MotoGP, GP India: le PAGELLE a cura di Paolo Beltramo
Un super Bezzecchi vince da dominatore il Gran Premio dell'India e si prende un 11 complessivo per tutto il weekend. Appena sotto uno stoico Jorge Martin, che ha combatutto contro la disidratazione e con un problema alla tuta e si merita un 10 e lode. Bene i ritrovati Marc Marquez (nonostante la scivolata) e Quartararo, mentre Pecco Bagnaia (4) commette un grave errore. Di seguito i voti a cura di Paolo Beltramo
- Bella e ovviamente molto saporita la via delle Indie: pista interessante, tanta passione, molta gente e risultati inattesi in MotoGP, dove le moto giapponesi si sono trovate meglio del solito. Domenica Giappone, oriente conosciuto
- Marco Bezzecchi sabato è stato spinto fuori alla prima curva dallo sfortunato Luca Marini, che si è fratturato una clavicola e ha compiuto una rimonta spaziale chiudendo vicino al podio. Oggi il supertalento in costante esplosione del Team Mooney è riuscito finalmente a partire indenne e in poche curve è andato in testa, ha mollato tutti con una sicurezza impressionante e ha stravinto la gara, fatto il giro veloce (ovvio record della pista) e pole
- Semplicemente, evidentemente, assolutamente più veloce, elegante, imprendibile, bello da veder guidare, laggiù, lontano, quasi scomparso per gli inseguitori… Grandissimo, 11. Simply the Bez!
- Colpa, della scelta sbagliata della gomma posteriore (media anziché soft) che ha richiesto più forza e del fatto che non aveva messo in funzione la cannuccia che collega la sacca d’acqua nella gobba della tuta alla bocca
- Bravo comunque Jorge Martin, perché nella caldissima e combattuta gara indiana ha dato davvero tutto il possibile e forse anche qualcosina di più visto che alla fine non è neppure riuscito ad arrivare al parco chiuso, ma si è fermato davanti al suo box e si è fatto aiutare a scendere dalla moto, poi ha iniziato a bere, farsi annaffiare ed è crollato a terra
- Alla fine è arrivato dove era atteso per festeggiare un preziosissimo secondo posto che lo porta a soli 13 punti dal caduto Bagnaia, ma è stato nuovamente sdraiato a terra, preso in cura dai medici, reidratato ed ha potuto godersi il podio (anche con questo impressionante calo di zuccheri) soprattutto grazie al distacco, ora sceso a soli 13 punti con ben altri 279 in palio
- Un Martin che ha corso una parte di gara con la tuta aperta, che l’ha chiusa, che all’ultimo giro ha sbagliato, è andato lungo, è stato passato da Quartararo e poi con un sorpasso meraviglioso ha ripreso un secondo posto che vale moltissimo: la certezza di potersi giocare davvero il titolo, altro che sogni. 10 e lode. Voto che vale anche per Ducati che, pur senza due piloti come Alex Marquez e Luca Marini, si è a lungo presa le prime 3 posizioni.
