MotoGP, Super Marquez Bros: le pagelle dei test

MotoGp
Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

L'analisi dei protagonisti dei due giorni in pista al Ricardo Tormo: dall'esordio della coppia Marquez al dominio nella classifica dei tempi della Yamaha, passando per la crescita KTM e le novità in casa Ducati

Non fosse stato per l'esordio del fratellino minore del Drago, questi test sarebbero stati un passo nel 2020, ma senza troppa emozione. Invece il posto lasciato libero dal ritiro di Jorge Lorenzo ha sbriciolato un sacco di pepe sulla paella dei test. Quel posto, ovviamente, lo volevano quasi tutti, anche se per entrare nell'impero altrui da avversario non era un passo facile per nessuno. Così, alla fine c'è andato Alex che ha un sacco di vantaggi sugli altri: sono fratelli, Marc gli vuole un bene dell'anima, stanno sempre o quasi insieme negli allenamenti e nella vita, è una coppia che intriga, interessa, affascina, fa parlare, attira. Ma alla fine saranno uno contro l'altro e allora forse farà poca differenza se il mai sazio Marc se lo ingurgiterà bollito, anziché tritato o allo spedo. Comunque Alex è uscito con una moto 2019 di Cal Crutchlow e dopo soli 7 giri ha capito che sarà dura: è caduto con l'anteriore che gli è scappato via, il modo che ha la Honda di buttarti in terra. Marc lo ha seguito, lo ha preceduto, ma per ora simbiosi poca. Arriverà quando le conoscenze del giovane saranno più complete. Honda in generale ha portato motore e telaio nuovi, è avanti e vedremo a Jerez la verità invernale.

 

Super Yamaha Friends - Ancora tre Yamaha davanti a tutti dopo due giornate intere di test: Viñales, Quartararo, Morbidelli. Una moto 2020, insomma e due attuali con qualcosina di secondaria importanza. Per l'ufficiale un po' più di motore. Un nuovo telaio e altri particolari: novità approvate, ma con riserva visto che di motore ce ne vorrebbe ancora un bel po' in più per pareggiare Honda e Ducati, ma la strada è quella buona. Discorso a parte per Rossi, che oltre a dover rimediare al suo problema cronico con la posteriore che pattina, aveva da provare le novità e pure il nuovo capotecnico David Munoz: un lavoro enorme sulla moto, ma anche sul metodo, sulle alternative. Lui si è detto soddisfatto, vedremo a Jerez tra poco.

 

Nebbione Ducati - Una giornata, la prima, da protagonista, poi un lavoro utile e accurato senza brillare, dare nell'occhio. Oddio, un po' nell’occhio il codone ancora aumentato lo dava (tra l'altro il concetto è stato imitato dalla Honda), così come si notava un nuovo telaio e si intuiva un progresso di motore. Il Dovi è rimasto un po' solo visto che Pirro non era in gran forma e che Petrucci ha dovuto disertare per problemi fisici.

 

Evidenza KTM - Quel telaio arancione sulla moto di Pol Espargaro e nero su quella del collaudatore KTM Dani Pedrosa erano evidentemente un'evoluzione della struttura in traliccio che la casa austriaca utilizza: un tubo di maggiori dimensioni arrivava fino a metà serbatoio per poi dividersi nel vero traliccio, la parte di sostegno motore e aggancio forcellone erano pure loro rinforzate allo scopo di avere maggiore rigidità. Arriveranno. Insomma, come direbbero loro: Kura Tua Moto!

 

Avete d'accendere? - L'Aprilia di Iannone che va in fuoco sul rettilineo e che il pilota accompagna fuori pista fin nei pressi dei commissari, mi ricorda quando Colin Edwards con l'allora Aprilia Cube 3 cilindri si gettò in una via di fuga del Sachsenring dopo essere emerso da una bolla di fuoco. Sono gli imprevisti di chi deve lavorare molto per recuperare competitività. Iannone si è in……o moltissimo, Edwards allora la prese con più filosofia, l'importante è che come sia evidente che Aprilia sta investendo sia in uomini, sia in tecnologia. Il resto è uno scherzo.

 

Ping Pong Avintia - Pochi giorni fa, Joan Zarco: "Io voglio correre per vincere, loro non sono al livello, quindi piuttosto torno in Moto2". Qualche giorno fa, Karel Abraham, pilota Avintia con contratto (come il compagno Rabat) anche per il 2020: "Zarco vuole il mio posto, ma io non glielo lascio. Voglio andare avanti in MotoGP, mi diverto e inoltre io per correre pago, quindi o Zarco porta i milioni che porto io o niente". Venerdì la decisione. A far cambiare idea a Zarco (ricordiamo lasciatosi con KTM e per 3 gare sulla moto di Lorenzo, ora di Alex Marquez) sono stati gli uomini Ducati che gli hanno garantito un'assistenza e un appoggio migliore. Il team credo sia d'accordo ad elevare il suo livello, ma ci si deve mettere d'accordo in 3 parti. Vedremo.

 

Valencia test - Mah, forse non sono così importanti. Di sicuro sono mediaticamente irrinunciabili negli anni di scadenza dei contratti con tanti piloti nuovi su moto diverse, ma quando si tratta di girare per il quarto e quinto giorno in un circuito bellissimo quando pieno di gente, ma piuttosto banale dal punto di vista tecnico e del tutto vuoto, forse sarebbe meglio organizzare test direttamente a Jerez per il week end successivo, magari di 3 o 4 giorni anziché due, così da avere la ragionevole certezza di una o due giornate di bel tempo.