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Valentino Rossi, ritiro a Valencia nel GP Europa: "Problema elettrico alla Yamaha". VIDEO

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Durante il quinto giro del GP Europa, la M1 di Rossi si è fermata per un problema tecnico: "Quando ho riaperto il gas, la moto si è ammutolita e non è più andata. Fortunatamente non si è rotto il motore, è stato un problema elettrico. C’è qualcosa che non funziona: la nostra moto è sempre la più lenta e abbiamo anche dei problemi di affidabilità". Per la prima volta in carriera Valentino (al rientro dopo un mese di assenza a causa del Covid) termina 4 gare di fila senza punti

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Rientro in gara sfortunato per Rossi, dopo un'assenza di quasi un mese dalle corse per via della positività al Covid-19 (prima di Valencia, l'ultima volta di Valentino in sella alla Yamaha era stata domenica 11 ottobre nel GP di Francia). A cinque giri dal via del GP Europa, Rossi è stato costretto a ritirarsi a causa di un problema tecnico: la sua M1 si è fermata da sola in mezzo alla pista. Per la prima volta in carriera Rossi termina quattro gare consecutive senza punti (Il GP Europa di questo weekend è stato il suo 412° GP fra tutte le classi, il 352° in top-class).

"Stavo andando piuttosto bene, nel senso che mi trovavo meglio rispetto al warm up - spiega Valentino al microfono di Sandro Donato Grosso -. Ho perso un po' di tempo con Bagnaia, perché poi quando sei in fondo alla gara succede di tutto, però non ero male. Purtroppo alla curva 4, quando ho riaperto il gas, la moto si è ammutolita e non è più andata. Ho visto che stavano 'sbriccando' la moto per capire cos'è successo, però ancora non si sa. Fortunatamente non si è rotto il motore, è stato un problema elettrico. Una cosa da un euro, come si dice in questi casi, però ancora non si sa con precisione".

Per caso avevi della stanchezza addosso dopo questo lungo stop a causa del Covid?

"Da quello che ho capito, gli effetti del Covid dipendono da come ti prende. Fortunatamente io ho avuto solo un po' di febbre e ho sempre respirato bene, non ho avuto altri problemi, a parte il mal di testa. Ma si ritorna normali come prima: io da due settimane mi alleno a casa, ho corso, ho fatto gli allenamenti normali. Sto piuttosto bene. Ho un po' di dolorini, ma è normale dopo un mese di assenza dai circuiti: queste moto sono toste, ti lasciano un po' di acido lattico".

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Facendo un confronto con le altre case, la Yamaha dovrà cambiare qualcosa per provare a vincere il Mondiale nel 2021?

"Al momento il nostro riferimento è la Suzuki. Dobbiamo imparare molto da loro. Per tanti anni si è pensato che il problema della Yamaha fosse il ‘motore 4 in linea’, che è un po' vecchio di concezione rispetto al ’motore a V’ di Honda e Ducati. Invece la Suzuki ci ha dimostrato che il problema non è quello. Brivio ha fatto un lavoro egregio negli ultimi anni, perché è riuscito a fondere il metodo giapponese con il metodo italiano ed europeo. È stato questo il suo grande merito. La MotoGP negli ultimi anni è cambiata molto, è diventata più simile alla Formula 1, quindi non è più come 5-6 anni fa. Sembra che questo step la Yamaha non l'abbia fatto. La Suzuki deve aver capito qualcosa sulle gomme che invece noi non abbiamo capito. È incredibile che da una pista all'altra ci sia così tanta differenza, c’è qualcosa di tecnico che non abbiamo capito".

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Forse la nuova chiave per vincere in MotoGP è fare una moto come la Suzuki che funziona a 360 gradi in tutte le piste?

"Assolutamente sì, infatti vincono sempre. Diciamo che la chiave per vincere il Mondiale, è fare una moto che vince tutte le domeniche – scherza Valentino –. L’altro aspetto importante è il motore, c’è qualcosa che non funziona nel nostro reparto motori: la nostra moto è sempre la più lenta e abbiamo anche dei problemi di affidabilità. Speriamo che la Yamaha cerchi di fare qualcosa. Di solito o hai il motore che va più forte di tutti e si rompe. Oppure hai il motore un po' meno performante, ma con più affidabilità. Noi invece abbiamo entrambi i problemi, come se la tecnologia sia andata più avanti sotto questo punto di vista".

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