McGuinness, the King of the mountain: suo il Tourist Trophy

Motori

Stefano Valsecchi

John McGuinnes, vincitore del Tourist Trophy dell'Isola di Man (Foto Getty)
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Classe '72, la più grande leggenda vivente delle incredibili corse su strada inglesi (road racing), dove ancora si gareggia con tanta follia e tanto cuore. Sull'Isola di Man un'altra impresa di "McPint"

Classe 1972 (potrebbe essere il papà di Marc Marquez), il "Morecambe Missile" è la più grande leggenda vivente delle incredibili corse su strada inglesi (il cosiddetto road racing) e il participio "vivente" non e' poi cosi scontato se di mestiere fai il pilota in quel modo lì, nel Regno Unito e annesse ex colonie dove ancora si gareggia con follia e cuore, entrambi in grandissima quantità.

McGuinnes o McPint che dir si voglia (simpatico nickname riportato sulla tuta di pelle con tanto di pinta di birra scura stilizzata) ha vinto in carriera 23 TT; davanti a lui ha solo il maestro di tutti i road racer, Joey Dunlop - altra leggenda assoluta - con 26 successi prima di morire in Estonia nel 2000 mentre stava vincendo per la terza volta nello stesso giorno.

Il vecchio John oggi non si è solo avvicinato al record assoluto di Joey, ma ha anche raggiunto Mike "The Bike" Hailwood con 7 allori al senior TT, la gara TOP delle "big bikes", le moto più potenti, le "millone" pesanti e con tantissimi cavalli. Quasi troppi!

Un'ultima annotazione: per non farsi mancare alcunché McGuinness con la sua CBR 1000 RR ufficiale Honda Britain ha segnato anche il nuovo record assoluto del "Mountain Course" dell'Isola di Man, 60km pazzeschi  tra case, marciapiedi, alberi, muretti, pianura, montagna, salti, rettilinei da gas spalancato in sesta piena e tornanti da prima...Nel secondo dei quattro giro della gara ha girato a 213 km/h di media! Tenete conto che la media di un giro da 5 km in Motogp,con vie di fuga e sicurezza massimizzate, si attesta sui 160 chilometri orari. Ecco, per intenderci, nessun pilota di Motomondiale correrebbe mai al TT e viceversa. John McGuinness si conferma ancora una volta "The king of the mountain".