SBK 2019. Bautista, "ping pong" tra MotoGP e Superbike

Motori
Alvaro Bautista (foto: https://twitter.com/WorldSBK)

Settimana molto impegnativa per Alvaro Bautista: ancora fresco di saluto alla MotoGP, freschissimo di debutto ufficiale in Superbike lunedi e martedi nei test di Jerez, eccolo di rientro nella top-class con la Ducati del test team in sostituzione di Michele Pirro. Mauro Sanchini ci aiuta a capire sensazioni e impegno necessario per gestire il "ping pong" tra MotoGP e SBK

18.11.2018 - GP Comunità Valenciana. Un saluto agrodolce quello di Alvaro Bautista al Motomondiale dopo nove stagioni in top class, tre nella 250 e cinque nella 125, categoria che lo ha incoronato campione nel 2006, al quinto anno dall’esordio come wild-card Aprilia. Rimane il rammarico di dover lasciare la MotoGP dopo una stagione positiva come quella 2018, impreziosita dal quarto posto di Phillip Island, in sella alla Desmosedici ufficiale, come sostituto dell’infortunato Jorge Lorenzo. Il futuro, però, ha portato il pilota spagnolo in Superbike.

Gli esordi in 125 e gli anni in 250: tra alti e bassi

Il passaggio a tempo pieno di Alvaro Bautista nel Motomondiale risale al 2003 con il team Seedorf Racing, dopo 3 GP da Wildcard. Il suo percorso nella categoria è caratterizzato da alti e bassi, fino al 2006, anno in cui, in sella all’Aprilia del team Master-MVA Aspar (ora Angel Nieto Team), vince 8 delle 17 gare in programma, terminando la stagione da campione del mondo 125cc. Il salto di categoria avviene l’anno successivo: per tutti e tre gli anni, prima di passare alla MotoGP, Bautista ha sia la moto che le possibilità di lottare per il titolo della 250cc. Chiuderà in classifica generale due volte quarto e una volta secondo, prima di debuttare nel 2010 in MotoGP. [foto Twitter jsansan@motosan.es]

Dalla MotoGP alla Superbike

Alvaro Bautista ha trascorso nove anni in top class correndo con ben quattro case diverse: Suzuki, Honda, Aprilia e Ducati. I motivi per continuare il suo percorso in MotoGP di certo non mancavano al termine della stagione 2018. Uno tra tutti il quarto posto di Phillip Island con la Ducati ufficiale, in sostituzione dell' infortunato Lorenzo. Non trovando però selle libere nel mercato piloti per la stagione 2019, Bautista ha deciso di percorrere una strada differente: quella della Superbike. Il team di Borgo Panigale ha scelto lui per affiancare Chaz Davies nella top class delle derivate di serie, per riportare la casa italiana in cima al WorldSBK. [foto - https://twitter.com/19Bautista]

L’inizio di una nuova avventura

I test invernali del WSBK svolti nei giorni scorsi a Jerez sono serviti come riprova del suo impegno a dare il massimo accanto a Davies in Ducati, sulla nuovissima Panigale V4R. Le premesse sono ottime, considerati i risultati ottenuti dopo soli due giorni in Andalusia, su una moto completamente diversa da quelle a cui è abituato. Con gomme da qualifica, al termine della prima giornata ha fatto segnare un 1.39.919, secondo miglior crono con un distacco di soli 0,322s dal campione del mondo in carica, Jonathan Rea (Kawasaki). Il secondo giorno ha migliorato la sua prestazione (1.39.845), provando nel frattempo ad adattare il suo stile di guida alla Superbike. [foto -  https://twitter.com/ArubaRacing]

Ci vuole un fisico bestiale, ce lo spiega Mauro Sanchini

Abbiamo chiesto a Mauro Sanchini, che le Superbike nel WorldSBK le ha guidate, di aiutarci a capire le sensazioni che può provare un pilota nella situazione di Bautista: “La presa di contatto con la nuova realtà SBK è stata sicuramente impegnativa per lui, che, nel passare dai prototipi 1000 alle derivate di serie, ha dovuto iniziare a familiarizzare con livelli di rigidità sia del telaio sia delle carcasse degli pneumatici, molto inferiori a quelli a cui era abituato. La Superbike in sostanza è una moto che si muove molto pur disponendo la Ducati V4R di motore portante quindi complessivamente più rigida delle concorrenti. Le gomme Pirelli sono certamente di qualità ma meno consistenti per costruzione delle Michelin della MotoGP e questo conta molto in termini di feeling”.
“Per quanto riguarda i quattro giorni consecutivi in sella, lunedì e martedì con la Panigale V4R e mercoledì e giovedì con la Desmosedici – continua Sanchini - sono un bell’impegno fisico per Bautista, sicuro! A livello mentale, il dover gestire due moto molto diverse in così poco tempo, non penso possa avergli creato problemi. Le prime due giornate con la Superbike possono essere considerate una sorta di allenamento per poi arrivare alla MotoGP, un po’ quello che succede a Valentino Rossi quando gira a Misano con la Yamaha R1 e poi trova in pista la M1. Stessa cosa per Michele Pirro che alterna Panigale e Desmosedici”.