- Pecco Bagnaia (4) perché cadere per la quinta volta in questa stagione in gara è grave, ma dimostra anche quanto bravo sia il leader del campionato proprio perché, nonostante questi errori, è ancora davanti a tutti. In sostanza Pecco o vince, o cade. Purtroppo stavolta è caduto dopo aver ripreso e superato Martin, una situazione che valeva molto per invertire la tendenza. Ci stava riuscendo, nonostante fosse molto al limite, ma poi è caduto per un piccolo errore che a quei livelli diventa decisivo
- Bravo comunque, perché dopo la gara è andato a trovare Bezzecchi per fargli i complimenti. Una dimostrazione di amicizia fantastica. Merito dell’ambiente e del livello tecnico fantastico dell’Accademy, che stimola la competizione, ma unisce le passioni e le trasforma in amicizia e competenza. Bene (6) in fondo Zarco, sesto
- Eccoli di nuovo Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e la Yamaha. Il francese è finito sul podio e ha confermato il sorriso di sabato, ha guidato bene, ha lottato e ha finalmente conquistato il podio giocandosi addirittura il secondo posto con Martin. A Fabio 9, al Morbido che partiva diciassettesimo ed è finito settimo, 8
- Dimostrazione lampante che su una pista nuova per tutti dove istinto, sensibilità e talento contano di più perché ci sono meno dati a disposizione, la facilità di guida della Yamaha è venuta fuori e i piloti ne hanno approfittato al meglio. Bene comunque
- Dopo il terzo posto nella gara sprint di Marc Marquez, oggi il fenomeno catalano è scivolato mentre si giocava il podio (8) e ha comunque finito nono e Joan Mir ha finalmente dimostrato la sua classe e chiuso quarto lottando con Brad Binder (8), come sempre nettamente migliore della KTM
- Pol Espargaró (4) è finito 13° e Jack Miller (4) alle sue spalle ad oltre 30 secondi dal primo. Tocca capire cosa sta succedendo all’australiano, davvero in crisi in questi ultimi mesi
- Un GP non proprio dei migliori per la casa veneta, con Aleix Espargaró ritirato per un problema (non specificato) dovuto al troppo calore che resta imprigionato dentro la carena della moto veneta. Peccato, perché il passo poteva essere buone. Ottavo Vinales (6), decimo Fernandez e dodicesimo Oliveira
- Un’esagerazione quasi impunita dai giudici, ma sa di beffa un long lap tra l’altro non eseguito in tempo per una cosa così di Jeremy Alcoba (1) alla prima curva, che stende 5 piloti e costringe la Moto2 a una bandiera rossa e a una nuova gara ridotta di un terzo (12 anziché 18 giri). Dove Pedro Acosta (10 e lode), il predestinato, domina portando a casa un altro successo, il 9° in carriera, il 6° quest’anno e porta a 39 i punti di vantaggio su un ottimo Arbolino (9) finito alle sue spalle di oltre 3'' nella seconda corsa
- Al primo via Arbolino era partito meglio ed era primo dopo 5 curve, ma al secondo start Acosta è scattato in testa e ciao ciao a tutti. Tony ha provato a stargli in scia, ma un come sempre aggressivo Sergio Garcia (9, è un esordiente) lo ha impegnato in sorpassi e controsorpassi che hanno dato a Pedrito la possibilità di andarsene oltre il secondo fin da subito. Il bello di questa gara è che abbiamo ritrovato un Tony Arbolino a livello della prima parte di stagione, 39 punti sono tanti, ma mancano 7 gare (175 punti) e tutto può accadere
- Bella gara anche quella di Joe Roberts (9), finito sul podio dopo una lotta intensa e divertentissima con Garcia. Al termine non arrivati in 9, un disastro. Peccato per Vietti, steso al primo via e con una frattura all’osso pubico (purtroppo non correrà in Giappone). Ma per incidenti così la punizione deve essere più severa di un long lap. Non ci siamo proprio, soprattutto perché non c’è costanza nelle punizioni: a qualcuno di più (Oncu), a troppi di meno come Alcoba oggi
- Dopo tanta Colombia torna la Spagna a dominare in Moto3, stavolta con una Honda, quella del team Leopard guidata da uno straordinario, martellante, imprendibile Jaume Masia (10 e lode), che ha rifilato quasi 5 secondi e mezzo al più “vicino” dei suoi rivali guidando tutta la gara e staccando l’unico pilota che sembrava riuscire a tenere il suo ritmo, cioè Sasaki (8)
- Che anche stavolta non è riuscito a vincere e che ha perso la leadership ipotetica finendo terzo dietro anche a un ottimo Kaito Toba del Team Sic58 (9 e mezzo), autore di una fantastica rimonta e di una altrettanto appassionante battaglia finale. Sasaki nel convulso ultimo giro dopo essere stato raggiunto da Toba e anche dal suo compagno, l’esordiente Veijer che si è toccato col compagno ed è caduto disperato (9). Pure per lui grande gara e grande rimonta
- Ora il Mondiale vede una classifica talmente compatta da farci desiderare di vedere il finale di stagione con una camomilla di fianco. Col quarto posto di Holgado (8), conquistato oggi davanti al dominatore delle ultime gare Alonso (8), in campionato ci sono Holgado e Masia in testa a 174 punti, con Sasaki a -1 e Alonso staccato di 22. Piuttosto buona la gara di Ricky Rossi, 7° (7) e Stefano Nepa, nono (6)