WEC, domenica da sogno per Ferrari e AF Corse: Kubica, Shwartzman e Ye conquistano Austin

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Matteo Pittaccio

FOTO da: @FerrariHypercar - X

Una giornata storica per Ferrari, che con la AF Corse #83 di Kubica, Shwartman e Ye strappa il successo nel WEC ad Austin davanti a Toyota. A podio anche la Ferrari #50, ancora in lizza per il titolo. Dominio Aston Martin-Heart of Racing in LMGT3-Am e ritiro per la BMW #46 di Rossi, Martin e Al Harthy

Ad Austin, Texas, è gloria per Ferrari e AF Corse, che con Robert Kubica, Robert Shwartzman e Ye Yifei ha vinto la Lone Star Le Mans rappresentando per il Cavallino Rampante un’altra grande gioia in una domenica già trionfale per il successo di Charles Leclerc nel GP d’Italia. La Ferrari 499P #83 gestita interamente da AF Corse è stata la prima a tagliare il traguardo, raccogliendo una vittoria strepitosa costruita passo dopo passo, a partire dagli stint di un brillantissimo Robert Kubica, capace di portare la propria hypercar al comando per poi lasciare il compito di dare seguito all’ottima strategia a Ye Yifei e Robert Shwartzman, quest’ultimo in pista per l’ultimo ed intenso terzo di gara. 

Sotto la bandiera a scacchi l’israeliano è passato con quasi due secondi di margine sulla Toyota Gazoo Racing #7 di Kamui Kobayashi, Nyck de Vries e Mike Conway, equipaggio che il trio AF Corse ha inseguito a breve distanza fino al momento in cui Kobayashi non è stato penalizzato con un drive-through per aver ignorato le bandiere gialle dopo curva 11, esposte per il ritiro della Peugeot #94. La sanzione, giunta a 45 minuti dalla fine, ha ribaltato la situazione, riportando Shwartzman e la Ferrari di AF Corse in testa alla gara. Kobayashi ha poi provato a chiudere il gap, ma l’israeliano ha messo in mostra un ritmo veloce e concreto, evitando errori e, infine, chiudendo in bellezza. 

Gioia e liberazione per Robert Kubica, soprattutto dopo l’amara conclusione dell’ultima 24 Ore di Le Mans, nonché per Ye Yifei, che proprio in compagnia del polacco (e Deletraz) perse nel 2021 la vittoria a La Sarthe per un problema tecnico occorso nell’ultimo giro. Shwartzman, invece, con questo sigillo pone le basi per una brillante carriera nell’endurance (e forse anche in IndyCar), la dimensione ideale per un ragazzo da sempre sostenuto da Ferrari.

Al trionfo della AF Corse #83 si è unito il terzo posto della Ferrari ufficiale #50 affidata a Miguel Molina, Nicklas Nielsen e Antonio Fuoco, a cui i 15 punti del 3° posto vanno più che bene in prospettiva Mondiale, soprattutto considerando la 6^ posizione della Porsche Penske #6 di Estre, Lotterer e Vanthoor, ora in vantaggio di soli 12 lunghezze su Ferrari #50 e Toyota #7, entrambe a quota 113. Delusione, invece, per la 499P #51 di Pier Guidi, Calado e Giovinazzi, partiti dalla Pole Position ma costretti al ritiro per un problema alla trasmissione causato da un contatto con una LMGT3.

Il ruolo di miglior LMDh è spettato a Cadillac e Chip Ganassi Racing, bravi con Bamber e Lynn a concretizzare nella gara di casa arpionando il 4° posto e battendo l’Alpine #35 di Chatin/Milesi/Habsburg, costretti a rimontare dopo il drive-through comminato per una mossa azzardata di Habsburg stesso nel primo giro, per altro culminata proprio con un contatto con la Cadillac in curva 12. Come detto, Porsche Penske non è andata oltre la 6^ posizione con Estre, Lotterer e Laurens Vanthoor, arrivati davanti all’auto gemella di Christensen, Makowiecki e Campbell nonostante la penalizzazione per non aver prestato attenzione alle bandiere gialle. Ad una gara già complicata si è unito il duello con la Toyota #8 di Sebastien Buemi, battaglia purtroppo terminata con una difesa eccessivamente aggressiva dello svizzero, sanzionato con ben 30 secondi di Stop&Go per aver schiacciato contro il muro Estre nel lungo rettilineo che collega le curve 11 e 12. Buemi ha comunque avuto la peggio, forando la posteriore destra e relegando il proprio team al 15° posto.

La zona punti si è chiusa con la BMW WRT #15 di Dries Vanthoor, Raffaele Marciello e Marco Wittman in 8^ posizione davanti all’Alpine #36 di Schumacher/Lapierre/Vaxiviere e alla Porsche Jota #38 guidata da Button/Hanson/Rasmussen. Tutti gli equipaggi da Porsche Penske in poi hanno beneficiato della pesante penalità data a Sheldon van der Linde, Robin Frijns e René Rast, piloti della BMW WRT #20. L’equipaggio è passato dall’ottimo 5° posto al 13° - davanti alla Lamborghini Iron Lynx - per via di uno Stop&Go di 100 secondi provocato da un’infrazione tecnica.

Passando alla LMGT3-Am il primato della Aston Martin Vantage targata Heart of Racing non è mai stato messo in discussione: il team di Ian James, caposquadra e pilota in compagnia di Daniel Mancinelli e Alex Riberas, ha dominato la corsa portando a casa il primo successo nel FIA WEC, fondamentale anche per avvicinare il 3° posto in classifica. La formazione americana, che nel 2025 schiererà due Valkyrie in Hypercar, ha preceduto le Porsche del team Manthey: la #92 di Malykhin, Sturm e Bachler ha sfruttato il 2° posto per consolidare la leadership nella classifica, guadagnando 3 punti sull’auto gemella affidata a Shahin, Shuring e Lietz, ora in ritardo di 28 lunghezze, bravi a recuperare fino al 3° posto dopo una qualifica difficile. Da dimenticare l’epilogo della BMW WRT #46 di Valentino Rossi, Maxime Martin e Ahmad Al Harthy, regolarmente al 4° posto fino a 16 minuti dalla bandiera a scacchi, quando un problema tecnico ha costretto la squadra ad un mesto ritiro. Delusione anche in casa Ferrari AF Corse per un podio che sembrava alla portata di Alessio Rovera, Simon Mann e Francois Heriau, scesi al 10° posto dopo aver scontato uno Stop&Go di 100 secondi per irregolarità tecnica.

Archiviato l’appuntamento di Austin il FIA WEC si dirige in Giappone per la 6 Ore del Fuji, in programma su Sky Sport domenica 15 settembre alle ore 04:00. 

WEC, classifica Austin