Valentino Rossi: "Futuro nella Ducati VR46? Difficile guidare nel proprio team". VIDEO

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Durante la conferenza piloti, Rossi ha commentato le parole del principe saudita, che lo vorrebbe nel team Ducati VR46 con Luca Marini: "Credo che guidare per il proprio team sia molto difficile. Comunque non ho ancora deciso, ci penserò meglio durante la pausa estiva". Sull'accordo Ducati VR46: "Faremo crescere giovani talenti italiani"

ASSEN, LE QUALIFICHE LIVE

La presenza di Valentino in conferenza ad Assen, proprio nel giorno dell’ufficialità dell’accordo tra Ducati e VR46, non poteva che generare tante domande a Rossi sul suo futuro. Il campione di Tavullia ha risposto a tutti i quesiti, con il solito sorriso e la serenità di chi non perde mai il controllo della situazione. Inevitabile partire dal team che porta il suo nome: la VR46 sarà team satellite Ducati in MotoGP a partire dal 2022, grazie alla firma di un contratto triennale. Un accordo che soddisfa Valentino: "Siamo orgogliosi dell’accordo Ducati VR46, abbiamo tante persone di valore che lavorano a questo progetto, siamo tutti felicissimi. Siamo contenti di usare una moto italiana con piloti italiani, sarà divertente. Abbiamo parlato con tante case per il team VR46. Quando si fanno questo tipo di negoziati ci sono tante cose da tenere a mente, come i prezzi delle moto e il sostegno che può darti la casa madre. Il duello era tra Yamaha e Ducati, e alla fine abbiamo scelto Ducati. I rapporti con Dall'Igna e Ciabatti sono ottimi, faremo un bel lavoro insieme. Con Ducati condividiamo tante come, come far crescere i piloti italiani, credo che questa sia stata la ragione principale della scelta". Salta quindi l’ipotesi di un accordo tra la Yamaha, attuale squadra di Rossi, e il team VR46. "Il mio rapporto con la Yamaha va benissimo, abbiamo vissuto insieme i giorni più belli della mia carriera – spiega Valentino –. Io gareggio con Petronas e loro volevano restare con Yamaha. Noi siamo felici di correre con Ducati, che crede nel progetto della nostra Academy, quindi alla fine siamo tutti contenti così. Io a prescindere resterò sempre un pilota Yamaha nel cuore, abbiamo condiviso tantissimo insieme".

"Difficile possa guidare nel team VR46"

Nel team Ducati VR46 correrà sicuramente Luca Marini. Resta da capire chi sarà il secondo pilota: come ha spiegato il team manager, Pablo Nieto, il nome sarà svelato in occasione del GP d’Austria a inizio agosto. Ma intanto c’è chi sogna di riunire i fratelli Valentino Rossi e Luca Marini nello stesso team. Si tratta del principe saudita Abdulaziz bin Abdullah Al Saud, a capo della holding Tanal Entertainment Sport & Media, sponsor del team Ducati VR46. Il principe saudita ha dichiarato espressamente: "Sarebbe fantastico vedere Rossi competere nei prossimi anni come pilota del nostro Aramco Racing Team VR46 insieme a suo fratello Luca Marini". Parole a cui Valentino risponde così: "Sono molto fiero delle parole del principe, abbiamo parlato del mio futuro, lui spinge affinché io continui a correre. Però vedremo, farò le mie valutazioni nei prossimi giorni, penso che sia difficile. So che il principe vuole provare a far correre insieme me e mio fratello Luca nel 2022, non me l'aspettavo che lo dicesse in conferenza stampa. Non è una questione di Ducati, credo che guidare per la propria squadra sia molto difficile. Non ho ancora deciso, ci penserò meglio durante la pausa estiva, devo parlarne con Yamaha, con la squadra. Noi vogliamo migliorare i nostri risultati, l'inizio della stagione non è stato fin qui strepitoso, sarà difficile che io continui a gareggiare anche nel 2022. Mi spingono sempre in tanti a guidare una Ducati nel 2022, ma sarà difficile che questo avvenga".

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"Devo capire se sono in grado di fare buoni risultati"

Come spesso accade, in molti si chiedono cosa spinga ancora Valentino a svolgere il proprio lavoro con tanta passione all’età di 42 anni: "Per me questo non è soltanto un lavoro. Non puoi guidare solo per i soldi. Credo che tutti i piloti siano mossi da una passione forte, che sentono quando salgono in sella e girano su un tracciato. Probabilmente è una cosa che abbiamo capito da piccoli. Per me la passione c'è ancora, è fortissima, continuo a divertirmi tanto. Però i risultati sono importanti, anche per divertirsi, perché comunque è una vita stressante, c'è tanta pressione. Gareggiare è bello, ma la pressione è grande. Il punto è capire se sono in grado di fare ancora dei buoni risultati, perché sono i risultati a fare la differenza". Negli ultimi anni è cambiato qualcosa in questo sport? "La MotoGP è diversa dal passato, non sono sicuro che il fattore umano adesso sia meno importante – spiega Rossi –. Forse in passato il pilota poteva fare più la differenza, diciamo che forse il pilota contava al 60% e la moto al 40%, ma adesso non è cambiato tanto. I piloti forti anche oggi sono quelli davanti".

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Rossi cittadino onorario di Assen: "Sono orgoglioso"

Assen è un circuito speciale per Rossi, nessuno ha fatto bene come lui su questo tracciato, dove ha vinto 8 volte (6 successi invece per Agostini, 5 di Doohan). Valentino ha anche il record di podi ad Assen (10 insieme ad Agostini). Tra l’altro, l’ultima vittoria di Rossi in MotoGP è stata proprio ad Assen nel 2017. Non a caso, prima della conferenza stampa, il pilota della Petronas è stato nominato cittadino onorario di Assen: "Sono molto orgoglioso di essere diventato cittadino onorario di Assen, è un luogo magico per gli appassionati di motori, uno dei più famosi. Ho anche le chiavi di Laguna Seca. Per la maggior parte dei piloti Assen è solo tracciato e paddock, però in passato abbiamo fatto qualche visita alla città. Ricordo qualche ristorante la domenica sera o il sabato sera, era sempre divertente, c'erano tanti giovani, mi sembra un bel posto. Assen è magnifica, è un circuito che tutti i piloti amano, c'è dentro tantissima storia del motociclismo, c'è sempre stato dalla prima stagione. La pista ha un disegno meraviglioso, guidare qui è sempre un enorme piacere. L'asfalto funziona in qualunque condizione, anche la tribuna è fantastica, sembra uno stadio".

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