IndyCar, capolavoro Dixon a Detroit: vittoria e leadership in campionato
indycarDixon e Ganassi colpiscono ancora, battendo di tattica Ericsson ed il team Andretti. Gara pazza con 8 caution e qualche goccia di pioggia. Detroit da dimenticare per Newgarden, Palou, Herta e McLaughlin
Scott Dixon appone la firma sulla 58^ vittoria della carriera in IndyCar trionfando al termine di un caotico GP di Detroit, dopo il quale il neozelandese conquista la vetta della classifica piloti. Tra le otto neutralizzazioni, la pioggia caduta a sprazzi a cavallo dei 100 giri e un alto tasso di incidenti la spunta ancora una volta il veterano di Chip Ganassi Racing, confermatosi un maestro nella gestione del carburante, tanto da percorrere nell’ultimo stint ben 43 giri a fronte dei 35 previsti dai dati.
Le numerose interruzioni hanno permesso al 6 volte titolato IndyCar, sempre assistito dal monumentale Mike Hull, di allungare l’ultimo stint e di beffare Marcus Ericsson, fermatosi 10 tornate più tardi per la seconda sosta. Lo svedese, reduce da una Indy500 da dimenticare (incidente al primo giro nella carambola scatenata da Blomqvist), ha potuto spingere, evitando di risparmiare bioetanolo, ma ha trovato in Marcus Armstrong l’ostacolo più grande. Il giovane neozelandese, infatti, ha seguito la strategia del compagno Dixon, tenendo dietro Ericsson ed offrendo a Dixon stesso la possibilità di allungare. Superato da Ericsson al penultimo giro, Armstrong si è comunque involato verso il primo podio della carriera, mentre lo svedese si è solo avvicinato a Dixon, passato per primo sul traguardo con solamente otto decimi di margine sulla Dallara-Honda di Ericsson. Così facendo Dixon è diventato il primo pilota a siglare due vittorie nella stagione 2024 ed ora è a -9 dal record di successi di A. J. Foy (67).
Quarta posizione per Kyle Kirkwood, al comando della corsa per 24 giri ma meno performante nella porzione conclusiva del Gran Premio. Ciò nonostante, Kirkwood ha ottenuto buoni punti, facendo sorridere un team Andretti rimasto orfano di Colton Herta, 19° e autore di un avventato attacco su Alex Palou all’interno di curva 5, dove il californiano ha preso una linea interna ancora umida e perso il controllo della vettura.
Il poker dei motorizzati Honda ha lasciato poi spazio alla prima auto spinta dal V6 Chevrolet, la Arrow McLaren di Alexander Rossi, bravo a regolare un Will Power al contempo messo a dura prova dagli eventi di Detroit. L’australiano, infatti, è finito contro il muro in partenza una volta speronato da Théo Pourchaire, rientrando ai box e sostituendo l’ala posteriore. Cambiando la strategia ed approfittando della caution, Power si è messo nella giusta posizione per portare a casa i punti del 6° posto, percorrendo addirittura 40 giri con le gomme morbide nell’ultimo stint. Alle spalle del bi-Campione IndyCar si è piazzato Patricio O’Ward, rimasto bloccato nell’ingorgo della partenza e autore di una rimonta culminata con la 7^ piazza finale, precedendo l’ex-compagno di squadra Felix Rosenqvist ed un solido Santino Ferrucci.
È stato proprio quest’ultimo a provocare una delle 8 caution, tamponando Castroneves (sostituto di Blomqvist) in curva 5 e provocando una reazione a catena in cui è rimasto coinvolto Kyffin Simpson. Nonostante l’altalena di posizioni, Ferrucci ha colto le giuste occasioni chiudendo il GP al 9° posto. Un buon modo per rispondere alle critiche del paddock dopo la diatriba con Kirkwood e Herta nel post-FP2. Risultato eccellente anche per Théo Pourchaire, 10° soprattutto considerando che il francese di casa Arrow McLaren abbia corso per più di 30 giri con il volante storto a causa di un contatto pesante con Agustin Canapino in curva 3. Tutti i protagonisti appena citati hanno guadagnato una posizione nelle fasi conclusive, quando Christian Lundgaard è passato in pochi secondi dalla 5^ alla 11^ posizione.
Molti, invece, sono i delusi di giornata. Partiamo da Josef Newgarden, neo-vincitore della Indy500, giratosi nel tornante di curva 3 e toccato da Alex Palou, le cui speranze di podio sono finite in quel momento (16° al termine della corsa). Una Detroit da incubo per Newgarden, la cui gara è stata caratterizzata da due pit stop da dimenticare: il primo è stato molto lento a causa di un bocchettone difettoso, mentre il secondo ha visto Newgarden agganciare la pistola del cambio gomme all’altezza della piazzola di Lundgaard, perdere il controllo e quasi investire un meccanico del Team Rahal, uscito dall’episodio con qualche escoriazione. Come se non bastasse, Newgarden ha successivamente rotto la sospensione posteriore sinistra appoggiandosi al muro nell’ultima curva, chiudendo 26° con 6 giri di ritardo. Non è andata meglio a Scott McLaughlin, autore di una sbavatura in curva 1 che ha relegato il neozelandese del Team Penske al 20° posto.
Archiviato un movimentato GP di Detroit la IndyCar pensa già a Road America, pista in cui domenica 9 giugno si correrà il settimo appuntamento stagionale. Dixon arriverà ad Elkhart Lake con 18 punti di vantaggio su Palou, 31 su Power, 56 su O’Ward e 66 su Rossi. Appuntamento come al solito sui canali Sky Sport per vivere insieme la corsa in uno dei circuiti più belli del pianeta.