Indycar, GP St. Petersburg 2023: vince Ericsson, beffa O’Ward nel finale. Tanti incidenti

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Matteo Pittaccio

FOTO da Honda Racing - Twitter

Inizio esaltante per la IndyCar a St. Petersburg. Ericsson e Ganassi trionfano, O’Ward perde la vittoria per un problema al cambio. Tanti incidenti, tra cui i voli di DeFrancesco e Kirkwood. Tutti i piloti stanno bene. Si torna in pista nel weekend del 1-2 aprile in Texas

A tagliare per primo il traguardo del centesimo giro del GP di St. Petersburg è Marcus Ericsson, che la spunta su un O’Ward colpito da un problema al cambio a tre giri dalla fine. Superando il messicano di Arrow McLaren in uscita dall’ultima curva, Ericsson ha colto il comando di una corsa iniziata al quarto posto e neutralizzata più volte tra la bandiera rossa del primo giro e le quattro caution successive. Per il 32enne svedese, lo scorso anno vincitore della Indy500, si tratta della quarta vittoria in carriera, ottenuta davanti al già citato O’Ward ed al compagno Scott Dixon, che firma il podio numero 132.

Il podio appena citato è frutto di una gara interrotta più volte da pesanti incidenti, quello del primo giro in primis. Infatti, dopo le prime tre curve un contatto tra Dixon e Rosenqvist spedisce quest’ultimo contro le barriere, impatto che provoca la foratura della posteriore destra dello svedese. Il rallentamento generato dall’episodio appena descritto si trasforma in una reazione a catena che vede Ferrucci tamponare Castroneves, che – girandosi – blocca la strada ai piloti retrostanti. Il malcapitato DeFrancesco si ritrova la Dallara MSR di Castroneves di traverso, colpendola e finendo contro Pagenaud, schiacciato contro il muro. A sua volta, DeFrancesco viene colpito da Benjamin Pedersen e l’impatto frontale comporta il decollo di Devlin, atterrato dopo un vertiginoso volo verticale. La grande resistenza delle monoposto Dallara permette a tutti i piloti di uscire indenni dallo spaventoso incidente, che costringe la direzione gara ad esporre la bandiera rossa.

Ripartito dopo circa trenta minuti, il Gran Premio si svolge senza particolari problemi fino al termine del primo stint, dominato dal poleman Romain Grosjean. Tuttavia, in concomitanza con le prime soste esce la seconda caution, provocata dal contatto tra Kyle Kirkwood e Conor Daly in curva nove, dove il secondo finsce in testacoda. In quel frangente Scott McLaughlin passa in testa alla gara, interrotta appena dopo la ripartenza per l’incidente di Rinus VeeKay, lungo in curva 4 e successivamente travolto sia da Jack Harvey – ok dopo la visita in ospedale – sia da Kyle Kirkwood, che tamponando Harvey prende il volo passando sopra alla Dallara del Team Rahal. Anche in questo episodio nessun pilota soffre delle conseguenze fisiche.

La sequenza di ingressi in pista della Pace Car prosegue a causa del contatto tra Will Power e Colton Herta, a muro in curva otto per via di una difesa estremamente aggressiva di Power sull’alfiere Andretti Autosport. Il campione in carica è ritenuto responsabile e la direzione gara lo sposta in fondo alla classifica appena prima di ripartire.

Ritornando in testa, la lotta per il successo vede protagonisti Scott McLaughlin e Romain Grosjean, rimasti vicini per tutto il secondo stint. In occasione della seconda sosta, Grosjean punta sull’undercut, fermandosi un giro prima per sfruttare le gomme nuove e tornare al primo posto. McLaughlin ed il Team Penske, invece, effettuano il pit stop un giro dopo e, nonostante una sosta più lenta del previsto, il kiw torna in pista davanti al francese che, forte di un treno di gomme già in temperatura, si catapulta immediatamente all’attacco. Arrivando affiancati in curva quattro, McLaughlin frena troppo tardi, arrestandosi contro il muro di gomme e portando con sé anche Romain Grosjean. La Dallara del Team Penske riesce a proseguire la corsa, terminata al tredicesimo posto, mentre la #28 di Andretti Autosport viene ricoverata al di là della pista per danni all’avantreno.

Ad approfittare di questo incidente è Patricio O’Ward, trasformatosi nel capo-classifica al volante della Dallara-Chevrolet di Arrow McLaren. Il messicano classe 1999 gestice molto bene la pressione di Marcus Ericsson in ripartenza, allungando sullo svedese nei primi giri di bandiera verde. Ciò nonostante, Ericsson torna sotto e, a pochi giri dalla fine, si incolla agli scarichi della McLaren. La battaglia si risolve a tre passaggi dal termine, quando O’Ward subisce un problema al cambio in curva quattordici, toccando il limitatore e venendo sfilato da Ericsson, vincitore in un GP che Ganassi non portava a casa dal 2011 (Dario Franchitti). Nonostante i problemi O’Ward regola Dixon nei km conclusivi, con Alexander Rossi che piazza la seconda McLaren in quarta posizione, appena davanti a Callum Ilott, autore di una prestazione maiuscola con la numero 77 di Juncos Hollinger Racing. Ilott, partito 22°, chiude davanti a Graham Rahal, anche lui partito dalle retrovie (20°), a sua volta di fronte al campione in carica Will Power e il titolato 2021 Alex Palou. Nona piazza per Christian Lundgaard, seguito in scia da David Malukas, in rimonta dopo aver scontato la penalità drive-through rimediata per aver procurato una foratura al rookie Marcus Armstrong, proprio dietro a Malukas sotto la bandiera a scacchi. 

Ottimo esordio in monoposto per Agustin Canapino, seconda forza in campo per Juncos, che archivia la prima gara in INDYCAR dinanzi a Scott McLaughlin. Drammatico il finale di Josef Newgarden, saldamente al nono posto fino al 94° passaggio, quando il V6 Chevy accusa un problema costringendo il due volte campione ai box ed al diciassettesimo posto in classifica. Terminato uno spettacolare quanto caotico GP di St. Petersburg, la IndyCar va in pausa per quasi un mese, tornando in pista nell’ovale del Texas nel weekend dell’1-2 aprile.