Aggressiva e ambiziosa, nel 2024 Ducati Pramac sogna il titolo piloti in MotoGP

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Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

Dal circuito del Bahrain è stata svelata la nuova Ducati del team Pramac, ultimo tassello mancante prima dell'inizio della stagione in programma nel weekend dell'8-10 marzo (da vivere su Sky e in streaming su NOW). Grandi e giustificate ambizioni quelle della squadra di Campinoti, che potrà contare sul vicecampione del mondo Martin e su Franco Morbidelli: il sogno è il titolo piloti, dopo il 2° posto del 2023. E la livrea, decisamente più aggressiva, è un chiaro segnale in questo senso...

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Dal paddock del Bahrain, dove esordisce la Formula 1, arriva anche l'ultimo tassello del mosaico che compone la griglia di partenza dell'attesissimo mondiale MotoGP 2024: il Team Campione del Mondo, quello che si chiamerà ancora Prima Pramac che sarà l'unico oltre a quello factory a disporre delle moto in versione 2024. Bello il cambio di colori, con un viola forte e un rosso fuoco a rendere la moto molto più aggressiva di quella degli scorsi anni col bianco. Una dimostrazione anche grafica delle grandi e giustificate ambizioni della squadra di Paolo Campinoti. Il mondiale

per Team vinto nel 2023 è una base dalla quale partire per cercare di ripetersi e magari anche migliorare dopo il secondo posto ottenuto dal confermatissimo Jorge Martin. L'idea è chiaramente quella di battere tutti non soltanto nel campionato delle squadre, ma anche in quello piloti. Anche perché a fianco di Martinator ci sarà un Franco Morbidelli vogliosissimo di riscatto dopo due stagioni di sofferenza sia fisica, sia tecnica con una Yamaha poco competitiva.

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Martin principale rivale di Bagnaia

Insomma il team Pramac è stato l'ultimo a svelarsi, ma - come dice anche lo sponsor Prima - ha ambizioni altissime: è solido economicamente e tecnicamente con l'appoggio ufficiale di Ducati dimostrato anche dalla presenza dell'ingegner Luigi Dall'Igna alla presentazione. È eccellente dal punto di vista dell’organizzazione e dei tecnici che ci lavorano, è solido e in costante crescita da anni. Infine ha trovato in Martin il pilota perfetto: giovane, fortissimo, affamato, assetato, motivato e in sviluppo. Con un pilota che possiede le qualità dello spagnolo non ci si può nascondere, non si può più impersonare il ruolo di sorpresa del campionato, ma si parte tra i favoriti. Ed è questo forse l'unico aspetto che potrebbe mettere pressione a Jorge. Credo però che il ruolo di sfidante principale di Bagnaia anziché stressarlo, spingerà Martin ad essere ancor più determinato, sicuro e competitivo, ammesso che sia possibile. Insomma, dal circuito di quello stato formato da 5 isole che apre il mondiale F1 e che sta di fronte alla penisola del Qatar dove si correrà il weekend dall'8 al 10 marzo la prima gara della MotoGP parte una sfida lampante, chiara e pure bella da vedere con quella moto lì.

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Per Morbidelli grande chance, ma serve calma

Per Franco Morbidelli, che ha sfoggiato un casco italo-brasiliano molto evidente, si tratta di un'opportunità enorme, bella, da sfruttare anche se da affrontare con calma. Il "Morbido" infatti non ha potuto sfruttare i 5 miseri giorni di test tra Malesia e Qatar per conoscere la sua nuova moto a causa della caduta di Portimao dove si stava allenando con una moto stradale insieme ai piloti della Superbike e della VR46 Accademy. Ha picchiato la testa e i medici gli hanno consigliato di saltare entrambi i primi appuntamenti con la sua nuova moto. Un limite grande, soprattutto considerando che arriva da anni di guida su una moto completamente diversa come caratteristiche tecniche e di guida. Passare da 4 cilindri in linea della Yamaha al V4 della Ducati a due telai diversi eccetera impone un periodo di adattamento. Franco deve quindi recuperare il tempo perduto, ma deve farlo con calma, cercando di reprimere per un po’ la sua voglia di tornare davanti, di guidare divertendosi, di scrollarsi di dosso anni di sofferenza dopo l’operazione ai legamenti del ginocchio.

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Nell'Italian dream team c'è anche 'Morbido'

Tutti speriamo che Franco riesca a tornare competitivo, vincente. Ci piacerebbe che tra i tanti italiani veloci e in grado di lottare per il podio ci sia presto pure lui. Perché dovremmo accontentarci di Bagnaia, Bastianini, Bezzecchi, Di Giannantonio e magari pure Marini con la Honda, quando abbiamo anche un Franco Morbidelli nell'italian dream team?