MotoGP, GP Australia a Phillip Island: le pagelle di Paolo Beltramo
Nel GP d'Australia mai così spettacolare, un Bagnaia da 10 si prende la testa del Mondiale e si guadagna il match point iridato domenica prossima a Sepang. Incubo Quartararo (voto 2), male anche l'Aprilia con Aleix Espargaró. Che spettacolo invece la banda di giovani italiani, da Bezzecchi a Bastianini. Ecco le pagelle di Paolo Beltramo dopo la gara di Phillip Island
- Una giornata iniziata sotto l'acqua e, naturalmente visto che laggiù siamo in primavera iniziata da poco e sul mar di Tasmania, con un certo freddo. Ma tant'è, fa parte del gioco andando a Phillip Island in questo periodo e tutti lo sanno. È però anche sempre possibile che appena spunta il sole la pista “downunder” si asciughi visto il vento che soffia sempre abbastanza consistente. E così è successo. E ne è venuto fuori uno dei più bei GP di sempre. Quando la pista è bella e gare sono sempre meglio. Bene.
- Chi si aspettava un GP così? Phillip Island 10 e lode. Milioni di sorpassi, tutto in bilico fino all'ultimo metro, lotte, staccate, derapate, errori e i primi 7 piloti racchiusi in meno di 9 decimi sul traguardo. Incredibile, bellissimo, sorprendente, inatteso, esaltante, speciale, da rivedere in loop quando vi annoiate o volete provare del profondo godimento motociclistico. Bravissimi tutti quei piloti
- Pecco Bagnaia ha conquistato un 3° posto che significa moltissimo, quasi addirittura il titolo perché arrivato in concomitanza della caduta di Quartararo che così dopo questa gara perde la testa del campionato per 14 punti. Tanti a due gare dalla fine. Bagnaia è stato in testa, ma poi non ha voluto esagerare e prendersi troppi rischi alla fine quando Rins e Marquez volevano vincere. Bagnaia ha fatto benissimo ad accontentarsi sapendo che il suo rivale era out, altrimenti ci avrebbe provato: così si fa quando si vuole vincere un campionato
- Ora Pecco è quasi arrivato al coronamento del sogno, del massimo, di quello che ogni pilota ha quasi paura a immaginare, soprattutto dopo esser stato lontano ben 91 punti dal francese. A Sepang si può avere la certezza matematica del titolo se dovesse guadagnare altri 11 punti sul campione della Yamaha. 10 per la lucidità, l'intelligenza, l'autocontrollo, la qualità, il talento. Ora sangue freddo, concentrazione, un po' di relax: manca poco.
- La vittoria di Alex Rins che ha guidato benissimo dopo essere partito decimo e vinto a due gare dal ritiro della Suzuki dal motomondiale e su questa pista dove la casa giapponese non aveva mai conquistato il successo è come un saluto col cuore, un ciao, un bacio di un amore diviso dal caso, ma non voluto. Bene, bello, emozionante. Qualche volta il motodestino è anche buono, dolce, giusto. 10.
- Marc Marquez che riesce a riportare la Honda sul podio e si gioca il successo fino all'ultimo metro dopo tutto quello che ha passato. Pure questo ce lo ha dato Phillip Island col suo tracciato fantastico, antico. E vederlo a fine gara correre dai suoi tifosi a festeggiare come avesse vinto è stato emozionante, bello, una specie di viaggio nel tempo che ci ha mostrato immagini già viste e, chissà, anche quelle future? 10.
- Aleix Espargaro non è riuscito ad approfittare dell'assenza di Quartararo come avrebbe voluto, potuto e sperato. E invece ha chiuso soltanto nono a causa di regolazioni errate dell'elettronica. Se così fosse è un vero peccato perché un errore sulla mappa elettronica ha rovinato la gara di Aleix anche in Giappone. Qualche speranza esiste ancora, ma minima. 5.
