MotoGP in Malesia (Sepang): le PAGELLE di Paolo Beltramo
Una Ducati e un Enea Bastianini da 10 e lode quelli visti a Sepang. Poco meno per i due contendenti al titolo, con Bagnaia (9) che termina in terza posizione davanti a Martin (8). Male invece KTM, Aprilia e Honda. Di seguito le pagelle a cura di Paolo Beltramo
GP MALESIA, GLI HIGHLIGHTS - BAGNAIA CAMPIONE IN QATAR SE...
- Enea Bastianini torna alla vittoria 420 giorni dopo l’ultimo successo (Aragon 2022), supera tutti i rivali, ma soprattutto tutte le sue difficoltà fisiche e tecniche dopo una stagione iniziata con l’incidente della prima gara sprint della stagione in Portogallo e poi continuata con le fratture di Barcellona, con la costante di un non semplice rapporto con la Ducati 2023, un lungo periodo demoralizzante dove i rapporti, gli amici, la voglia di tornare hanno fatto la differenza.
- Oggi ha dominato in lungo e in largo, dimostrandosi il più veloce senza nessun dubbio. Bello, una storia che riprende il suo fluire sorridente come giusto che sia per un pilota che arriva nella squadra ufficiale e si deve scontrare con questo muro di sfortune. Bello, il Bestia è tornato e sapendo come guida in Qatar… 10 e lode.
- 15^ vittoria stagionale, record della Honda (’97 e 2003 eguagliato anche se allora i GP erano meno), 7^ consecutiva e 7° podio tutto Ducati quest’anno, 5 piloti diversi vincitori (Bagnaia, Bezzecchi, Martin, Zarco, Bastianini) in una stagione come la Suzuki nel '79 (Ferrari, Hartog, Ireland, Sheene, van Dulmen). Già campione del mondo Team, Marche, piloti. Oggi 4 davanti a tutti. Che volete di più? 10 e lode ancora una volta e per sempre perché un dominio così non si vedeva dai tempi della MV, ma ora anche più evidente per dimensioni
- E comunque quelli che vanno “meno bene” di Ducati sono Bezzecchi (a proposito, auguri!) 6° tra le due Yamaha e comunque non super competitivo fin da venerdì (7), Diggia e Marini 9° e 10° (6) sotto le aspettative per problemi di gomme che stando nel gruppo diventano più che possibili, soprattutto al caldo di Sepang, poi Zarco 12° (5). Infine c’è il bicampione SBK Bautista finito 17° a 53''. Direi non giudicabile per il poco tempo avuto per capire gomme e moto, ma che dimostra chiaramente quanto differenti siano le due categorie.
- 14 punti di distacco tra Bagnaia e Martin dopo il GP malese tirando le somme il campione del mondo guadagna 1 punto sul suo irriducibile avversario. Oggi Pecco terzo, Jorge quarto in difficoltà con le sue gomme, entrambi stranamente meno veloci (più lenti non sarebbe giusto…) di Bastianini e di Alex Marquez ancora molto positivo dopo il successo nella sprint (bravo, 9)
- Tra i due litiganti la gara non è stata serrata, vicina, al coltello, ma c’è stato un botta e risposta fantastico dove Pecco ha fatto capire al rivale di essere tosto, cattivo, determinato almeno quanto bastonator. Ora sta arrivando il momento per i due di prendersi magari anche qualche rischio per rompere un equilibrio che sembra davvero quasi assoluto. Mancano due sole gare, in palio ci sono ancora 74 punti, impossibile fare calcoli, almeno fino a Valencia.
- Stavolta finalmente Bagnaia (9) torna a stare davanti a Martin (8) che denuncia problemi di gomme, come ieri diceva di avere Pecco. Insomma anche la capacità di gestire gli penumatici conterà, avrà il suo peso. Stavolta il warning per le pressioni è arrivato a Bagnaia e Marini, Martin già lo aveva quindi siamo apri anche qui. Che mondiale…
- Fabio Quartararo (9) quinto, Franco Morbidelli settimo (8): stavolta la Yamaha è stata competitiva per le posizioni immediatamente dietro ai migliori, alla pari, anzi meglio, di KTM e la cosa fa piacere perché un po’ di soddisfazione, un sorriso, un respiro possono fare molto bene in una stagione dove le difficoltà sono state moltissime.
