MotoGP, come arrivano ad Austin (Usa) team e piloti: il borsino
Il trend per Aprilia ed Espargaró (reduci dal trionfo di Termas che è valso il balzo in vetta al Mondiale) è gasante, spinge a continuare: la maturità di Aleix dà fiducia. Torna Marquez: ieri è apparso deciso ma anche provato, un po' preoccupato dai 5 gravi infortuni in 2 anni. Ducati, è l'ora di cominciare a vincere con i piloti su cui punta di più (Bagnaia, Miller, Martín, Bastianini). Nel giorno delle prime uscite in pista, facciamo il punto sui protagonisti
di Paolo Beltramo
APRILIA - La casa italiana e il suo pilota, per la prima volta vincenti insieme e in MotoGP, sono arrivati ad Austin dall’Argentina praticamente volando su una nuvola soffice e bella. La stessa che vorrebbero utilizzare per il ritorno in Europa dopo questa gara texana. Qui, alla fine, a parte la Suzuki che una volta ha vinto, benissimo è andato soltanto Marc Marquez, perciò sognare di potersi ripetere con una moto che descrive come una prosecuzione del suo corpo, che fa esattamente ciò che vuole e battere il rientrante e tutti gli altri può essere naturale.
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E potrebbe anche accadere perché il trend per Aprilia ed Espargaró è sicuramente positivo, gasante, spinge a continuare, anche se -come diceva Enzo Ferrari, non uno qualsiasi- vincere non è facile, ma può accadere, il difficile è continuare a farlo anche se la tranquilla maturità di Aleix è un ottimo segnale. Come dire anche, però, che in fondo c’è uno stimolo ulteriore. E poi Vinales vorrà avvicinare Aleix.
Espargarò on fire: "Voglio vincere ancora"
HONDA - Il disastro argentino viene completamente oscurato dal ritorno di un Marquez apparso deciso, ma anche provato, un po’ preoccupato, come ha detto lui stesso, da cinque gravi infortuni nel giro di 2 anni. Per capire come sarà il suo approccio e se potrà tornare ad essere il conquistatore dell’America (ha vinto 7 volte su 8 qui, 3 su 3 ad Indianapolis, l'ultima a Laguna Seca…) dove è quasi imbattuto, si dovrà per forza di cose attendere almeno sabato, dandogli il tempo di capire il nuovo asfalto e la moto, capire sé stesso e poi vedere.
Il ritorno di Marquez
Anche se poi lui è uno che in gara potrebbe trasformarsi, non mettiamogli troppa pressione. Già è molto che sia ad Austin. Le mie sensazioni sono però che in Honda uno come Marquez oltre a Marc, non c’è. Polyccio Espargaro potrebbe vincere, ma non mi sembra uno da mondiale, gli altri due del team LCR, Nakagami e Alex, per ora sono lontanissimi.
Marquez, casco speciale
DUCATI - È ora per la casa bolognese di cominciare a vincere e con i piloti sui quali punta di più, cioè Bagnaia, Miller, Martin e Bastianini. Altrimenti la situazione potrebbe diventare difficile, anche considerando che da millenni non si assisteva ad un campionato così equilibrato e “compatto” nella sua classifica. Basti dire che il primo, Aleix Espargaró, ha conquistato soltanto 45 punti sui 75 in palio nelle prime 3 gare.
Bagnaia: "Sarà un buon weekend"
Quindi le possibilità di rientrare prepotentemente dove il gioco si fa duro esistono, soprattutto dopo le dimostrazioni di forza di Martín e la bella rimonta di Bagnaia in Argentina. Lo squadrone ha comunque anche ottimi esordienti come Bezzecchi e Di Giannantonio e piloti che possono fare molto bene come Zarco e Marini.
SUZUKI - Questo è il tracciato di Kevin Schwantz, l’uomo più Suzuki della storia, e difatti finora soltanto una Suzuki, quella di Rins è riuscita a vincere sul serpentone in saliscendi vicino ad una delle capitali più musicali del globo. La Suzuki che in Argentina ha dato tangibili segnali di miglioramento disputando con entrambi i piloti prove decenti (7° e 8°) e finendo molto bene in gara con Rins terzo e Mir quarto.
Yamaha e Suzuki, gap di potenza incolmabile?
Le cose potrebbero andare anche meglio proprio qui, per la gioia dell’indimenticabile 34 e dei molti appassionati che dai lontani anni ’70 sono affezionati al marchio giapponese. In fondo su Suzuki, oltre a Schwantz hanno corso e spesso vinto gare, piloti come Hennen, Sheene, Lansivuori, Ferrari, Lucchinelli, Uncini, Mamola, Barros, Kenny Roberts Jr, Capirossi… E allora perché escludere i due di oggi, che sono forti, dalla lotta?
Yamaha e Suzuki, gap di potenza incolmabile?
KTM - Il marchio austriaco in questo inizio di stagione ha stupito in positivo. Magari poco appariscenti in prova, ma sicuramente solidi in gara. Perlomeno con uno dei due piloti di punta: o Binder, o Oliveira. Insieme mai, il che lascia ancora le cose sotto una nube di fitta foschia. Come per Ducati dove i piloti forti sono più d’uno, anche in KTM devono trovare maggior costanza con uno (o entrambi) dei due. Dai due Rookies Gardner e Fernandez per il momento non ci si può aspettare molto.
YAMAHA - Quartararo non è contento della moto, ma alla fine riesce sempre a tirar fuori il meglio dal mezzo di Iwata. Disputa ottime prove e poi in gara è sempre il migliore dei suoi. Qui potrebbe anche puntare al successo viste le gare molto belle disputate da Rossi, Vinales e Suzuki. Morbidelli è da vedere: se la sf…una lo abbandona può tornare lassù, dove merita di stare.
Quartararo: "Dobbiamo aumentare la velocità"
Meno competitivi invece Dovizioso, ancora alle prese con problemi di adattamento e comunque pilota di un team esterno e il debuttante preso in Moto3 Darryn Binder. Insomma sembra ancora che no Quartararo, no party. Le prove cominceranno a dirci qualcosa di più. Non vediamo l’ora, davvero con così tante domande e quasi nessuna risposta. Per ora, da stasera avremo le idee più chiare.
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