MotoGP ad Austin (Usa): le PAGELLE di Paolo Beltramo
Super Maverick Vinales che vince la sua prima gara lunga in Aprilia e strappa un 10 e lode con bacio accademico in pagella. Stesso voto, ma niente bacio, per un fantastico Pedro Acosta. Ducati battuta: voto 7 complessivo.
Le pagelle di Paolo Beltramo
- Austin, ovvero Nuova Spagna con 9 piloti spagnoli nelle tre prime file dopo le qualifiche, iberici ai primi 5 posti nella gara sprint della MotoGP, tutto il podio della Moto3 visto che David Alonso è nato in Spagna ed è mezzo Colombiano. In Moto2 si prende il primo successo nella categoria Sergio Garcia con anche 4 spagnoli nei primi 5. Pure la MotoGP ha visto 2 piloti spanish davanti.
- Meno male che ci sono le moto italiane con Boscoscuro, Fantic e, soprattutto, Ducati e Aprilia. Almeno qui gli spagnoli non ci raggiungono di sicuro. Ma sui piloti bisogna investire di più e meglio. Con questa dell’Aprilia, che spezza una serie di 11 successi Ducati, siamo a 20 vittorie consecutive di moto italiane, a una sola da un record che dura dal 1968-69. Bellissima la gara della MotoGP: una corsa meravigliosa, divertente, spettacolare. Evidentemente anche con le moto aerodinamiche ci si può sorpassare e divertire divertendo.
- Vinales ha finalmente vinto con Aprilia anche la domenica dopo i due successi nella sprint e torna alla vittoria (il decimo in MotoGP) dopo 1113 giorni dal Qatar nel 2021 ed è uno dei pochissimi, unico in MotoGP, a vincere con 3 marchi diversi (Suzuki, Yamaha e Aprilia). Inoltre ha ottenuto pole, giro veloce, record della pista e 2 vittorie.
- 10 e lode con bacio accademico anche per la bellezza della sua guida, il coraggio della scelta di montare una gomma media al posteriore, la capacità di rimontare molte posizioni dopo un contatto al via, di replicare ai sorpassi ricevuti. Insomma un Vinales al suo meglio, con in più una grande moto e una costanza che speriamo sia davvero solida, duratura. Con questa simbiosi con la moto (10) potrebbe davvero essere.
- Che sarebbe arrivato a stupire lo si sapeva, lo dicevano tutti, ma che alla sua terza gara in MotoGP sia già salito due volte consecutive sul podio (più giovane nella storia ad esserci riuscito) guidando con quella grinta, personalità, determinazione, sicurezza è straordinario, inimmaginabile. Lo sottolinea anche la scelta, unico con Vinales, unico in KTM, a montare la posteriore media pur essendo - per l’appunt o- alla sua terza esperienza assoluta in questa categoria. Ce ne farà vedere delle belle. O bellissime. 10 e lode.
- Per una volta c’è una sola Ducati, quella rossa di Enea Bastianini, sul podio. Considerando la caduta a metà gara di uno straordinario Marc Marquez mentre era riuscito ad andare addirittura in testa (7 media di 10 e 4) e la rimonta meno esplosiva del solito di Jorge Martin che ha comunque lottato e poi portato a casa un prezioso quarto posto che lo mantiene al primo posto con 21 punti di vantaggio proprio su Bastianini. 9 al Bestia, 8 a Jorge, che se la sono dovuta vedere con una gomma posteriore meno performante.
- Quinto Bagnaia (6) che in questo GP non ha mai dato l’impressione di essere del tutto a posto con la moto, mai capace di imporsi, di dominare. Al contrario ha giocato in difesa, ma da Jerez probabilmente vedremo un mondiale meno sorprendente, anche se questa Aprilia e questo Acosta vanno tenuti sempre in conto. Bravo pure il Diggia (7) che nella Sprint si era ritirato per rottura del motore mentre la domenica ha dimostrato di essere quasi quello della fine dell’anno scorso. Meglio dell’ultimo periodo Bezzecchi, ottavo. 6 Peccato per la caduta di Morbidelli.
- Nono Binder (5), tredicesimo Miller (4): la KTM non è più la seconda forza, spodestata da Aprilia con forza: veloce, per il momento, soprattutto, anzi quasi soltanto, con Acosta. Quando la differenza la fa il pilota. In più e in negativo.
- La moto italiana è vincente con Vinales, ma va meglio sia con Espargaro (7), pilota che non ama Austin e in leggero progresso con Fernandez e Oliveira decimo e undicesimo con le moto del team Trackhouse.
- Le moto giapponesi anche questa domenica vedono un solo mezzo, la Yamaha di Quartararo (6) al traguardo a punti in dodicesima posizione. Sedicesimo Luca Marini con la Honda e non al traguardo Rins (Yamaha), Mir (Honda), Zarco (LCR Honda) e Nakagami (LCR Honda). Un disastro continuo, atteso, ma comunque doloroso da vedere. Speriamo che le concessioni tecniche facciano migliorare almeno un po’ le prestazioni delle 6 moto in griglia.
- Sergio Garcia, un nome da western, per il primo successo nella categoria in Texas, ad Austin con una gara strepitosa, di controllo nonostante due sfollate (cosa incredibile per molto da corsa, si deve ovviare: vero Triumph?) e un inizio confuso dal quale si è tenuto fuori. 10 e lode. E bene anche la Boscoscuro, ovviamente.
- Molto bello anche il secondo posto dell’americano Joe Roberts (10), un nome una garanzia che nel box aveva Wayne Rainey, boss di Moto America, 3 volte campione del mondo della 500 e commosso per il ragazzo.. Buon terzo posto per Aldeguer (8) il predestinato, che ha lottato duramente per risalire e battere il proprio compagno di squadra Lopez (7). Buona corsa anche per Foggia (7) finito sesto, dopo una partenza strepitosa. Meno bene del previsto, anche per una partenza sbagliata, Canet (5) nono. Decimo Vietti, undicesimo Arbolino, ma lontani dai primi. 5.
- David Alonso sempre primo dalla dogana al ritorno, dimostra di essere un grande talento, intelligente, consapevole. Sarà difficile batterlo quest’anno, 10 e lode, alla sua odierna equilibrata superiorità. Molto bene, in una giornata difficile e dalle moltissime cadute, anche Holgado (9) secondo, il che gli consente di mantenere la leadership mondiale per 2 punti sul vincitore, un campionato che sembra essere un lungo derby tra loro due.
- Bravissimo, aggressivo battuto soltanto in volata il rookie e campione Junior GP, Piqueras, autore di una gara strepitosa, altro promettente astro nascente. Gli italiani non sono a quel livello, anche per via di penalizzazioni multiple, comunque di lottare per il successo per ora ce lo scordiamo, purtroppo.