MotoGP, GP USA ad Austin dal 12 al 14 aprile: come arrivano piloti e team
12-14 aprile
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La MotoGP si prepara a sbarcare negli Stati Uniti per il 3° Gran Premio della stagione: appuntamento ad Austin dal 12 al 14 aprile per un weekend imperdibile da seguire come sempre in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport MotoGP e in streaming su NOW. Sprint Race sabato alle 22, domenica gara lunga alle 21. Ecco come arrivano piloti e team in Texas, dove nel 2023 vinse a sorpresa Alex Rins
di Paolo Beltramo
1/16
- Secondo il calendario iniziale avremmo dovuto essere appena partiti dall’Argentina per raggiungere Austin, Texas. Invece il GP sudamericano non si è disputato e così il Gran Premio delle Americhe sarà soltanto la terza corsa del mondiale. Non c’è molta storia alle spalle, insomma, ma qualche spunto interessante le due prime gare l’hanno comunque dato
2/16
- Innanzitutto Austin è una pista molto stancante, sinistrorsa e completa. Qui ha dominato per anni Marc Marquez, poi l’anno scorso ha vinto la sua unica e ultima gara la Honda con Alex Rins. Insomma, in una delle capitali mondiali della musica ci aspetta un GP elettrizzante, tutto rock&roll
3/16
- Cominciamo con una delle case giapponesi in crisi perché merita attenzione e molta il rinnovo del contratto di Fabio Quartararo fino al 2026. Mi pare sia un segnale forte, deciso, veloce: Yamaha sceglie la continuità nel cambiamento. Tanti acquisti (da Rins ai tecnici) per migliorare la moto, tanti investimenti, tali da convincere il suo campione a restare, rinnovare, prolungare, credere nel progetto
4/16
- Un bel modo per portare tranquillità e fiducia dove ce n’era molto bisogno, visto il tanto lavoro da fare per ritornare vincenti. Ma la strada è evidentemente tracciata bene e appare chiara e positiva agli occhi di uno dei "pezzi" forti del mercato. Ora aspettiamo che si parli magari anche di Rins e poi, magari, di un accordo con la VR46... Tutto ciò non renderà la Yamaha vincente già da Austin, ma toglie stress, pressione negativa e ansia. Quindi chissà che non migliorino anche i risultati?
5/16
- La casa bolognese arriva in Texas con umori contrastanti. Assolutamente positivi se si considera la competitività delle moto ’24 e di Jorge "Bastonator" Martin, già primo con margine (18 punti su Binder) e vincitore della gara portoghese. Bene anche Bastianini, secondo a Portimao e più fiducioso e convinto
6/16
- Molto meno bene, invece, gli altri 6 piloti schierati. Il bicampione Pecco Bagnaia è caduto nell’ormai celeberrimo incidente con Marc Marquez e così hanno perso punti pesanti due delle punte di diamante di Ducati. Sperando che non ci siano strascichi e che i piloti si siano chiariti non ci sono dubbi sul fatto che sia Pecco sia Marc sono due piloti dai quali ci si può aspettare la magia anche in Usa
7/16
- Resta da dire che pure i due del Team Pertamina VR46 hanno dato meno ciò che ci si aspettava e sia Diggia sia il Bez non hanno brillato: l’affiatamento con la moto 2023, però, arriverà e magari proprio ad Austin. Pure Alex Marquez ha brillato meno del previsto. Discorso a parte per Morbidelli, che viene da un inverno senza test e deve resettare tutti gli automatismi di anni di Yamaha. Già a Portimao ha fatto passi avanti tra la sprint e la gara della domenica. Deve continuare così.
