Nella notte la NBA ha reso noti i tre candidati per ognuno dei principali premi della stagione 2016-17. Fa scalpore l'esclusione di LeBron James, neppure candidato al titolo di MVP, ma scopriamo assieme chi potrà vincere il prossimo 26 giugno i titoli di MVP, difensore, giocatore più migliorato, rookie, sesto uomo e allenatore dell'anno!
Candidato MVP: KAWHI LEONARD - Leader in attacco e in difesa dei San Antonio Spurs, ha chiuso con il massimo in carriera per punti (25.5), assist (3.5), triple (2.0) e PER (27.5). Secondo ESPN Stats & Info ha avuto il miglior record e le migliori prestazioni negli scontri diretti con gli altri candidati MVP. È anche l’unico ad aver chiuso in top-10 per punti, recuperi e deviazioni a partita, a testimoniare il suo impatto sui due lati del campo –
La corsa al premio di MVP: Kawhi Leonard
Candidato MVP: RUSSELL WESTBROOK - Era dal 1961-62 che un giocatore non chiudeva con una tripla doppia di media, e mai nessuno ne aveva fatte 42 in una singola annata: la stagione di Russell Westbrook non ha eguali nella storia, con medie da 31.6 punti, 10.7 rimbalzi e 10.4 assist e un record di 33-9 quando ha chiuso in tripla doppia. Non solo: Westbrook è anche stato il miglior giocatore “in the clutch” della lega, segnando 6.2 punti con il 44.6% al tiro negli ultimi 5 minuti di partita con il punteggio entro cinque punti -
La corsa al premio di MVP: Russell Westbrook
Candidato MVP: JAMES HARDEN - Il primo giocatore di sempre a completare il 2.000+2.000, ovverosia almeno 2.000 punti segnati e almeno 2.000 punti fatti segnare ai suoi compagni tramite assist per una strabiliante media di 56.2. La stella degli Houston Rockets ha chiuso la sua miglior stagione in carriera con medie da 29.1 punti (2°), 11.2 assist (1°), 8.1 rimbalzi (3° tra le guardie) e 1.5 recuperi, guidando la sua squadra a 55 vittorie in regular season –
La corsa al premio di MVP: James Harden
Candidato difensore dell'anno: KAWHI LEONARD - Già vincitore negli ultimi due anni, la stella degli Spurs rimane il miglior difensore perimetrale di tutta la lega, dando il suo meglio specialmente nei finali tirati (2.5 recuperi per 36 minuti "in the clutch") -
La corsa al miglior difensore dell’anno
Candidato difensore dell'anno: RUDY GOBERT - Leader della terza miglior difesa della lega dopo Spurs e Warriors, il centro francese dei Jazz è stato il migliore di tutta la NBA per Real Plus-Minus difensivo (6.01), percentuale concessa al ferro (43.% sulla bellezza di 14 tiri a partita) e stoppate a partita (2.7) -
La corsa al miglior difensore dell’anno
Candidato difensore dell'anno: DRAYMOND GREEN - Cuore e anima difensiva dei Golden State Warriors, ha chiuso con oltre due recuperi a partita e un Real Plus-Minus difensivo di +5.03, tenendo gli avversari al 44% al ferro (dietro solo Gobert e LaMarcus Aldridge). A tutto questo bisogna aggiungere la versatilità unica che la sua presenza permette: Green è il raro tipo di difensore in grado di cambiare su tutti gli esterni avversari e un’azione dopo contestare al ferro con la medesima efficacia, tenendo tutti in riga con la sua boccaccia sempre accesa -
La corsa al miglior difensore dell’anno
Candidato Giocatore più migliorato dell'anno: GIANNIS ANTETOKOUNMPO - Leader assoluto dei Milwaukee Bucks, al suo quarto anno in NBA il greco è diventato il quinto giocatore di sempre a guidare la sua squadra per punti, rimbalzi, assist, stoppate e recuperi dopo James, Garnett, Pippen e Dave Cowens. In queste cinque categorie è sempre andato in crescendo nella sua carriera in NBA e in questa stagione è stato l’unico a finire in top-20 in tutte e cinque le categorie -
La corsa al premio di giocatore più migliorato
Candidato Giocatore più migliorato dell'anno: NIKOLA JOKIC - Diventato nel giro di pochi mesi il giocatore-franchigia dei Denver Nuggets, il centro serbo genera pallacanestro anche non volendo, trasformando l’attacco della sua squadra nel secondo migliore della NBA nel 2017 (113.4 di rating offensivo), ossia da quando il suo posto da titolare non è più stato in discussione. Con lui in campo i Nuggets hanno viaggiato a 115.5 punti realizzati su 100 possessi, crollando a 104.6 quando è andato a sedersi in panchina. A questo si aggiungono poi le sei triple doppie che in una stagione normale gli avrebbero garantito per settimane titoli e prime pagine, visto che mai nessun non-statunitense ne aveva messe a referto così tante in una singola stagione (oltre che un giocatore delle sue dimensioni) -
