MotoGP, verso il GP Spagna a Jerez: come arrivano piloti e team
Nel weekend del 26-28 aprile la MotoGP torna in pista a Jerez per il quarto appuntamento della stagione (tutto in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW). Sul circuito andaluso l'Aprilia sarà ancora la moto da battere o rivedremo davanti a tutti le Ducati? Bagnaia arriva con 30 punti di distacco in classifica da Martin: siamo solo all'inizio, ma Pecco è chiamato a reagire dopo il difficile GP delle Americhe. Ecco il punto casa per casa
A cura di Paolo Beltramo
- 75 anni fa, in Europa, nasceva il Motomondiale e la stragrande maggioranza dei piloti è europea e ultimamente anche 3 case su 5 che corrono in MotoGP. È per questo che quando si torna da una o più trasferte oltreoceano si pensa di arrivare a casa. E stavolta per restarci un bel po’ di gare in Europa. La prima della serie di primavera-inizio estate è la gara di Jerez de la Frontera, nella splendida Andalusia, coi suoi suoni, colori, atmosfere e sapori così caldi, eleganti, bellissimi
- E pure il tracciato è bello, ormai un classico, sede di tante sfide belle, toste, anche all’ultima curva che sembra disegnata apposta per stimolare sorpassi al limite, qualcuno anche un po’ oltre… Ma veniamo all’attualità, considerando che è opinione comune che da Jerez comincino a apparire più chiaramente i veri valori in campo
- Le due ultime gare hanno detto una cosa: la coppia da battere è quella formata da Maverick Vinales e dalla moto italiana. A Portimao il duo italo-spagnolo ha vinto la Sprint, è caduto all’inizio dell’ultimo giro la domenica per un problema alla sesta marcia mentre lottava per il successo, poi ad Austin ha fatto doppietta, dimostrando una superiorità piuttosto evidente causa anche problemi di alcuni degli avversari, ma soprattutto grazie ad una moto guidabile, efficace, veloce, perfettamente messa a punto per i desideri del pilota
- Ora la domanda è la solita: riuscirà finalmente il “Top Gun” iberico a trovare quella costanza che gli è mancata per tutta la carriera? La risposta la darà soltanto il tempo, ma Jerez è uno dei circuiti che Maverick ama, il clima in squadra è perfetto, come la sintonia con tecnici e personale, la vita privata gli sorride: chissà, forse c’è davvero l’alchimia giusta
- Ci sono poi piloti come Aleix Espargaro che sta valutando il suo futuro che contempla pure la possibilità di ritirarsi a fine stagione. Non è il pensiero giusto per farti dare il massimo, ma il catalano ha grinta e motivazioni sufficienti per stupire. I due piloti del team Trackhouse, Oliveira e Fernandez, in USA hanno dimostrato progressi, non eclatanti, ma comunque sono un buon segnale. Grandi aspettative per le Aprilia Rs-Gp, insomma
- E’ quello che ci si aspetta dalla casa bolognese, soprattutto dai suoi piloti ufficiali, cioè in sella alla versione 2024 della Desmosedici, ma anche da chi guida la versione ’23. Insomma una Ducati sotto le aspettative ad Austin, che vuole e deve riprendere la testa del gruppo da Jerez. Jorge Martin, con la sua Pramac, è in testa al campionato piloti e ha vinto la sprint del Qatar e il Gp in Portogallo, ma al COTA non è salito sul podio e non ha mai giocato per il successo. A Jerez vorrà tornare dove sta meglio: davanti
- E le possibilità che le Ducati risolvano i problemi di vibrazioni e usura gomme ci sono tutte. Peggiore di quella di Martin, anche se non allarmante, la situazione per i due piloti con la tuta rossa: Enea Bastianini ha conquistato due podi nelle ultime due gare domenicali, è secondo nel Mondiale, sta dimostrando un buon stato di forma, ma non ha ancora vinto. Comunque bene, in fondo e adesso vedremo a che punto è davvero