- KTM e Aprilia stavolta non sono andate bene. Per la casa austriaca il risultato è l'8° posto da parte di Miller (6) dopo che Binder (4) è caduto, mentre in Aprilia di 4 moto alla partenza ne è rimasta una sola al traguardo, quella di Vinales (5) all’11° posto: davvero troppo poco per una casa che ha vinto e che sta regredendo a vista d’occhio. Se possibile pure Honda è andata peggio delle ultime gare con Marquez 13° migliore e Mir caduto. Impossibile giudicare piloti con un mezzo così difficile e incostante
- Prima curva e mondiale virtualmente deciso per l’errore di Gonzales che costringe Arbolino ad evitarlo e a perdere tante posizioni, mentre Pedro Acosta passa e prende il secondo posto dietro Fermin Aldeguer (10 e lode) che disputa una gara fantastica con la Boscoscuro e vince da dominatore con oltre 7 secondi su quello che diventa così il meritatissimo Campione del Mondo della categoria (10 e lode).
- Acosta è un pilota giovane che promette di diventare uno dei grandissimi del futuro. D’altronde nel giro di tre stagioni ha vinto Moto3 e Moto2, come avevano fatto in passato piloti del calibro di Valentino Rossi (125 e 250) e Marc Marquez (125 e Moto) e ha soltanto 19 anni. Un astro è nato, lo si sapeva, ma oggi c’è la certezza, bravissimo lo squalo.
- Sicuro secondo nel campionato Tony Arbolino che in questa gara difficile e sfortunata chiusa al decimo posto ha in pratica sintetizzato la sua stagione altalenante e non sempre fortunata, bravo comunque (7). Buona gara di Ramirez, Ogura e Dixon in lotta per il terzo posto, ma lontani dalla vetta (8). A parte Arbolino anche qui (fuori Vietti, bravo in prova 5) di italiani davanti non se ne vedono, come spesso. I tempi di Morbidelli, Marini, Bagnaia, Bezzecchi quando erano giovani sembrano essere finiti, purtroppo. Mi sa che tocca dire: VR46 pensaci tu, altrimenti…
- Gara a eliminazione per la categoria dei ragazzini, dove alla fine vince il suo primo GP l’esordiente olandese Veijer (10 e lode), un pilota dei Paesi Bassi non vinceva in 125/Moto3 dal 1980 (Hans Spaan), con una gara insieme aggressiva ed accorta, da giovanissimo volpone davanti al suo compagno di squadra Sasaki (9) per soli 66 millesimi di secondo. Il giapponese tiene vivissimo il suo sogno mondiale salendo a meno 13 punti sul leader Masia (9) che finisce alle sue spalle terzo in un finale in volata
- Al quinto giro della gara malese è caduto Alonso che ha coinvolto, tra gli altri, Holgado e Moreira rendendo di fatto questo campionato un duello tra Sasaki e Masia capace anche oggi di tenersi fuori dai guai e dai rischi eccessivi con una gara intelligente, mentre il giapponese è stato beffato dal compagno di squadra, segno che in moto i giochi di squadra quando in palio c’è la vittoria per fortuna non esistono
- Non troppo bene, né fortunati come per tutta la stagione, gli italiani con uno sfortunato Bertelle (9, bravo finché ha potuto) decimo dopo essere stato spinto fuori dall’incidente tra Öncü (9, stavolta incolpevole) e Rueda (4) mentre si giocava il podio. Ottavo Farioli (7), dopo una gara dura e faticosa
- Questi risultati dei piloti italiani in Moto3 però non possono bastare, siamo ancora lontani dalla candidatura per il titolo di un nostro pilotino, speriamo perciò che in Italia si ricominci ad investire sui giovani, altrimenti non ci sarà più un’alternativa alla scuola spagnola da dove vengono praticamente tutti i ragazzini migliori e non soltanto quelli nati lì. Oppure torniamo a mandare i nostri là: quest’anno, fino ad ora, neanche un successo in Moto3 per un pilota italiano