NBA, l'MVP, la finale per l'anello, i campioni e i premiati: 14 previsioni prima del via
John Hollinger, ex dirigente NBA e giornalista di "The Athletic", ha affidato senza paura alle pagine del sito USA 14 previsioni per il campionato che va a iniziare. Dai (sorprendenti) vincitori di alcuni premi stagionali, alle scelte per l'All-Star Game, fino ad arrivare ai nomi delle due squadre campioni a Est e a Ovest. E a chi festeggerà l'anello a giugno
- Per trovare una matricola capace di disputare subito un All-Star Game (la gara della domenica, ovviamente) bisogna tornare a Blake Griffin, ai Clippers, nel 2011. Griffin però era stato scelto nel 2009, ma aveva dovuto saltare tutta la stagione 2009-10 per infortunio. L'ultimo giocatore capace di andare direttamente dal Draft allo status di All-Star nel giro di otto mesi è stato invece Yao Ming, con Houston, nel 2003
- Ci sono 13 squadre al via che hanno un coach o al primo o al secondo anno sulla propria panchina. Vuol dire tanti avvicendamenti recenti, e forse vuol dire che per un po' il volume del cosiddetto "walzer delle panchine" potrebbe essere a zero. La previsione di Hollinger: "Nessun cambio prima della pausa per l'All-Star Weekend"! Chissà se i proprietari saranno d'accordo...
- Per trovare l'ultima vittoria in una serie di playoff dei Timberwolves occorre tornare alla semifinale di conference dei playoff 2004. Poi tre sole volte ai playoff, mai oltre il primo turno. Per John Hollinger il digiuno di vittorie è finito: Minnesota trascinata da Edwards arriverà (almeno) alle semifinali di conference
- L'anno scorso le tre migliori squadre in regular season erano tutte della Eastern Conference (Milwaukee, Boston, Philadelphia). In generale, le squadre dell'Est hanno vinto 22 gare in più di quelle dell'Ovest, un vantaggio che si era registrato anche nella stagione precedente (2021-22). Ma ora seconda Hollinger l'Ovest tornerà a dominare
- Hanno in squadra due big come Kawhi Leonard e Paul George; hanno una tassa di lusso da 100 milioni di dollari da pagare; e hanno le aspettative di una metropoli (che sa cosa vuol dire vincere) addosso. Se le cose non dovessero andar bene neppure quest'anno, Steve Ballmer potrebbe manifestare insofferenza verso un record di 86-78 negli ultimi due anni, con una sola gara di playoff vinta. E scegliere di metter mano all'organico
- DeRozan, 34 anni, sarà free agent a fine anno. Se i Bulls non vogliono perderlo a zero, devono scambiarlo alla trade deadline. Vuol dire fine dell'esperimento LaVine-DeRozan-Vucevic (tutti e tre titolare di contratti molto importanti...), scelta accelerata anche dalle condizioni fisiche di Lonzo Ball. Sulle sponde del lago Michigan si va a grandi passi verso una fase di rebuilding
- Non solo Wembanyama. Per la prima volta all'All-Star Game (e fa quasi impressione scriverlo) ci sarà anche il campione NBA in carica Jamal Murray, la cui parabola di ascesa verso il gotha NBA è stata interrotta dal brutto infortunio che ne ha ritardato anche lo status di All-Star. Finora negatogli. Ma è ragionevole pensare che a febbraio la musica cambierà
- Un altro nome che per Hollinger sarà incluso nelle convocazioni della prossima partita delle stelle è quello di Jalen Brunson. La point guard dei Knicks ha chiuso gli ultimi playoff vicino ai 28 punti di media, prendendosi 20 tiri a partita: le chiavi dell'attacco di New York sembrano essere nelle sue mani (più che in quelle di Randle)
- Il riconoscimento ultimamente sembra premiare l'allenatore della squadra più sorprendente (che sia nella top 10 NBA per record, però). Jenkins a Memphis, Darko Rajakovic a Toronto e J.B. Bickerstaff a Cleveland sono allora i tre principali candidati (Mazzulla potrebbe esserlo per motivi diversi, se Boston dovesse dominare la regular season), ma secondo Hollinger una stagione da 50+ vittorie per i Grizzlies vorrebbe dire premio a Jenkins
- Un voto di fiducia per il giocatore dei Sixers, un voto di sfiducia verso James Harden (e la sua presenza ai 76ers quest'anno). Meno (o zero) Harden vuol dire più Maxey, come già dimostrato l'anno scorso: 20.3 di media per il prodotto di Kentucky con il "Barba", quasi 25 a sera senza lui accanto. Tira il 41.4% da tre (e il volume dall'arco può crescere) e l'85.8% ai liberi (e può andare in lunetta più delle 3.8 volte attuali)
- Una delle scelte prestagionali più gettonate è (ancora) Nikola Jokic. Anche perché in molti pensano che il terzo titolo di MVP (in fila) sarebbe già dovuto arrivare lo scorso anno. Ma Denver potrebbe pensare di "risparmiarlo" un po' durante la stagione regolare, mentre Tatum potrebbe mettersi alla guida di una squadra con legittime ambizioni da testa di serie n°1: e strappare a Embiid la corona di MVP NBA
- Fatte salve le novità che potrebbero arrivare dalla trade deadline di febbraio, Hollinger è convinto che una intera stagione regolare sarà il periodo di prova per oliare al meglio i meccanismi del nuovo terzetto Booker-Beal-Durant. Non avranno magari il miglior record al termine delle 82 partite di stagione regolare, ma saranno "intrattabili" ai playoff: battendo anche Denver per un posto in finale NBA
- Certo, Milwaukee ha aggiunto Lillard, ma la controparte nello scambio per Lillard è stato Holiday, che però invece di giocare a Portland è finito a Boston. E i Celtics, che già avevano aggiunto un potenziale big come Porzingis alla coppia Brown-Tatum, ora si ritrovano un altro All-Star che eccelle soprattutto in difesa (Lillard lo sa bene: tenuto al 35% al tiro nella serie Blazers-Pelicans del 2018, ad esempio...)
- Una squadra alla ricerca del primo titolo (i Suns), una del 18° (obiettivo che li renderebbe, nuovamente, la franchigia più vincente della storia NBA). Un rematch affascinante della mitica finale del 1976 (con i 3 overtime di gara-5) ma anche una sfida che vedrebbe in campo una sfilza lunghissima di superstar, da una parte e dall'altra. Hollinger sceglie i Boston Celtics più per la difesa che per l'attacco: e, si sa, è la difesa che vince i titoli...