Dopo la richiesta esplicita di LeBron James, i Cavaliers hanno deciso di organizzare dei provini per diversi veterani attualmente senza contratto. Tra ex compagni ed ex rivali di King James, scopriamo chi potrebbe diventare il 15° uomo dei campioni in carica anche attraverso gli scambi
LeBron James non ne ha mai fatto mistero: vuole, anzi pretende, una point guard di riserva per far rifiatare di più Kyrie Irving (e anche se stesso, visto che sta giocando più minuti di chiunque). Dopo le critiche dirette, la dirigenza ha deciso di correre ai ripari e indire dei provini per valutare da vicino le condizioni fisiche dei diversi candidati, che per un motivo o per un altro sono rimasti fuori dalla lega per diverso tempo. Andiamo a scoprire chi sono e cosa possono fornire alla causa per placare la rabbia del Re -
La situazione della point guard di riserva per i Cleveland Cavaliers si è complicata quando il titolare del ruolo, Matthew Dellavedova, è stato lasciato andare a seguito dell’offerta da 38 milioni in quattro anni dei Milwaukee Bucks. La dirigenza guidata da David Griffin, oltre a non voler pagare troppo per la luxury tax che pende sul monte salari più alto della storia della lega, era convinta che Mo Williams sarebbe stato in grado di ricoprire quel ruolo.
Williams invece non è riuscito a recuperare dall’operazione estiva al ginocchio a cui si è sottoposto, senza mai presentarsi dai Cavs per il training camp e annunciando il ritiro. Il suo contratto ad ogni modo non è stato tagliato, anzi è stato inserito nello scambio per arrivare a Kyle Korver dando il via a un giro completo degli Stati Uniti senza mai alzarsi dal divano -
In questa prima metà di stagione i Cavs hanno provato a sopperire alla mancanza di una point guard di riserva affidando quel ruolo di fatto a LeBron James, leader di una second unit senza un vero e proprio playmaker. L’idea era quella di far crescere piano piano il rookie Kay Felder, selezionato con la scelta numero 54 dello scorso Draft pagando una cifra record (2.4 milioni di dollari) agli Atlanta Hawks. L’inizio della sua carriera, però, è stato comprensibilmente difficile: solo 4.7 punti di media nei 286 minuti disputati in campo, con il 43% di percentuale effettiva
Dalle difficoltà di Felder e dell’altro giovane DeAndre Liggins nasce la necessità di prendere una point guard per ridare fiato a Kyrie Irving e James. Il principale candidato per il ruolo pare essere Mario Chalmers, che pare essere tornato in forma dopo essersi rotto il tendine d’Achille lo scorso marzo, quando giocava per i Memphis Grizzlies. A suo vantaggio c’è il fatto di aver già giocato (e vinto) con LeBron, che ai tempi di Miami era solito prenderlo a male parole ad ogni occasione – anche perché “Rio” era convinto di essere il più forte di tutti… – ma con il quale ha creato un grande rapporto personale. Inoltre, il suo 36% dall’arco in carriera può tornare utile (anche se senza James ha a malapena toccato il 30% negli ultimi due anni) -
Tra i partecipanti ai provini anche Jordan Farmar, che a inizio stagione ha disputato due partite coi Sacramento Kings prima di essere tagliato. In carriera ha vinto due titoli con i Los Angeles Lakers, ma nelle ultime quattro stagioni tra Lakers, Clippers e Grizzlies ha disputato solamente 91 partite complessive in NBA, giocando anche molto in Europa (Efes, Darüşşafaka e due volte Maccabi Tel Aviv)
Anche Kirk Hinrich, veteranissimo 36enne con 13 stagioni di NBA in carriera, è tra gli invitati al provino. Per lui solamente 46 partite nella scorsa annata tra Chicago e Atlanta, le sue franchigie dove ha disputato la maggior parte della sua carriera (solo 48 partite a Washington nel 2010-11). Dalla sua parte ha esperienza e il 37.5% da tre, ma il 17% dall’arco con cui ha chiuso la sua esperienza ad Atlanta (e il fatto che nessuno gli abbia offerto un contratto in estate) è un segnale del suo crollo fisico
