MotoE, risultati del Day-1 dei test a Jerez: al paddock si parla anche di coronavirus

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Rosario Triolo

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Foto Twitter Matteo Ferrari
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Il campione del mondo Matteo Ferrari è secondo alle spalle di Granado nel Day-1, ma nel paddock caos per l'emergenza Covid-19

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Doveva essere un momento importante, si è trasformato in un nuovo problema. Il ritorno in pista della MotoE a Jerez è stato adombrato dalla situazione riguardante piloti e tecnici italiani, potenzialmente bloccati in Spagna a causa delle nuove restrizioni adottate nei confronti del nostro Paese per l'emergenza corona virus. Il team Sic58 squadra corse ha deciso anticipatamente di non mandare il suo staff e il suo pilota, Mattia Casadei, con doppio fine precauzionale: da una parte evitare il rischio contagio, dall'altra quello di restare bloccati in Spagna. Dove per la verità nel paddock è arrivato il caos.

 

Alcuni tecnici e team manager sono rientrati immediatamente in Italia, complicando il lavoro sulle nuove moto con la nuova tecnologia di raffreddamento delle batterie. Nonostante tutto Matteo Ferrari è riuscito a brillare sia sul giro secco, solo 84 millesimi più lento del brasiliano Granado, che sul passo gara. Alex De Angelis è quinto, mentre Canepa nono. I due debuttanti Marcon e Zaccone stanno cercando di interpretare la nuova moto, nel caso di Zaccone i giri sono stati molto pochi perché non era neanche dotato del nuovo sistema batteria. Entrambi si sono scontrati con la necessità di cambiare stile di guida rispetto alla Moto2 alla quale sono abituati.

 

Il punto è che la cronaca motociclistica si ferma qui. Il resto della giornata è trascorso in una riunione nella quale gli italiani hanno espresso preoccupazione e il desiderio di cancellare questo test e riprogrammarlo per non restare bloccati fuori dall'Italia. Non avendo ricevuto, a sentire loro, la dovuta solidarietà da parte dei colleghi stranieri e dell'organizzazione, la soluzione proposta è stata chiedere aiuto alla Farnesina per un corridoio dedicato al loro rientro, oppure cambiare la destinazione dei loro voli dalla Spagna alla Germania da dove poi tornare a casa, sempre nella speranza che in Germania non vengano prese decisioni di blocchi verso il nostro Paese in tempi brevi.

Il risultato è che il test continua, con alcuni team mutilati nel loro staff tecnico e con cinque piloti su 17 che sicuramente non sono nelle condizioni mentali ideali di dedicarsi al loro lavoro con la normale concentrazione. Forse la situazione doveva essere valutata con una maggiore sensibilità da parte di tutti, visto lo sforzo al quale l'Italia si sta sottoponendo per contenere gli effetti dell'emergenza.