAR Series e nella marcia di avvicinamento abbiamo chiacchierato con Matteo Nannini, pilota di 19 anni che il prossimo anno gareggerà in Indy NXT (la serie propedeutica della IndyCar) con la Dallara IL-15 Mazda di Juncos Hollinger Racing

Il cognome è sicuramente importante e riporta alla mente le grandi imprese di Alessandro Nannini, zio di Matteo. Tuttavia, il giovane italo-argentino originario di Faenza ha tutte le intenzioni di imporsi nelle piste a prescindere dai legami familiari. Andiamo a scoprire i programmi futuri, gli obiettivi e l’impegno che Matteo Nannini affronterà nel 2023, stagione in cui inizierà un nuovo capitolo tutto a stelle e strisce.

Se ti dovessi chiedere chi è Matteo Nannini, cosa risponderesti?

"Che Matteo Nannini è un ragazzo di 19 anni amante dei motori e totalmente dedito a questa passione. Non esiste cosa più importante del motorsport, si lavora sodo sia in pista sia nel dietro le quinte, dalla preparazione atletica agli incontri con sponsor e persone. In sintesi, un ragazzo che vive per il motorsport!".

Tra F4, F3, F2 e Stock Car hai accumulato tanta esperienza in questi anni. Ora ti aspetta la INDY NXT con Juncos. Squadra argentina con pilota semi-argentino, come è nata questa possibilità?

"Il test con Juncos a Indianapolis svolto lo scorso anno è stato il punto di partenza. Una volta terminata la FIA F3 sono andato in Indiana e quella prova con la Indy Lights (ora denonimata Indy NXT, ndr) si è trasformata in un trampolino di lancio verso la firma del contratto con Juncos per la prossima stagione. Penso che rispetto all’anno scorso il team abbia fatto dei grandi passi in avanti, soprattutto da quando è subentrato il nuovo investitore, Brad Hollinger. Da quel momento Juncos Racing si è evoluta sotto tanti punti di vista, fattore che aiuterà sia me sia la squadra in vista del 2023". 

Differenze tra una FIA F3 e una Indy NXT? Cosa c'è di diverso?

"Le differenze più grandi si ritrovano nella tecnologia. Sotto certi aspetti la Indy NXT è meno avanzata di una F3 ma, dall’altra parte, è una vettura che fornisce ai piloti la possibilità di modificare il bilanciamento in corsa, adattando il setup alle necessità del pilota. Se guidando percepisci troppo sottosterzo o sovrasterzo puoi aggiustare le barre anteriori e/o posteriori utilizzando le leve a bordo. Queste regolazioni non sono disponibili in F3 e F2, il che potrebbe trasformarsi in un fattore limitante: se non hai feeling con la macchina sei costretto ad adattarti e correre così tutta la gara. Altra differenza è l’assenza del DRS, al quale è stato preferito il sistema Push-to-Pass. Si tratta di un pulsante che, una volta premuto, offre 50 cv in più per un tempo limitato. Anche lo stile di guida richiesto dalle due auto è molto diverso. Al giorno d’oggi in F3/F2 conta sì la velocità ma, al tempo stesso, bisogna porre molta attenzione sulla gestione delle gomme. Con la Indy NXT, invece, puoi spingere continuamente e, giro dopo giro, la macchina diventa sempre più veloce, alleggerendosi per via del consumo carburante. Sono vetture che richiedono tecniche differenti e, secondo la concezione americana, viene premiato il pilota che riesce a spingere il più possibile in ogni singolo giro". 

I circuiti americani sono conosciuti per essere tanto belli quanto difficili. In più correrai negli ovali dell'Iowa e Gateway. Quale sfida sarà più tosta il prossimo anno?

"Ho già girato a Indianapolis Road e Barber. La sfida più importante sarà sicuramente guidare su asfalti meno lisci. Correrò spesso nei cittadini, piste utilizzate tutti i giorni e, proprio per questo motivo, ricche di sconnessioni. Inoltre, non vedo l’ora di provare gli ovali, tracciati in cui non rallenti quasi mai e giri sempre nello stesso senso. Li ho provati al simulatore ma sono certo che la realtà sia tutt'altra cosa, a partire dalla percezione del rischio quando corri in piste del genere".

Quali sono i tuoi sogni da pilota? Hai degli obiettivi già prefissati oppure pensi solo a correre e creare la tua strada?

"So già cosa voglio raggiungere. Ovviamente lavoro giorno per giorno per rendere tutto ciò realtà, tant’è che pongo molta attenzione a ciò che viene prima delle gare, a partire dall’allenamento fisico e dalla preparazione della macchina. Il mio obiettivo attuale è quello di vincere la Indy NXT per poi avere la possibilità di esordire in IndyCar. Essendo un pilota Juncos Hollinger Racing potrei avere un assaggio di IndyCar già nel 2023 tra i vari test e le ipotetiche sostituzioni".

Hai uno stretto legame di famiglia con il Motorsport, quanto ti senti ispirato dalla carriera di tuo zio Alessandro?

"Sinceramente ho scelto questo sport perché mi è sempre piaciuto piuttosto che per una sorta di “eredità”. Ho sempre cercato di essere riconosciuto come “Matteo”, quindi per ciò che sono stato e sarò in grado di fare. Detto ciò, evidentemente ce l’avevo nel sangue! Correre in America richiede un sacrificio più grande rispetto ai piloti che vivono già negli Stati Uniti ma sarebbe bello rivedere questo cognome anche in F1, magari in un contesto migliore rispetto a quello in cui ha corso mio zio Alessandro".

Come pensi che cambierà il tuo stile di vita passando ancora più tempo in America?

"Mi sto abituando molto velocemente allo stile di vita americano. Mi piace il fatto che negli States tutti sono più diretti: se sei bravo ti tengono nel team, altrimenti non gli interessi. Penso che questa filosofia abbia un senso poiché i piloti hanno il compito di fare bene e di guadagnarsi un posto nella squadra, a prescindere da fattori esterni. Se corri e ti comporti bene gli americani ti premiano".

Gareggerai con la bandiera italiana o argentina?

"Correrò con entrambe le bandiere perché sono italiano, ma tengo anche fede alle origini argentine che ho grazie a mio papà. Lui mi segue ad ogni mia gara ed avventura".

Pista preferita?

"Mi piacciono tantissimo i cittadini, tant’è che reputo davvero bello il circuito di Baku, il primo cittadino in cui ho corso. Quando ci ho girato mi ha davvero impressionato la velocità percepita, un elemento che non si ritrova nei tracciati in cui sono presenti punti di riferimento più chiari. Per quanto riguarda le piste del calendario Indy NXT devo dire che, ad oggi, mi carica l’idea di correre a St. Petersburg, il primo appuntamento del 2023 (3-5 marzo, ndr)".

La gara che sogni di vincere? Hai anche altri interessi al di fuori delle monoposto?

"La gara che sogno di vincere è assolutamente la 500 Miglia di Indianapolis, è davvero speciale. Per quanto riguarda altre categorie sì, seguo l’endurance così come la Formula 1 ma sono concentratissimo per la mia prossima avventura. Sto dedicando tutto me stesso alle ruote scoperte e all'IndyCar"