
Italia '90, trent'anni fa l'inizio delle Notti Magiche: 30 foto cult di quel Mondiale
Correva l'8 giugno del 1990. Trent'anni esatti. La cerimonia di San Siro con Gianna Nannini ed Edorado Bennato che cantano la loro hit entrata nella testa degli italiani e per sempre nei cuori di tutti. Omam-Biyik che sale quasi fino a toccare il cielo battendo l'Argentina campione in carica. E ancora: i riccioli di Valderrama, Gascoigne, la nazionale irlandese col Papa, i gol di Schillaci e il sogno finito in semifinale. A vincere sarà la Germania

"Forse non sarà una canzone / a cambiare le regole del gioco..." Inizò così quel Mondiale. Milano, stadio San Siro. Cerimonia di apertura delle Notti Magiche con "Un'estate italiana" cantana (in playback) davanti alla nazione. Anzi al mondo. Poi quello scatto con Maradona che giocherà la prima partita.
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Il mondo del calcio guarda in Italia. E l'Italia conosce la sua forza. I migliori giocatori del mondo giocano nella Serie A. Maradona incanta a Napoli, il Milan di Sacchi e degli olandesi vince due Coppe Campioni di fila. L'Inter di Trapattoni è stata "dei record" solo un anno prima. In finale di Coppa Uefa arrivano ben due squadre italiane, Juve e Fiorentina. E alla Samp va la Coppa delle Coppe.
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Amico, Beniamino, Bimbo, Dribbly. E alla fine fu semplicemente "Ciao". Ad accogliere il pianeta calcio (così come Bobby Robson al suo fianco) c'è la mascotte di quel Mondiale. Il nome venne scelto (battendo gli altri candidati) con un sondaggio sottoposto ai giocatori del Totocalcio.
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Ma torniamo a quell'8 giugno. Tradizione voleva che la prima partita vedesse in campo i campioni in carica. Maradona punta alla riconquista dopo essersi travestito da "Dios" nel 1986. Ma a salire in cielo è François Omam-Biyik. Con l'incornata che deciderà il match inaugurale. Trent'anni esatti fa.
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Scatti cult. Quello di Italia '90 fu il primo Mondiale per tre Paesi che si affacciavano per la prima volta sul palcoscenico più prestigioso del Gioco. L'Irlanda che sorprenderà.
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Gli Emirati Arabi: tre partite, tre ko. Due gol fatti e undici subiti.

E la Costa Rica allenata da un serbo, Bora Milutinovic. Che porterà quella squadra senza quotazioni addirittura agli ottavi di finale.

Il sogno della Costa Rica si spezzerà nella prima partita della fase a eliminazione diretta. Gol suo: "Si chiama Tomás Skuhravy, con le sue reti si vola, fai un'altra capriola, fai un'altra capriola" - canteranno poco dopo i tifosi del Genoa per lui. Con la sua Cecoslovacchia si fermerà ai quarti, divetando vice capocannoniere del torneo alle spalle di...

Giusto: Totò Schillaci! L'8 giugno è il giorno della cerimonia e di Argentina-Camerun. Ma quello dopo è quello azzurro. All'Olimpico tremano tutti fino al suo ingresso in campo: minuto 75. Al 79 è già gol. Austria battuta 1-0. Qualche giorno dopo l'uomo accanto si farà conoscere al mondo del calcio con una rete da antologia contro la Cecoslovacchia.

E in mezzo al girone ci pensa Giannini a sfangare la partita contro gli Usa.

Negli altri gironi chi arriverà fino in fondo è la nazione inglese. Gli hooligans fanno paura. Giocano le tre partite in Sardegna a Cagliari. Passano e si lanciano verso la semifinale.

Maradona con la maglia del Brasile. Possibile? Sì, dopo gli ottavi di finale. Decide Caniggia a una decina di minuti dalla fine.

Altro scatto diventato icona, di quel Mondiale e del calcio in generale. Gli iconici ricci biondi di Carlos Valderrama illuminati dal sole della penisola. La corsa della sua Colombia si fermerà proprio agli ottavi.

L'uomo del destino si chiama Roger Milla: protagonista della prima nazionale africana a raggiungere i quarti di finale di un Mondiale. Qui in un momento di relax a bordo piscina durante quella Coppa del Mondo.

Poi in campo, a segnare due gol per il Camerun proprio alla Colombia. Famoso il secondo (anche quello nei supplementari) dopo aver strappato il pallone a uno dei portieri più estroversi della storia del Gioco, Higuita, che azzardò un dribbling a centrocampo perdendo il pallone.

Storica anche la partita tra Germania e Olanda a San Siro. Proprio a Milano si sfidano due nazionali cariche di rosso-nero-azzurro. Tra i tedeschi giocano gli interisti Klinsmann, Breheme e Matthäus. In oranje i milanisti Gullit, Rijkaard e Van Basten. Decidono proprio Klinsmann e Breheme. E celebre resta anche il doppio rosso per Rijkaard e Völler.

Quarti di finale. Lì ci arrivò anche l'Irlanda di Jack Charlton, curiosamente senza mai vincere né perdere alcuna partita entro i novanta minuti. Merito della visita da Papa Giovanni Paolo II?

Ai quarti ci pensa ancora Schillaci (contro gli irlandesi). Matthäus per la Germania. Lineker per l'Inghilterra. L'Argentina passa ai rigori contro la Jugoslavia del miglior giovane del torneo, Prosinecki.

Ed è semifinale proprio contro l'Argentina. 3 luglio 1990. Napoli, stadio San Paolo. Zenga, Maldini, De Napoli, Ferri, Bergomi. Baresi, Giannini, Donadoni, Schillaci, Vialli, De Agostini.

Ancora Totò. Poi Caniggia: un'istantanea che fa ancora male.

Maradona esulta. Si va ai rigori. El Pibe segna. Segneranno tutti gli argentini.

Ai rigori sbaglia Donadoni, uno dei migliori in campo. Poi anche Serena. La voce di Bruno Pizzul scandisce otto parole entrate nella storia: "Sono immagini che non avremmo mai voluto commentare". Si spengono le Notti Magiche. Il sogno finisce in semifinale.

Dall'altra parte del tabellone tennistico è ugualmente battaglia. Völler esce dal campo così.

"Gazza" Gascoigne sorride, sguardo furbo. Due anni dopo giocherà nella Lazio. Ma quella volta a vincere sono i tedeschi. Nascerà da lì la famosa frase di Gary Lineker (in gol): "Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince". Un po' mito un po' realtà: molte fonti indicano la genesi proprio dopo quel match.

Dove resteranno impresse nella storia anche le lacrime di Gascoigne.

E poi? La finale. L'Italia non c'è. Ai lati dell'arbitro Edgardo Codesal Méndez ci sono Maradona e Matthäus.

Segna Breheme. Deciderà lui. Un rigore a sei minuti dalla fine guadagnato da Völler.

Parte la festa tedesca.

E altre lacrime, quelle di Maradona.

Matthäus porta la coppa in trionfo insieme a Pierre Littbarski. Una delle tante foto cult di un Mondiale che compie trent'anni in cui l'Italia non celebrò un trionfo, ma per sempre un ricordo indelebile.