Indy500: Newgarden trionfa, magia all'ultimo giro su O'Ward

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Matteo Pittaccio

FOTO da: @Indycar - X

Dal ritardo causa maltempo ad un finale magnifico: la 108^ Indy500 non delude e termina con il bis di Josef Newgarden, autore di una manovra da fuoriclasse su O’Ward nell’ultimo giro

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Josef Newgarden vince per la seconda volta consecutiva la 500 Miglia di Indianapolis, strappando il primo posto tra le mani di Patricio O'Ward grazie ad un sorpasso magistrale a due curve dalla bandiera a scacchi. Spettacolare e chirurgica la manovra del bi-campione IndyCar, capace di piegare il messicano di casa Arrow McLaren negli ultimi, decisivi metri di una corsa posticipata di quattro ore a causa della pioggia. Il ritmo forsennato a cui tutti i piloti sono stati costretti per posizionarsi più avanti possibile in caso di altri scrosci ha creato una gara dinamica e veloce, nella quale Newgarden si è trovato a combattere nel finale con un O'Ward eccezionale nel tenere a bada un'auto alquanto nervosa. Alla fine, tra la precisione di Newgarden e la determinaziine di O'Ward ha prevalso la prima e Josef, passando all'esterno in curva 3, ha messo in tasca la seconda affermazione a Indy, il miglior modo per rispondere tutte le critiche nate dalla squalifica di St. Petersburg. Quello del pilota Penske è un successo storico, il 20° per il Team del Capitano e il primo trionfo consecutivo a distanza di 22 anni (l'ultimo era stato Hélio Castroneves tra 2001 e 2002).

La gioia della corsa di Newgarden verso gli spettatori, replica dello scorso anno, si è contrapposta alla frustrazione di O'Ward. A Indianapolis conta solo vincere e il messicano di Arrow McLaren ha assaporato per un istante il successo iniziando l'ultimo giro in testa, per poi perdere la grande occasione. Onore comunque a Pato e ad Arrow McLaren, bravi ad entrare in lotta per la vittoria attraverso la strategia nonostante una messa a punto non ideale. 

Alle spalle dei due contendenti alla vittoria sono arrivati Scott Dixon, risalito dal 21° posto, Alexander Rossi e Alex Palou, che conserva la leadership in classifica piloti con 20 punti di margine su Dixon e 37 su Will Power. Proprio quest'ultimo dovrà dimenticare in fretta la 108^ Indy500, chiusa in largo anticipo in seguito all'incidente avvenuto in curva 1. Ancor prima del ritiro Power aveva comunque perso il treno dei migliori: tra pit stop e ripartenze deboli rispetto agli avversari, il due volte campione IndyCar era già rimasto attardato e sarebbe servito un netto cambio di passo per riportarlo in cima alla classifica.

Restando nel Team Penske, tra i delusi di Indianapolis non possiamo che citare Scott McLaughlin. Partito dalla Pole, la più veloce di sempre, il neozelandese ha spinto e comandato per 66 giri. Ciò nonostante, un pit stop molto lento gli ha fatto perdere la leadership, mai più ripresa nel resto della corsa, chiusa al 6° posto davanti a Kyle Kirkwood, unica gioia Andretti dopo i ritiri di Marcus Ericsson, Colton Herta e Marco Andretti, tutti a muro in curva 1. Hanno chiuso la Top10 Santino Ferrucci, Rinus VeeKay e Conor Daly, autore di una bella rimonta dal 29° posto.

Christian Rasmussen, invece, completa la prima Indy500 della carriera con il titolo di miglior esordiente. Una prestazione solida quella del danese, rimasto per molti giri ancorato alla Top10 e 12° al traguardo, appena dietro Callum Ilott. A proposito di debuttanti, il campione NASCAR Kyle Larson ha deciso di dare priorità alla Indy500 piuttosto che alla Coca Cola 600, restando a Indianapolis e correndo una gara altamente competitiva. Purtroppo, il 31enne californiano ha violato il limite di velocità ai box, subendo un Drive Through e accontentandosi del 18° posto.

Ben otto gli interventi della Pace Car, protagonista sin dal primo giro per l’incidente di Tom Blomqvist in curva 1, punto in cui l’anglosvedese ha pizzicato il cordolo girandosi e venendo colpito da Marcus Ericsson e Pietro Fittipaldi. I piloti svedesi non hanno vissuto una grande 500 miglia siccome, proprio nello stesso punto, Lundqvist ha sbattuto al 28° giro e Felix Rosenqvist, incluso nella lotta per la vittoria, ha parcheggiato la propria Dallara Meyer Shank per via di un problema tecnico. Una Indy500 critica per l’affidabilità dei motori giapponesi considerando che a quello di Rosenqvist si sono aggiunti i ritiri di Marcus Armstrong e Katherine Legge. Tornando alle neutralizzazioni, menzioniamo anche il testacoda da brividi di Ryan Hunter-Reay nel rettilineo opposto: al giro 107 il vincitore del 2014 ha attaccato uno Scott Dixon che, chiudendo con decisione la porta, è stato tamponato dallo stesso Hunter-Reay, costringendolo ad un folle testacoda a più di 300 km/h. Capitan America ha recuperato immediatamente il controllo della macchina, ma i danni non hanno permesso la prosecuzione della corsa.

Archiviata la 108^ Indy500 il paddock della IndyCar si sposta subito a Detroit. Appuntamento domenica 2 giugno alle 18:30 per la sesta tappa del 2024, alla quale si arriverà con Palou ancora leader (183 punti), seguito da Power (157), Dixon (163), Herta e O’Ward, entrambi a quota 134. 

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