IndyCar dopo il Thermal Club: Pato O'Ward, la grande beffa e il lungo digiuno
Motori FOTO da patriciooward - Instagram
Pato il successo se l'è visto sfuggire di mano nonostante un lungo monologo in pista che avrebbe esaltato ancor di più le sue doti di 'duro delle quattro ruote'. Certo, adesso dovrà già da Laguna Seca cancellare questo brutto ricordo e dedicarsi totalmente ad una nuova gara, con nuovi obiettivi e con il target del successo
Sei tra i protagonisti della Indycar. Sei all’asciutto da diverso tempo. Ti ritrovi in pole position dopo aver fatto un giro “monstre” e parti con tutti i favori del pronostico. La tua monoposto Arrow McLaren è perfetta. Il Thermal Club è la pista da sogno, quella giusta per il riscatto, fatta di due allunghi e una parte guidata molto divertente. E poi ci sono i Vip a guardarti ed è anche il primo vero GP della storia. Insomma, tutto perfetto per ritornare ad essere il numero 1. Anche la partenza certifica tutto ciò. Pato O’Ward sembra irraggiungibile. Le tue spalle sono addirittura coperte dal suo compagno di squadra Christian Lundgaard e questo è sufficiente per guidare i 65 giri della gara con la testa concentrata per risparmiare pneumatici, soprattutto quelli con mescola morbida che hanno dato qualche grattacapo in più. La gara la vedi nel modo giusto; la strategia scelta dal muretto è perfetta. Eppure, quando ormai gustavi la bandiera a scacchi sul tuo capoccione, inizi a sentire il fiato sul collo del solito Alex Palou. Prima ha superato Lundgaard e poi a 9 giri dal termine lo vedi fare il capolavoro dei capolavori e ti sbianca involandosi verso il traguardo. Una vera beffa dopo aver comandato 51 dei 65 giri previsti e aver dominato tutto il week end. Lo evidenzi anche con la smorfia (di Pato) quando ti togli il casco, dopo aver spento la monoposto.
Ma le gare automobilistiche son fatte anche così. Pato O'Ward pregustava quel successo dopo il lungo digiuno, come non mai. Se l’è visto sfuggire di mano nonostante un lungo monologo in pista che ne avrebbe esaltato ancor di più le doti di 'duro delle quattro ruote'. Certo, adesso dovrà già da Laguna Seca cancellare questo brutto ricordo e dedicarsi totalmente ad una nuova gara, con nuovi obiettivi e con il target del successo. Ne è capace, lo sappiamo e sappiamo anche che ha le carte in regola per poterlo fare. D’altra parte, basterebbe pensare che c’è sempre chi ha fatto di peggio. John Randal Hildebrand di Sausalito in California, per esempio, che ha visto naufragare negli ultimi 200 metri la vittoria che gli avrebbe cambiato la vita, quella della Indy 500. Ha sbattuto a muro e, nonostante abbia danneggiato la monoposto, ha comunque tagliato il traguardo in seconda posizione, lasciando il successo a Dan Wheldon. Insomma, Pato O’Ward la seconda posizione l’ha conquistata senza sbavature, solo un Palou inarrestabile gli ha necessariamente smorzato l’entusiasmo.