8/16
- Grazie alla sostanziale costanza di un Brad Binder veloce, ma soprattutto alla strepitosa crescita del fenomeno Pedrito Acosta il gruppo austriaco sembra essere riuscito a conquistare il ruolo di seconda forza del campionato dietro a Ducati. Dallo spagnolo tempo qualche gara ci si potrà aspettare anche il colpaccio, da Binder che continui bene come ha finito l’anno scorso e iniziato questo e che non commetta più errori. Da Jack Miller estro, colpi di genio, numeri, ma costanza forse poca. Bene, insomma. Teniamoli d’occhio
9/16
- In classifica mondiale Aleix Espargaro e Maverick Vinales sono settimo e ottavo, piuttosto lontani da Martin. Siamo però soltanto all’inizio di una stagione lunghissima e la moto ha dimostrato, con entrambi i piloti, anche se mai nella stessa giornata, di essere competitiva e molto migliorata. Certo la caduta all’ultimo giro in Portogallo di Maverick per la rottura del cambio ha reso la classifica negativa, ma le prestazioni ci sono ed è quello che conta. Ora calma, concentrazione e positività. Li aspettiamo là davanti pure loro
10/16
- Meno positivo, per ora, il giudizio sul nuovo team Trackhouse. Oliveira sembra ancora prigioniero di quella seconda metà di stagione negativa dell’anno scorso, anche se qualche guizzo l’ha avuto. Raul Fernandez, invece, è l’unico insieme a Morbidelli e Marini a non aver raggranellato neppure un punto in questi primi due weekend di gara. Il carisma e la bravura di Davide Brivio, ritornato al motomondiale per questa sfida, non sono in discussione, così come la bontà del materiale tecnico. Ci aspettiamo uno bello step per il GP di casa della squadra
11/16
- Le moto della casa dell’Ala dorata restano ancora poco competitive, lo si sapeva. Joan Mir ha raccolto 7 punti su 64, Johann Zarco 7, Taka Nakagami 1, Luca Marini 0. Basterebbero questi dati per dire tutto. Per risalire la china da una situazione così difficile servono risorse, ma anche tempo. Quindi non chiediamo la luna, anche se trattandosi di Honda siamo abituati ad andarci sulla luna e una sorpresa come quella dello scorso anno da parte di Rins può sempre saltar fuori. Il bello delle gare è anche questo: a volte vince anche chi non parte favorito
12/16
- La cosa più interessante di una categoria sempre divertente e combattuta sarà vedere se il successo di Portimao, il primo per lui nella categoria, avrà sbloccato del tutto il grande potenziale di Aron "Tattoo" Canet, che ha portato il marchio italiano Fantic al successo alla sua seconda gara. In pratica si tratta dell’ex Team Vr46 rilevato dalla casa italiana, con Roberto Locatelli come Team Manager
13/16
- Al secondo posto nel mondiale c’è Joe Roberts, americano e quindi stimolatissimo dal correre sul suo tracciato. E poi, alla rinfusa in un cocktail di talenti, i vari Gonzales, Garcia, Lopez, Ogura, Baltus, Ramirez, Arenas, Vietti, Aldeguer, Chantra, Arbolino… Pochi italiani, purtroppo. Meno male che i nostri in MotoGP sono ancora giovani
14/16
- La Moto3, nel suo DNA, possiede preponderante il gene dello spettacolo e della lotta tra talenti emergenti, freschi, in divenire. È il suo bello, la sua caratteristica più interessante e anche quest’anno la categoria d’ingresso nel motomondiale non si smentisce, anzi: grandi numeri abbiamo visto fare a Holgado, Alonso, Ortola, Veijer, Rueda, Kelso, Rueda e tanti altri tra i quali alcuni dei nostri come Stefano Nepa, Ricky Rossi, Bertelle
15/16
- Anche qui, come nella Moto2, ed è concepibile, i giovani non italiani sono di più e per il momento dominano. Bisogna investire sui giovani, altrimenti... Da sottolineare che Honda sembra piuttosto indietro rispetto a KTM/Gas-Gas/Husqvarna anche in Moto3, dove sembrava che potesse portare un nuovo motore, senza però dar seguito alle voci: un terzo posto di Furusato in Qatar il meglio finora