- Il due volte consecutive campione del mondo Pecco Bagnaia ha vinto la domenica notte in Qatar, ma poi non ha più neppure avvicinato il podio, finendo anche in terra nell’incidente con Marquez a Portimao. Il mondiale è ancora molto lungo, in palio ci sono 666 punti, un numero diabolico che consente qualsiasi magia
- A patto, però, di non sprecare più, perché 30 punti di distacco da Martin non sono pochi. Per Morbidelli, caduto domenica ad Austin, le cose si stanno comunque mettendo meglio dopo un inverno tutto senza test. La sua risalita riprenderà dalla Spagna, ne siamo sicuri
- Tra i piloti dei 2 team che dispongono delle Ducati in versione 2023 l’unico ad essere riuscito a mettersi davvero in mostra, a convincere sempre di più, è stato Marc Marquez con la moto del Team Gresini. Certo, è caduto a Portimao con Bagnaia, è scivolato ad Austin però mentre era primo e ha fatto per due volte secondo nelle Sprint
- Insomma, magari c’era chi voleva di più, ma MM93 ha dimostrato la sua classe, oltretutto venendo da anni e anni di Honda. Si sa com’è lui: deve prendere le misure e per riuscirci ogni tanto deve trovare il limite. Molto meglio di suo fratello e compagno di squadra Alex, comunque, questa stagione veramente sotto le attese
- I due piloti del Team VR46 Pertamina, Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi, quest’anno sembrano aver trovato impreviste difficoltà con la moto dell’anno scorso, la moto campione del mondo che solitamente ad inizio stagione è molto competitiva. Non è così stavolta, ma l’arrivo a circuiti più amici dovrebbe fare il suoi effetto, così come il lavoro delle squadre e dei piloti. Vedremo insomma se Ducati tornerà a dominare, cosa possibile
- Quella guidata così bene del fenomeno e fenomenale Pedrito Acosta è diversa soltanto nei colori e nel nome dipinto sulla carena, per il resto è una KTM ufficiale come -si dice che in futuro lo sarà anche di più - quelle di Brad Binder e Jack Miller, per intenderci. Insomma il suo talento esplosivo e cristallino ha già conquistato molti, anche nella casa austriaca. Anche perché è nettamente il ragazzino esordiente il migliore per la casa austriaca con un terzo in Portogallo e un secondo posto in America
- Meglio di Binder, che sembrava aver trovato quella continuità ad altissimi livelli che aveva mostrato l’anno scorso finendo secondo in Qatar. Poi però il sudafricano è sceso nelle posizioni e non si è più visto davanti. Chissà se anche per lui Jerez sarà la medicina giusta. Di Miller che dire: il simpatico ed esplosivo australiano non è un pilota per puntare al titolo, troppo poco costante, troppo altalenante per un obiettivo così in MotoGP, ma quest’anno ha all’attivo un solo quinto posto come miglior piazzamento, davvero un po’ poco
- Vale sia per Yamaha, sia per Honda. Il magro bottino di punti raccolto da Fabio Quartararo (19 sui 111 disponibili nelle 3 prime gare) sono il meglio che i 6 piloti delle due case giapponesi in lizza nella MotoGP possano vantare. Mir (Honda factory) ne ha raggranellati solo 7, Zarco (Honda LCR) 5, Rins (Yamaha) 3 e Marini (Honda factory) addirittura 0
- In questo caso non sarà Jerez che risolverà i problemi giganteschi che i due costruttori hanno da risolvere, anche se da Jerez in avanti il lavoro di sviluppo e i test saranno più continui e magari efficaci. Speriamo che i 6 possano trovare almeno un po’ di competitività, qualche sprazzo di luce, qualche invenzione da pilota, qualche guizzo d’orgoglio. Senza rischiare troppo però, che di cadute ne hanno fatte anche troppe e in fondo non ne vale ancora la pena