Valentino Rossi compie 41 anni: il racconto della carriera del 'Dottore'

MotoGp
Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

Il 16 febbraio 1979 nasceva il 9 volte campione del Mondo. Riviviamo la sua carriera, fatta di successi, sconfitte, colorata sempre dalla passione sfrenata per le due ruote

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Oggi, 16 febbraio 2020, Valentino Rossi Palma (diamo merito anche a mamma Stefania) compie 41 anni. Li compie quasi tutti di corsa se togliamo il tempo necessario a chiunque (perciò pure a lui) di imparare a parlare ed a camminare. Prestissimo guida dei minikart da cross che poteva gestire grazie ad una precocissima scuola: legato dietro al motorino di suo papà Graziano, all’epoca pilota del mondiale, cercando di controllare la sua macchinina a pedale e imparando a fare i controsterzi. Aveva forse 2 anni. Insomma fin da bambino sempre su qualcosa che andasse a motore, si trattasse dell’Ape Car, di scooter o motorini o di gare di minimoto.

 

A 13 anni prima prova una moto del campionato Sport Production 125 con una Aprilia AF1 Futura, poi nel ’93 con una Cagiva Mito esordisce in quella categoria. Cresce correndo nei campionati Sport Production e GP italiani, conosce quindi i prototipi da GP e nel 1995 vince l’italiano e fa terzo nell’europeo.

 

È pronto e così esordisce nel motomondiale in Malesia. È il 1996. Da lì inizia una storia che spiega tutto: se stessa e il suo protagonista assoluto, l’amore di Rossi per questo sport.

Vi ricordate nell’agosto del 1996 a Brno quel suo primo successo, con il sempre presente fan club, allora ridotto nel numero e sulla strada per diventare il miglior gruppo di tifosi che un pilota abbia mai avuto?

A Brno nel 1996 un giovane Rossi festeggia la sua prima vittoria nel Motomondiale - ©Getty

Vi ricordate quel "Rossifumi" che nel ’97 vince 11 gare su 15 e diventa campione del mondo col terzo posto ancora a Brno? Ricordate il gigantesco numero 1 giallo con scritto 'uord chempion'?

A Donington, nl 1997, Valentino festeggia il suo primo titolo Mondiale, nell'allora 125

Ricordate il passaggio in 250 sempre con l’Aprilia con la squadra di Rossano Brazzi e le 5 vittorie, il titolo sfiorato?

Bè, allora non potete che avere in mente la fantastica festa allo Yacting Club do Rio de Janeiro dove si è svolta la festa per il titolo conquistata con 9 vittorie e col Fan Club vestito da Oba Oba e tutti finiti in piscina vestiti?

Rossi festeggia la vittoria nel GP d'Australia su Loris Capirossi - ©Getty

Sicuramente allora non potete aver dimenticato la stagione d’esordio in 500 con due sole vittorie e la sensazione che forse con più convinzione si poteva battere Kenny Roberts Junior, ma la 500 metteva soggezione, era un’irresistibile selvaggia, bisognava conoscerla bene.

Il 2000 è la stagione del debutto di Valentino in top class - ©Getty

Così è nel 2001 che -vi ricordate?- vince il titolo, l’ultimo della 500, con la Honda. E ad un certo punto diventa 'The Doctor'.

Avete ben chiaro nella memoria che nel 2002 2003 stravince i primi due titoli mondiali della neonata "MotoGP", una categoria con moto a 4 tempi 990, completamente diversa dalla 500.

Valentino Rossi festeggia la vittoria nel GP di Donington, l'8 luglio 2001 - ©Getty

Ricordate anche che nel 2004 lascia la Honda e va alla Yamaha vincendo il titolo all’esordio con una moto che prima di lui non vinceva dai tempi di Wayne Rainey oltre dieci anni prima e soprattutto cominciando a vincere alla prima gara, in Sudafrica a Welkom, davanti a Biaggi per poi portarsi a casa il titolo anche nel 2005.

Uno dei tanti momenti di gioia del 'Dottore' in Honda - ©Getty
Una delle classiche "chiacchierate" tra Rossi e la sua Yamaha - ©Getty
Nel 2004 Rossi vince al suo primo anno in Yamaha. E festeggia con una maglia speciale: "Che spettacolo" - ©Getty

Vanno ricordate anche le due stagioni di sconfitte contro Hayden Stoner e poi il ritorno al titolo nel 2008 e 2009.

Nell'ultimo GP del 2006, Rossi si gioca il Mondiale ma cade in avvio: chiude 12°, vedendo trionfare Hayden - ©Getty
Maglia speciale per il titolo 2009: "Gallina vecchia fa buon brodo", e sul retro "brodo un cavolo..." - ©Getty

Nel 2010 vince Lorenzo, Vale decide per la grande sfida e nel 2011 e 2012 corre per la Ducati. Tre podi in due anni gettati al vento, sia per lui, sia per la casa italiana che non lo ha voluto assecondare. In più l’incidente di Simoncelli a Sepang… Uno normale, forse, avrebbe smesso.

Valentino Rossi insieme a Marco Simoncelli - ©Getty
Valentino Rossi chiude così il suo primo Mondiale in Ducati nel 2011 - ©Getty

Invece Vale -lo ricordate?- torna in Yamaha e si becca come un pugno in faccio l’esplosione di Marc Marquez, di quella Honda là che con lo spagnolo sembra imbattibile. Il 2015 sancisce l’astio, la divisione, l’inimicizia sportiva tra i due galli Rossi e Marquez e ne approfitta Lorenzo. Ma da lì in poi è soltanto Marquez a vincere. Rossi vince due GP nel 2016, una, l’ultima ad Assen 2017, poi 5 podi nel 2018, due l’anno scorso.

GP Malesia 2015, il duello tra Rossi e Marquez: un contatto portò poi alla penalità nel GP finale a Valencia - ©Getty

Comunque 115 vittorie, 9 titoli mondiali, 234 podi.

 

Bene se sapete, ricordate tutto ciò, magari reso ancora più bello da qualche particolare delle varie feste con Fan Club, magari perché ricordate pezzi di intervista, battute, scenette, travestimenti….

 

Se addirittura come me avete avuto la fortuna assoluta di aver vissuto dal vivo tutti i mondiali, gran parte delle vittorie, qualche momento difficile come il botto in prova a Donington, la frattura di tibia e perone del Mugello 2010, l’impossibilità di tirare fuori qualcosa da quella Ducati là, ci avete scherzato a cene, in giro per aeroporti, e avete cercato di capirlo arrivereste, credo, alla mia stessa conclusione. Questa: Valentino Rossi corre per amore e sfrenata passione. Il suo amore è la moto, in particolare lei, quella coi 3 diapason sul serbatoio, il motore coi 4 cilindri in linea, così snella, elegante, quella che ti dà quelle sensazioni, quelle vibrazioni, quelle emozioni lì, roba che cerchi e che trovi. Più spesso con lei, la M1 è amore, quando la guida spesso trova, o comunque cerca, quell’estasi assoluta. Finchè riusciranno a provare piacere, rispetto, emozioni, certezze e sorprese, emozioni, passione di livello altissimo come è stato per tutta la vita, Rossi andrà avanti e farà bene.

 

Solo lui può decidere se quello che riceve e quello che dà sono abbastanza per continuare oltre le sue nozze d’argento con il mondiale.