Moto3, GP Qatar (Losail): vince Arenas. 2° McPhee, 3° Ogura

Losail

Paolo Lorenzi

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Lo spagnolo Albert Arenas in sella a una Ktm del Team Aspar Gaviota si aggiudica la prima gara del Motomondiale 2020, chiude ad appena 53 millesimi da lui McPhee. Arriva terzo al traguardo Masia, che viene però retrocesso di una posizione per un taglio di traiettoria all'ultimo giro: sul podio sale così Ogura

A un soffio dal sogno. Di un podio, forse di una vittoria, la gara di Tony Arbolino si è infranta contro la realtà di un contatto all'inizio dell'ultimo giro. Quando il milanese era quarto e aveva ottime carte da giocare in volata. Sarà un caso, o forse no, ma di mezzo tanto per cambiare c'è finito lo spigoloso Darryn Binder. Il sudafricano l'ha tamponato in staccata, mandandolo largo. Tony, quindicesimo, ha portato a casa un solo punto insieme allo sconforto per un podio perso dopo una gara perfetta. Partito decimo, il pilota del team Snipers ha guadagnato il gruppo di testa, dimostrando grande velocità in rettilineo.

Gruppo compatto dall'inizio

Gara serrata, con Suzuki, Arenas, McPhee, Rodrigo, Masia, un bel manipolo di ragazzi scatenati. Gara spettacolare, alla faccia degli spalti semivuoti e di un paddock preoccupato dalle notizie in arrivo dall'Italia. Ma le difficoltà legate all'emergenza in pista sono svanite d'incanto al primo start della stagione. Testa bassa, adrenalina a mille e polso fermo. Le solite sgomitate, scie date e rubate, sorpassi chirurgici, il consueto spettacolo della Moto3, per quaranta minuti ha fatto dimenticare le preoccupazioni a chi stava chiuso in casa davanti allo schermo.

Vittoria di Arenas, italiani a bocca asciutta

Per la cronaca la prima vittoria è andata ad Arenas, seguito da McPhee e Masia (poi retrocesso di una posizione per un superamento del limite della pista, onestamente difficile da riscontrare in tv). Comprensibile delusione per Tatsuki Suzuki, scattato dalla pole e finito settimo dopo aver sgomitato a lungo in testa alla corsa. Italiani a bocca asciutta, non solo per lo sfortunato epilogo di Arbolino. È mancato pure Migno, scivolato progressivamente dal settimo posto della griglia di partenza al sedicesimo finale. Giusto davanti a Romano Fenati ("Mi è mancato l'assetto giusto per l'inizio della gara, troppo grip dietro, un problema da risolvere per il futuro"). Qualche errore di troppo ha invece condizionato la gara di Dennis Foggia, autore di una bella rimonta dal diciannovesimo posto in griglia fino al gruppo di testa. Un largo alla fine del diciassettesimo giro ha vanificato tutti i suoi sforzi e alla fine il romano si è dovuto accontentare del nono posto. Peccato anche per Vietti, un po' in difficoltà con la nuova KTM per tutto il weekend, ma il piemontese ha chiuso anzi tempo la sua corsa, a sette giri dalla fine, a causa di un contatto con Alcoba. Strascichi polemici: il team Leopard di Masia ha protestato per la sanzione inflitta al suo pilota.