"Negli occhi di Marquez ho visto un campione ferito". Il backstage dell'intervista a Sky

L'intervista
Antonio Boselli

Antonio Boselli

Antonio Boselli ci racconta il dietro le quinte dell'intervista realizzata a Marc Marquez: è la prima "one to one" dal rientro. La versione integrale andrà in onda giovedì 27 maggio alle 18.30 su Sky Sport MotoGP: il pilota mostra il suo lato umano, dopo aver superato i 10 mesi più difficili della sua vita. Domenica il GP d'Italia, le gare live su Sky Sport MotoGP e Sky Sport Uno: Moto3 alle 11, Moto2 alle 12.20, MotoGP alle 14

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Marc Marquez non è più lo stesso. È ovvio, il tempo passa per tutti. Oggi siamo diversi da quello che eravamo ieri e da quello che saremo domani. Nel caso di Marc, questi ultimi 10 mesi sono stati i più difficili della sua vita. È questo il senso più profondo che ho colto quando l’ho intervistato. Prima e dopo l’intervista ho avuto modo di chiaccherare con lui, senza i tempi stringenti che solitamente vengono imposti ai piloti e a noi addetti ai lavori. Gli ho mostrato anche le mie lastre perché sì, anche io nel 2004 mi sono fratturato malamente l’omero in un incidente in moto. Storie diverse, certo, accomunate però da un infortunio a un osso che nel mio caso era anche più conciato. "Wow che botta, anche tu hai l’hombro de hielo?", mi chiede Marc. Effettivamente sì, perché una delle conseguenze della frattura all’omero è l’impacchettamento della spalla che perde elasticità. Anche per questo motivo, la postura di Marquez in sella è ancora innaturale, con un gomito ancora troppo alto. Colpa dell’hombro de hielo.

La determinazione di Marc

È solo questione di tempo. Marquez è sicuro di questo: quando riacquisirà forza, allora tutto tornerà come prima. Ecco, la mia sensazione è che Marquez rimane sempre Marquez, ottimista riguardo il suo pieno recupero e sempre incline a cogliere qualsiasi occasione in pista come capitato a Le Mans. Eppure Marc non è più lo stesso perché tutto quello che gli è capitato in questi mesi lo ha messo a dura prova: tre operazioni, una stagione persa e soprattutto un’infezione che poteva degenerare e compromettere la carriera. Ci è voluta tanta forza e tanta determinazione per andare avanti. Le lacrime a fine gara a Portimao, dopo il ritorno dall’infortunio, sono lì a dimostrarlo. Se quindi le cicatrici fisiche si stanno rimarginando, quelle dell’anima impiegheranno più tempo, magari quello necessario per tornare alla vittoria. Nel mezzo c’è un Marc che vuole aspettare il suo corpo, consapevole che quella sua continua sfida al destino, tratto distintivo della sua guida e del suo modo di essere prima dell’incidente, deve essere domata. Ma come dicevamo, il tempo passa per tutti e il Marquez di oggi non sarà lo stesso del Marquez di domani, quando lo rivedremo lì davanti a lottare per la vittoria.

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