Inutile dire che la situazione più affascinante sarebbe quella legata a Lance Stephenson, che di anni ne ha solamente 26 ed è quello che ha giocato di più rispetto ai concorrenti. L’ex Indiana ha disputato sei partite a inizio stagione per i New Orleans Pelicans, andando per tre volte in doppia cifra con un massimo di 21 punti in 45 minuti contro Memphis. Un infortunio all’inguine ha però richiesto un intervento chirurgico e ha concluso la sua esperienza coi Pelicans: ora che è tornato a disposizione, nella più ottimistica delle proiezioni potrebbe portare quel “playmaking” (4.4 assist su 36 minuti in carriera) che David Griffin sta cercando, come dichiarato dallo stesso GM
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Una possibile riunione nello stesso spogliatoio di LeBron James e “Born Ready” sarebbe un colpo di scena straordinario dopo le schermaglie tra i due nei playoff dal 2012 al 2014, quando Miami e Indiana si affrontarono per tre volte consecutive. Nell’ultima, Stephenson si rese protagonista dell’episodio più iconico di quella serie, soffiando nell’orecchio di James per cercare di infastidirlo e “andargli sotto pelle”. Un’immagine diventata rapidamente un meme, ma che scatenò l’irritazione di James: “Sono qui per giocare a pallacanestro, il resto non mi interessa. L’unica persona con cui ho mai fatto una cosa del genere è mia moglie: di sicuro è una tattica difensiva”. Il Re potrebbe riuscire a rendere Lance di nuovo un giocatore NBA, come già fatto con J.R. Smith?
Voci ancora non confermate sostengono che un altro ex compagno di James, la point guard Norris Cole, potrebbe prendere parte ai provini indetti dai Cavs. L’ex di Miami era già stato accostato ai campioni in carica in estate, ed è stato tagliato a fine novembre dai Shandong Golden Stars della lega cinese dopo aver concluso la stagione passata con 10 punti di media in 45 partite con i New Orleans Pelicans
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11. Stando a quanto detto da Keith Pompey del Philadelphia Inquirer, i Cavs hanno proposto lo scambio tra Jordan McRae e T.J. McConnell. La dirigenza dei Sixers però ha già rifiutato, sostenendo che McConnell ha avuto “un grande ruolo nel successo avuto nell’ultimo periodo”, come dichiarato da coach Brett Brown
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Un altro nome accostato ai Cavs è quello di Deron Williams, che sta viaggiando a 13.5 punti e 7 assist di media per i Dallas Mavericks con il 50% di percentuale effettiva dal campo. Il problema è che guadagna 9 milioni di dollari per questa stagione, e visto che i Mavericks sono tornati in corsa per i playoff – più o meno – l’opzione di un taglio non è più plausibile come lo era fino a qualche settimana fa. Ciò che rimane è uno scambio con Iman Shumpert alla pari o quasi, ma i Cavs hanno bisogno della sua difesa sulla palla
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Oltre a una firma al minimo salariale o uno scambio, i Cavs hanno anche la possibilità di “assorbire” un contratto inferiore ai 4.4 milioni grazie alla “trade exception” creata un anno fa scambiando Anderson Varejao, la cui scadenza è prevista per il 20 febbraio. Un giocatore plausibile per rientrare in questa categoria è Shelvin Mack degli Utah Jazz, che avendo un contratto da 2.4 milioni può tornare comodo a Cleveland.
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I Cavs possiedono un’altra “trade exception” da 4.8 milioni creata nello scambio per Kyle Korver (che scade il 7 gennaio 2018). Uno dei nomi che circolano da far rientrare in questa tipologia di accordo è quello di Jameer Nelson dei Denver Nuggets, che porta la giusta combinazione di esperienza (13 stagioni in NBA) e tiro da fuori (37% da tre in carriera e in questa stagione). Il problema è che coach Mike Malone lo utilizza spesso per chiudere le partite, facendo grande affidamento su di lui nonostante le mancanze difensive
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Rimane solo un’ultima candidatura, anche se non richiesta: quella di Nate Robinson, che dopo le dichiarazioni di LeBron ha utilizzato Instagram per lanciare il suo messaggio. “Devo mettere il mio numero su IG? Perché lo faccio se non mi chiami lol”. Inimitabile