La corsa al premio di giocatore più migliorato
Candidato Giocatore più migliorato dell'anno: RUDY GOBERT - Il centro francese ha vissuto la miglior stagione della sua — seppur breve — carriera, realizzando i massimi in punti (14), rimbalzi (12.9, quarto in NBA), percentuale dal campo (66.3%) e ai liberi (65.2%), ma soprattutto viaggiando a 2.7 stoppate a partita, leader in tutta la NBA anche per percentuale (stoppa il 6.4% dei tiri da due mentre è in campo) -
La corsa al premio di giocatore più migliorato
Candidato Rookie dell'anno: JOEL EMBIID - Se si considerasse solamente impatto e numeri, non ci sarebbe gara: nessuno va neanche vicino ai suoi 20.2 punti, 7.8 rimbalzi e 2.5 stoppate di media in solamente 25 minuti a partita. Parametrando questi numeri su 36 minuti, solamente Wilt Chamberlain (29.2 punti nel 1959-60) ha segnato di più da rookie (28.7 per Embiid). Il problema è che il centro dei Sixers ha disputato solo 31 partite: come verrà valutata questa cosa dai 100 giornalisti che decidono i premi? -
La corsa al premio di rookie dell’anno
Candidato Rookie dell'anno: MALCOLM BROGDON - Scelto con la numero 36 all’ultimo Draft, il rookie dei Bucks è riuscito a imporsi nella rotazione di coach Jason Kidd chiudendo con 10 punti e 4 assist di media, difendendo alla grande e aprendo il campo grazie alle sue ottime doti di tiro (40% da tre punti). È stato probabilmente il rookie più continuo lungo l’arco della stagione -
La corsa al premio di rookie dell’anno
Candidato Rookie dell'anno: DARIO SARIC - Passato sotto traccia per le evoluzioni di Joel Embiid, l’ala croata è salita di colpi dopo l’infortunio del centro camerunense, chiudendo la stagione con quasi 13 punti, 6 rimbalzi e 2 assist di media. Nessun altro rookie ha avuto cinque partite da 20+10 come lui in questa stagione -
La corsa al premio di rookie dell’anno
Candidato Sesto uomo dell'anno: ERIC GORDON - Tiratore mortifero, in questa stagione ha segnato 246 triple (4° nella lega) di cui 206 uscendo dalla panchina, il massimo da quando esiste la linea dei tre punti per una media di 16.3 punti a gara (2° in NBA) -
La corsa al premio di sesto uomo dell’anno
Candidato Sesto uomo dell'anno: ANDRE IGUODALA - Al suo quarto anno a Golden State, l’MVP delle Finals 2015 ha chiuso con il miglior PER della sua avventura in California (14.4) uscendo dalla panchina per la squadra dal miglior record della NBA e cambiandone la strutturazione, sbloccando il famoso “Death Lineup” che negli ultimi anni ha terrorizzato la lega -
La corsa al premio di sesto uomo dell’anno
Candidato Sesto uomo dell'anno: LOU WILLIAMS - Miglior realizzatore dalla panchina di tutta la NBA (17.6 punti, suo massimo in carriera) con la bellezza di 161 triple segnate, la guardia è passata a metà stagione dai Los Angeles Lakers agli Houston Rockets andando a far coppia con Gordon per supportare James Harden -
La corsa al premio di sesto uomo dell’anno
Candidato Allenatore dell'anno: MIKE D'ANTONI - La leggenda del basket italiano ha costruito un attacco fenomenale attorno a James Harden, secondo per efficienza offensiva solo a quello di Golden State e capace di viaggiare a 115.5 punti di media, un dato migliore delle tre edizioni dei Suns allenati da D’Antoni capaci di guidare la lega in questa speciale classifica -
La corsa al premio di miglior allenatore
Candidato Allenatore dell'anno: GREGG POPOVICH - Nonostante l’addio a una leggenda come Tim Duncan, il sistema di San Antonio ancora una volta è stato più importante dei singoli che vanno a eseguirlo. E quel sistema ha il marchio di fabbrico di Gregg Popovich, la cui squadra anche quest’anno guida la NBA per efficienza difensiva (100.8 punti subiti per 100 possessi) -
La corsa al premio di miglior allenatore
Candidato Allenatore dell'anno: ERIK SPOELSTRA - Una stagione incredibilmente a due fronti: 11-30 nella prima metà, 30-11 nella seconda. Non è bastato per conquistare i playoff, ma è stato abbastanza per entrare nella storia: mai nessuno era tornato al 50% di vittorie dopo essere andato 19 partite sotto quella soglia (il record precedente era 12). La loro striscia di 13 vittorie consecutive è solo la seconda di sempre senza poter contare su neanche un All-Star: prima di loro solo i Blazers del 2007-08 -
La corsa al premio di miglior allenatore