Higuain al Chelsea di Sarri: e le altre storie dei fedelissimi. LE FOTO
Ora si potranno riabbracciare di nuovo in squadra insieme, la stessa di Jorginho arrivato in estate e come fu per tanti ex Empoli nel Napoli. Il "Maestro" ritroverà il suo pupillo argentino come tanti altri allenatori hanno fatto in passato. Da Spalletti e Nainggolan a Zaccheroni con Bierhoff, fino alle mitiche coppie Galeone-Allegri e Mazzone-Cappioli. Fino al 31 gennaio tutte le sere su Sky Sport Football e Sky Sport 24 "Calciomercato, L'Originale", con Bonan, Di Marzio e Fayna
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Higuain-Chelsea: ci siamo. Il Pipita sarà un nuovo attaccante dei Blues e tornerà a giocare per Sarri, maestro prima, e rivale poi, negli anni juventini dell’attaccante argentino. Solo l’ultimo caso di pupillo che torna dal proprio mentore.
Sul taccuino dell’ex Empoli il nome di Higuain era segnato da tempo, come quello di Jorginho, il suo primo colpo da manager del Chelsea, e, prima ancora, di tanti altri allenati proprio in Toscana.
Il primo di tutti fu Mirko Valdifiori, preso dal Napoli appena nove giorni dopo la firma dello stesso Sarri.
Ben presto però nelle gerarchie di quella squadra prese il sopravvento Jorginho.
Che diventò subito un suo fedelissimo.
Così tanto da portarselo al Chelsea, con quella maglietta color blu, e i programmi dello Stamford Bridge dove, presto, ci sarà Higuain.
Sarri lo fece in passato anche con ben cinque giocatori prelevati dall’Empoli. Hysaj nel 2015
Zielinski l’anno dopo, con Tonelli e Sepe.
E Mario Rui nel 2017. Tra i tanti desideri anche Simone Verdi, atterrato a Napoli solo dopo il suo addio e oggi alle dipendenze di Carlo Ancelotti.
Nei colpi recentissimi dove l’allenatore ha voluto portare con sé il proprio pupillo c’è sicuramente Luciano Spalletti, che ritagliò a Nainggolan nella Roma un nuova posizione tra centrocampo e attacco.
Per regalarlo al suo mister l’Inter paga quasi 40 milioni di euro. Attualmente il belga, tra tante turbolenze, è a quota 3 gol in 16 partite giocate.
Ma i precursori di questa mossa di mercato sono tanti. Tra di loro Arrigo Sacchi, dal Parma al Milan nel 1987, dove poi vincerà tutto.
Alla società rossonera chiese Roberto Mussi (in foto a destra) e Walter Bianchi, terzini del suo Parma che correvano su e giù per la fascia come piaceva a lui: non saranno le sue pedine fondamentali per i successi milanesi.
La vera richiesta di mercato di Sacchi sarà invece Carlo Ancelotti, altro fedelissimo che si porterà con sé in Nazionale, ma come vice nei Mondiali americani del 1994.
Marcello Lippi, invece, adottò la stessa tattica sull’altra sponda di Milano nel 1999, chiedendo a Moratti un colpo in blocco che comprendesse tre calciatori dalla sua precedente avventura juventina.
Vladimir Jugovic.
Paulo Sousa.
E Angelo Peruzzi, che si porterà dietro anche nel Mondiale del 2006 nelle vesti di vice-Buffon ma, soprattutto, di prezioso uomo-spogliatoio, figura fondamentale per “fare gruppo”. Stessa cosa per Ciro Ferrara come collaboratore, già suo difensore nel Napoli e nella Juventus.
Tra le coppie “di provincia” tanti altri nomi. Tra questi Walter Novellino…
…che a Piacenza nel 2000, e alla Samp nel 2002, non potrà fare a meno di Sergio Volpi, incontrato precedentemente al Venezia.
Stesso discorso per Carlo Mazzone.
Il cui fedelissimo rispondeva al nome di Massimiliano Cappioli, con i due che condivisero il cammino tra Cagliari, Roma, Bologna e Perugia.
Zaccheroni esportò invece il suo 343 dall’Udinese dei miracoli (terza in campionato nel 1997-98) a Milano, non senza la richiesta di qualche colpo di mercato.
Nell’estate dei Mondiali di Francia arrivano Thomas Helveg, che lo seguì anche all’Inter nel 2003.
Ma soprattuto Oliver Bierhoff, che nell’anno dello scudetto rossonero segnò la bellezza di 19 gol.
Loro invece si conobbero a Vicenza e poi lui, Francesco Guidolin, non seppe mai fare a meno dell’altro.
Cioè Lamberto Zauli, soprannominato “lo Zidane della B”.
Mossa identica quella Ventura-Cerci, scovato ai tempi del Pisa e poi chiamato anche a Torino.
Per non parlare di quando Galeone si portava il centrocampista Max Allegri praticamente ovunque andasse: i due furono insieme a Pescara, Napoli, Perugia, fino alla breve esperienza di Udine, dove Galeone era allenatore e Allegri un giovane collaboratore pronto a imparare il nuovo mestiere.