
NBA 2019-20, le tappe di una stagione folle: dalla Cina a Kobe fino al COVID e la bolla
Quella del 2019-20 è una stagione che fa già parte della storia NBA, non fosse altro perché si è interrotta ed è ripartita per ben tre volte. Dal tweet di Daryl Morey che ha creato un incidente diplomatico con la Cina alla decisione dei Milwaukee Bucks di non scendere in campo, riviviamo le tappe cruciali di un’annata senza precedenti

IL TWEET DI DARYL MOREY | Tutto è cominciato con il tweet pubblicato (e poi cancellato) dal general manager degli Houston Rockets a supporto delle proteste di Hong Kong contro il governo cinese, immediatamente condannato anche dal proprietario della squadra texana Tilman Fertitta: "Daryl Morey non parla a nome dei Rockets: noi non siamo una organizzazione politica"
TUTTO SUL TWEET DI DARYL MOREY
CHINA GATE | Nonostante i tentativi di Fertitta, però, il tweet di Morey ha provocato un enorme incidente diplomatico tra la NBA e la Cina, con l’emittente cinese che ha cancellato le dirette televisive delle gare di esibizione che i Los Angeles Lakers hanno disputato nella loro pre-stagione in Asia. Le conseguenze economiche stimate si aggiravano sui 400 milioni di perdite
I PROBLEMI DELLA NBA CON LA CINA
ADDIO DAVID STERN | Dopo l'emorragia cerebrale che lo aveva colpito il 12 dicembre mentre pranzava in un ristorante, il 1 gennaio 2020 l'ex commissioner dal 1984 fino al 2014 è deceduto in un ospedale di New York, come annunciato dalla NBA. Aveva 77 anni e sotto la sua guida la lega ha cambiato definitivamente il proprio volto, lasciando un’eredità gigantesca
TUTTO SULLA SCOMPARSA DI DAVID STERN
LA MORTE DI KOBE BRYANT | Meno di un mese dopo il mondo intero si è fermato per il tragico incidente di elicottero in cui è rimasto coinvolto Kobe Bryant insieme alla figlia Gigi e ad altre sette persone a Calabasas, sulle colline di Los Angeles. Kobe aveva 41 anni e stava accompagnando Gigi e alcune sue compagne di squadra con rispettivi familiari a disputare una partita di pallacanestro
TUTTE LE NOTIZIE SU KOBE BRYANT
SALTA IL DERBY DI LOS ANGELES | Il cordoglio della NBA è stato immediato e unanime, ma nessuno è rimasto colpito dalla tragedia quanto i Los Angeles Lakers, che hanno appreso la notizia sull’aereo di ritorno da Philadelphia. Il derby di L.A. contro i Clippers previsto pochi giorni dopo la morte di Bryant è stato cancellato e rimandato al 9 aprile, ma nessuno si sarebbe potuto aspettare quanto tempo ci sarebbe voluto per disputarlo
LA PRIMA PARTITA RINVIATA DELLA STAGIONE
GOBERT POSITIVO: IL PRIMO STOP ALLA STAGIONE | L’11 marzo infatti la regular season NBA si è fermata del tutto, complice il caso di positività al coronavirus di Rudy Gobert degli Utah Jazz. Una scena surreale che ha visto Jazz e Thunder fermarsi a pochi secondi dalla palla a due della loro partita, l’ultima immagine di un campo NBA con tifosi sugli spalti per moltissimo tempo
LA POSITIVITÀ DI RUDY GOBERT
I MESI DELLA PANDEMIA | Dal 12 marzo in poi, infatti, la NBA come il resto del mondo ha dovuto fare i conti con la pandemia di COVID-19, cercando di inventarsi nuovi modi per rimanere rilevante (il torneo di NBA 2K, le gare di HORSE, l’onda lunga di The Last Dance) e organizzando nel frattempo il proprio piano per cercare di tornare in campo
TUTTO SU THE LAST DANCE
IL CASO GEORGE FLOYD E LE PROTESTE | Il 25 maggio, poi, il brutale omicidio di George Floyd a Minneapolis da parte di un poliziotto ha creato una gigantesca reazione in tutti gli Stati Uniti e in particolare nella NBA. La gran parte dei giocatori è scesa in strada per unirsi alle proteste contro la violenza della polizia e la discriminazione razziale, assumendo un ruolo di primo piano nelle questioni sociali
LE REAZIONI DELLA NBA AL CASO GEORGE FLOYD
LA REALIZZAZIONE DELLA BOLLA | Nel frattempo la lega ha realizzato un piano decisamente rivoluzionario e ambizioso per far ripartire la stagione: una “bolla” a Disney World dove far riunire 22 squadre (quelle ancora in corsa per i playoff) per disputare 8 gare di “seeding games” e tutti i playoff, dalla fine di luglio a metà ottobre. Il tutto con protocolli rigidissimi e contatti minimi col mondo esterno per evitare la pandemia
LE REGOLE DELLA BOLLA DI ORLANDO
TUTTI A DISNEY WORLD: RIPARTE LA STAGIONE | Nonostante la resistenza di alcuni giocatori (capeggiati da Kyrie Irving) e le diverse rinunce di altri, la NBA è effettivamente riuscita a tornare in campo e — per ora — a evitare contagi all’interno della bolla di Orlando. Anche le partite disputate a partire dal 31 luglio sono state di livello più che soddisfacente, nonostante le condizioni complicate con cui sono state disputate
LE REAZIONI ALLA PRIMA PARTITA DELLA BOLLA
IL CASO JACOB BLAKE: MILWAUKEE NON GIOCA | Il resto è stretta attualità, ma anche storia dello sport. Dopo i sette colpi di pistola nella schiena di Jacob Blake a Kenosha, in Wisconsin, i Milwaukee Bucks hanno deciso di non scendere in campo per gara-5 dei playoff contro Orlando, boicottando/scioperando la NBA. Una scelta seguita anche da altre squadre e che ha portato a tre giorni di stop delle partite, mettendo a rischio l’intera stagione per protesta
TUTTO SUL CASO JACOB BLAKE
LA SECONDA RIPRESA DELLA STAGIONE | Al termine di giornate febbrili e di un maggiore impegno promesso dai proprietari delle 30 squadre in favore delle lotte alle disuguaglianze razziali, i giocatori hanno deciso di proseguire la stagione e tornare a giocare — con un rinnovato impegno per le questioni sociali. I playoff possono proseguire, una lunga marcia fino al 12 ottobre — data in cui dovrebbe disputarsi l’eventuale gara-7 delle Finals, ultimo capitolo di una stagione davvero infinita