- Fabio Quartararo prima ha sbagliato una frenata, poi è caduto. Nelle ultime 4 gare ha “conquistato” la piccolezza di 8 punti. Una miseria. La seconda metà del mondiale lo ha visto dilapidare, sperperare, sprecare un tesoro che sembrava al riparo da qualsiasi attacco e questo sembra essere il suo grande limite visto che lo stesso è accaduto nel 2020 e anche l'anno scorso che pure lo ha visto conquistare il titolo
- Fabio deve lavorare su sé stesso perché questi finali a calare sono una sua caratteristica negativa. Quello di quest'anno è un record negativo per il francese: nessuno nella storia ha mai gettato un vantaggio simile... 2
- Gli italiani della Ducati: Bagnaia, Bezzecchi, Bastianini, Marini. Del primo abbiamo detto. Il Bez ha vinto il titolo di miglior debuttante dell'anno e disputato una gara bellissima, grintosa, promettente. 9
- Il Bestia ha disputato una seconda parte di gara a modo suo, bellissima, di recupero. 8
- Il Maro è stato lì, coi migliori, a sportellare, a dimostrare le sue doti. 8.
- Ultimo del gruppo spettacolo Jorge Martin, autore della pole, davanti per un bel pezzo di gara, poi in calo di brillantezza, ma comunque là davanti. 8. Gli altri sono stati tutti più lontani, meno interessanti stavolta. Soprattutto KTM che queste ultime gare le aveva disputate tutte bene.
- Il primo Campione del Mondo di questo 2022 è -strameritatamente- Izan Guevara. Uno che ha vinto alla sua seconda stagione di mondiale (come Rossi, tanto per dire), che ha vinto il titolo conquistando la sesta gara (meglio di “vincere vincendo” non si può) di una stagione fantastica.
- Avrebbe potuto, forse dovuto secondo i suoi mentori Martinez e Borsoi, stare calmo, non prendere alcun rischio, magari rimandare il tutto in Malesia, invece ha lottato, è tornato su Sasaki e sul suo compagno (Garcia) che erano in fuga, è stato in mezzo alla lotta senza pensieri, senza tattiche, semplicemente dando il massimo, cercando di vincere. La sensazione è che anche questa volta il vivaio spagnolo abbia prodotto uno che scriverà altre pagine di questo sport. 10 e lode a lui e alla KTM (in tutte le sue versioni Gas-Gas, Husqvarna)
- Guevara ha stracciato le Honda un'altra volta visto che il primo del gigante asiatico a Phillip Island è Dennis Foggia, nono a oltre 16 secondi di distacco dal primo, cioè un'enormità in una categoria solitamente compatta come la Moto3. Foggia (6) ha anche perso ogni speranza di vincere il titolo e per ora pure il secondo posto nel mondiale.
- Ottimo Garcia (8), secondo pure in gara a confermare il dominio del team Martinez di Valencia che ha festeggiato accolto col casco d'oro da Nico Terol, l'ultimo campione della 125 e ora dirigente della squadra. Curioso che quest'anno il marchio Honda (col team Honda Asia e Ai Ogura) sia in lotta per il titolo soltanto in una categoria dove non ci sono suoi motori come la Moto2 che, per regolamento monta lo stesso propulsore Triumph su tutte le moto. Che brutta stagione...
- Lopez straccia tutti e stravince nonostante un long-lap penalty e dimostra di meritarsi assolutamente il ripescaggio al posto del licenziato Fenati sull'italiana Boscoscuro. 10 per una gara bellissima e anomala visto il distacco del secondo (tre secondi e mezzo), dove di italiani all'arrivo c'è soltanto Zaccone sedicesimo a più di 53 secondi
- Augusto Fernandez commettere un errore grave e cadere (3) e perdere però pochi punti su Ai Ogura (6) undicesimo e ora primo in classifica per 3,5 punti in un mondiale tesissimo e appassionante come difficilmente accade.
- Bello anche il secondo posto di Pedrito Acosta (8) e terzo Jake Dixon (7) che però è arrivato ad oltre 9 secondi
- Pessimi gli italiani: caduti o ritirati Vietti, Antonelli, Dalla Porta, Corsi e Arbolino. Un vero disastro, 2.
- Domenica si torna già in pista a Sepang, in Malesia, GP dove si potrebbero decidere 2 titoli, ma anche no e rimandare tutto a Valencia, all'ultima gara. In compenso sarà il 23 ottobre, ricorrenza esatta anche per il luogo, di quel maledetto GP del 2011 quando ebbe il suo incidente Marco Simoncelli. Una brutta coincidenza.