GP Portland, Palou vince ed è campione

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Matteo Pittaccio

Foto: Chip Ganassi Racing - Twitter
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Con una gara d’anticipo lo spagnolo di Chip Ganassi Racing conquista il secondo titolo in IndyCar, vincendo la quinta gara dell’anno davanti a Felix Rosenqvist e Scott Dixon

Vincendo il Gran Premio di Portland Álex Palou si laurea ufficialmente campione della NTT IndyCar Series per la seconda volta in carriera. Una gara perfetta per il 26enne catalano, bravissimo sin dal via a recuperare posizioni (da 5° a 3°), mettendosi nella condizione di poter gestire una corsa culminata con la bandiera a scacchi più dolce dell'anno, quella che consegna al pilota Chip Ganassi Racing il secondo titolo con una gara di anticipo (non accadeva dal 2007, quando Sébastien Bourdais vinceva il quarto ed ultimo campionato Champ Car prima di passare in F1 con la Toro Rosso).

Cambia lo stratega, ma il risultato è lo stesso

Il binomio indomabile Alex Palou-Ganassi non è stato messo in difficoltà dall'assenza di Barry Wanser, stratega di fiducia dello spagnolo assente per motivi di salute. Sotto la guida di Mike O'Gara, figura che ha seguito Ericsson nella vittoria della Indy500 2022, Palou si è espresso al meglio, limitando la sofferenza dello stint con le gomme morbide (durato solamente 16 giri) e facendo la differenza con la mescola dura. Per Palou il secondo titolo è arrivato al quarto anno in IndyCar, una stagione unica per velocità, solidità e capacità di mettere da parte tutte le preoccupazioni interne ed esterne alla pista, come la diatriba contrattuale con McLaren. Nei giri percorsi dopo la neutralizzazione provocata da Agustín Canapino, fuori pista al giro 85, Palou ha allungato su Felix Rosenqvist, fermatosi ai box in concomitanza della caution e, grazie a ciò, salito al 2° posto ai danni di Scott Dixon, impossibilitato dunque a posticipare la festa del compagno Palou. 4° posto per Patricio O'Ward, seguito da un Josef Newgarden bravo a rimontare in seguito ad una partenza infelice dalla 12^ piazza. Finalmente competitivo Rinus VeeKay, che con il 6° posto di Portland ottiene il miglior risultato stagionale e la seconda Top10 (10° nella Indy500), avendo la meglio sul futuro pilota Andretti Marcus Ericsson. 

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Prima fila deludente: Rahal e McLaughlin poco competitivi

Proprio Ericsson, nello stint conclusivo, è stato tamponato da Alexander Rossi in ingresso di curva nove, con Rossi costretto a riparare ai box per la sostituzione dell'alettone anteriore. Ericsson ha comunque chiuso la gara al 7° posto, precedendo un brillante David Malukas ed un opaco Scott McLaughlin, autore di una gara a gambero insieme al poleman Graham Rahal, solo 12°. Entrambi sono partiti dalla prima fila con le morbide, anticipando la prima sosta rispetto - ad esempio - a Palou e perdendo tanto terreno una volta tornati in pista per il secondo stint. Nell'ultima fase di gara Rahal si è dovuto piegare anche a Kyle Kirkwood, fermatosi ai box al 4° giro approfittando della caution provocata da Power (25° e suo malgrado autore di un testacoda in curva 4 per difendersi da VeeKay). Davvero bravo il pilota Andretti, capace di gestire il carburante nella fase centrale annullando gli effetti delle tre penalità inflitte per contatti e procedure non rispettate in regime di pace car (tutti obblighi di ridare le posizioni). 18° al debutto l'ex-F2 Juri Vips, tornato in pista con il team Rahal dopo esser stato allontanato da Red Bull per aver usato dei termini razzisti in una live su Twitch. L'estone ha portato la sua Dallara-Honda al traguardo alla prima corsa in IndyCar, precedendo un Marcus Armstrong in lotta per la top10 fino all'ultimo pit stop, in cui i meccanici non hanno avvitato correttamente la ruota posteriore destra. Chiusi matematicamente i giochi per il titolo, la IndyCar si appresta a chiudere il 2023 con l’ultimo round, in programma tra pochi giorni a Laguna Seca. Appuntamento su Sky Sport F1 con il GP di Monterey, live domenica 3/9 dalle ore 20:30.