GTWC, Lorenzo Patrese: “M'ispiro a papà, ma in F1 guardo anche a Hamilton"
L'INTERVISTANeo campione Overall al GT World Challenge Tour della categoria Silver, Lorenzo Patrese racconta la stagione ancora in corso e le sue aspirazioni per il futuro. Non manca un accenno al rapporto con il padre Riccardo, ex pilota di Formula 1, che lo segue in tutte le gare e non gli fa mai mancare il suo supporto e i suoi consigli ("ma non è stato a spingermi verso le corse..."). E svela il suo sogno: "Vorrei vincere la 24 Ore di Le Mans"
Un giovanissimo e promettente talento italiano. Lorenzo Patrese sogna e fa sognare gli appassionati di motorsport dopo essersi laureato campione Overall della categoria Silver del GT World Challenge Tour con la sua Audi con una gara di anticipo. Il 18enne pilota padovano si è raccontato, ripercorrendo quanto fatto in questa stagione e parlando anche di un rapporto speciale, quello con suo padre Riccardo, ex pilota di Formula 1.
Come valuti la stagione in corso?
"Sicuramente è stata una stagione molto positiva. Il nostro obiettivo era essere competitivi per il campionato e lo siamo stati, vincendolo già con una gara d’anticipo. Siamo molto contenti. La gara che mi è piaciuta di più è stata la 1000 km al Paul Ricard: abbiamo avuto dei problemi in qualifica e siamo partiti 50° su 55 macchine, ma in sei ore di gara siamo riusciti a rimontare al quindicesimo posto assoluto e al primo posto in categoria. Questa è la gara che mi ricordo di più perché dopo le qualifiche eravamo tutti un po’ demoralizzati, ma motivati a fare una grande rimonta. Non ci saremmo mai aspettati una rimonta simile".
Ti saresti mai aspettato un andamento del genere?
"L’anno scorso è stato il mio primo anno nella categoria e l’obiettivo era fare esperienza. Quest’anno puntavamo alla vittoria. Se ci aspettavamo un andamento così? Non lo so, ad inizio stagione era tutto nuovo, team e compagni, quindi non sapevo cosa aspettarmi, ma già dalla prima gara a Monza eravamo competitivi".
Con i compagni nuovi vi siete subito trovati?
"Sì, già nei test invernali ci siamo trovati bene sia con Alex che con Pietro: sono ragazzi giovani come me, quindi secondo me anche per quello ci siamo subito trovati bene".
Cosa ha fatto la differenza, sia rispetto allo scorso anno sia rispetto agli altri team durante questa stagione?
"Dal mio punto di vista, sicuramente l’esperienza che sono riuscito a fare lo scorso anno mi ha aiutato. Senza quella sarebbe stato più difficile. Rispetto agli altri team, invece, il livello dei piloti: il nostro era molto più alto. Anche il livello della squadra, il lavoro di squadra che c’era dietro con i meccanici e gli ingegneri è stato un mix vincente".
Che differenza c’è nella preparazione di una gara di 3, 6 o 24 ore?
"Dal punto di vista del pilota, preparare una gara da 6 e soprattutto 24 ore richiede più preparazione fisica. Ad esempio, prima di Spa ci si allena apposta nel caldo, quindi si va a correre nelle ore più calde oppure spesso si fa attività nella sauna per abituarsi al calore in tante ore. Cambia anche dal punto di vista del team e della macchina, perché è settata in modo diverso per poter fare più ore. Anche il team, oltre ad avere del personale in più, è strutturato in modo diverso nelle gare più lunghe".
Il tuo obiettivo per il prossimo anno?
"Adesso ci stiamo ancora lavorando, non c’è niente di sicuro, quindi faccio fatica a dirlo. Non so ancora se rimarremo nell’ambito del GT o passeremo all’ambito dei prototipi. Però posso dire che ovunque vada l’obiettivo sarà vincere".
E per il futuro oltre il prossimo campionato?
"La mia ambizione è sicuramente passare ai prototipi, sarebbe il mio sogno e il mio obiettivo. A lungo termine, sarebbe vincere la 24 Ore di Le Mans".
Cosa ti ha spinto ad intraprendere una carriera nel motorsport?
"Al contrario di quello che si può pensare, non stato mio padre a spingermi a cominciare. In realtà, mio padre mi ha indirizzato in un mondo completamente diverso, che è l’equitazione: dopo che ha smesso di correre, ha cominciato a montare a cavallo, quindi fin da piccolo mi ha messo nel mondo dei cavalli. Poi quando sono cresciuto, ho cominciato a scoprire quello che aveva fatto nella sua carriera e da lì ho cominciato a chiedere a mio padre di provare. All’inizio la risposta è stata no, ma insistendo un po’ alla fine mi ha fatto provare. Ovviamente all’inizio la prima cosa che volevo fare era provare, non correre. È da lì che è nata questa passione".
Cosa hai imparato da tuo padre?
"Da mio padre ho imparato tanto. Mi ha spiegato come guidare in pista, ma soprattutto come comportarmi, ad esempio l’atteggiamento con gli ingegneri, lo spirito di squadra. Mi ha insegnato tanto in questo ambito".
Quanto pesa essere “il figlio di”?
"Magari la gente pensa che sia un grande peso, ma devo dire che sia grazie a mio papà sia grazie ad una mia mentalità, che poi alla fine mi ha trasmesso lui, ci penso davvero poco ed è una cosa che non mi ha mai pesato, dall’inizio fino ad ora".
Ti dà dei consigli?
"Assolutamente. Diciamo che io nei kart ho cominciato molto più tardi rispetto ai miei colleghi, quindi soprattutto all’inizio mi ha aiutato a recuperare tanto tempo. Ancora adesso viene sempre a tutte le gare. Magari durante la giornata non ci parliamo tantissimo, ma a fine giornata facciamo sempre un debriefing dove mi dà sempre dei consigli".
Che tipo di suggerimenti ti dà?
"Dipende: ultimamente riguardano meno la guida, di quello parliamo un po’ meno, e riguardano più come assettare la macchina e di come comportarsi all’interno della squadra".
A chi ti ispiri?
"Oltre a mio padre, mi ispiro a Lewis Hamilton nella Formula 1 moderna. Non solo per il suo stile di guida, ma anche per il suo comportamento, per quello che fa all’interno dei box. Mi piace davvero come lavora, il suo spirito di squadra, la sua motivazione anche nei momenti duri".
Pensi di guidare anche tu fino a quell’età?
"Spero, ma al momento mi piacerebbe rendere le corse la mia professione. Audi sta chiudendo il progetto GT3 per concentrarsi sulla Formula 1, quindi sto cercando una casa costruttrice che mi possa prendere come pilota giovane e poi riuscire a diventare pilota ufficiale. Mi piacerebbe rendere questa mia passione un lavoro".
Ci sono già delle pretendenti?
"Adesso stiamo parlando, ma non c’è niente di sicuro o ufficiale".