Superbike, il bilancio di Mandalika: Razgatlioglu vince la battaglia, Bautista la guerra

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Edoardo Vercellesi

Edoardo Vercellesi

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Razgatlioglu è imbattibile in Indonesia, ma Bautista gli arriva vicino e chiude la pratica mondiale. Rea getta il cuore oltre l’ostacolo, belle prove di Bassani e Locatelli. Ecco il bilancio del round Superbike a Mandalika, che ha consegnato il titolo nelle mani del pilota Ducati con una tappa di anticipo

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Il 2022 sarà un anno da ricordare per Ducati: oltre ai grandi successi di vendita e al mondiale MotoGP vinto da Francesco Bagnaia, a Borgo Panigale è finalmente tornato il titolo Superbike per mano di Alvaro Bautista e del team Aruba.it Racing. Nel round di Mandalika il pilota spagnolo ha condotto tre gare intelligenti e veloci, senza mai lesinare sulla competitività, ma facendo attenzione a non commettere errori per chiudere la pratica con una tappa di anticipo. In Gara 2 ha così potuto festeggiare il suo secondo titolo in carriera, dopo quello vinto nel 2006 in 125cc. Che sia proprio Bautista a riportare Ducati sul tetto della Superbike è significativo e in qualche modo la vittoria di quest’anno va letta in continuità con l’esordio nel 2019. Quell'anno, infatti, fu immediatamente chiaro quanto potenziale avesse la neonata Panigale V4R e che Alvaro fosse il pilota perfetto per domarla. Sappiamo tutti come finì quella stagione e la strada che fu scelta da Ducati, ma riformare il binomio in questo 2022 è stata la mossa vincente: l’armonia nata tra una moto progredita, un pilota ancora più maturo e una squadra coesa ha permesso di mettere a frutto il buono visto in precedenza e nessuno sa trarre il meglio dalla Panigale come Bautista. Il risultato è una stagione di grande concretezza, con momenti di vero e proprio dominio.

In Indonesia il premio MVP va a Razgatlioglu

Se il titolo di Alvaro è per forza di cose il piatto forte della tappa indonesiana, il premio di MVP va senza dubbi a Toprak Razgatlioglu: al comando di sei sessioni su otto, il turco ha fatto spavento demolendo i precedenti primati della pista e dimostrandosi il più adatto alle condizioni di aderenza precaria. Toprak è rimasto agganciato fino alla fine alle ambizioni di titolo, per quanto servisse un miracolo per fermare Bautista; ne sono uscite tre gare condotte magistralmente, con un passo e una costanza superiori alla concorrenza. Per Razgatlioglu è la seconda tripletta in stagione dopo Donington e Yamaha può gioire anche del ritorno sul podio di Andrea Locatelli, terzo in Superpole Race resistendo proprio a Bautista, segno di una R1 ben gestibile sul tracciato di Mandalika. Locatelli conferma quindi i buoni segnali visti nelle due prove precedenti e punta a chiudere la stagione su una nota alta a Phillip Island. Oltre al pilota di Selvino, anche Axel Bassani si è messo in evidenza In Indonesia: dopo l'ottava posizione di gara uno arrivano due quinti posti di assoluto valore nelle gare di domenica. L'obiettivo più importante però era già stato centrato al sabato con la conquista del titolo Indipendenti per sé e Motocorsa Racing, una classifica in cui quest’anno El Bocia non ha avuto rivali. Veloce, ma meno concreto nei risultati Michael Ruben Rinaldi, che fa quinto in Gara 1 prima di vedere compromessa la sua Gara 2 per un largo alla prima curva con cui perde tante posizioni. Nel centro gruppo fa invece bene Scott Redding, con due sesti posti che segnano una piccola risalita per BMW. Infine, Mandalika ha offerto uno spaccato abbastanza chiaro della situazione di Jonathan Rea, che in questo momento è la terza forza del campionato. E non per suoi demeriti, anzi: il nordirlandese lotta come un leone ed è ancora a un livello stellare, come dimostrano sia il secondo posto in Superpole Race a pochi decimi da Razgatlioglu, sia la caparbietà con cui in Gara 2 sfrutta la battaglia tra i primi due per riavvicinarsi e rientrare in lotta per la vittoria. Purtroppo la competitività di Johnny ha il timer: dopo pochi giri, quando la gomma inizia a logorarsi, la sua Kawasaki ZX-10RR fatica a supportarlo e quel piccolo gap di prestazione che nasce con Toprak e Bautista (o Yamaha e Ducati) non gli permette di giocarsela alla pari. Difficile pensare che per il 2023 si possano trovare soluzioni sostanziali, parlando di una moto con tanti anni sulle spalle e giunta al limite dello sviluppo.

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