A Portland ha messo subito le cose in chiaro alla prima curva, dimostrando che il pragmatismo funziona anche in pista. Doveva vincere per mantenere aperte le speranze di questo campionato e lo ha fatto
Will Power recita un copione che lo ha sempre contraddistinto, cioè quello del vero duro, che non molla mai. E a Portland lo ha fatto vedere, mettendo subito le cose in chiaro alla prima curva e facendo in modo di iniziare a recitare il ruolo di quello che non importa se è protagonista, ma che ha dimostracto come il pragmatismo funzioni anche in pista. Doveva vincere per mantenere aperte le speranze di questo campionato e lo ha fatto. Il dito medio che ha alzato al suo compagno di squadra nell’ultima gara di Bommarito (successivamente le necessarie scuse!!!) lo ha in un certo senso caricato.
Quello sguardo che a volte spaventa
L’endorfina sprigionatasi nella sua testa e nel suo corpo prevedeva un successo e così si è concretizzato sotto gli occhi di tutti. A volte il suo sguardo spaventa, intimidisce, ti terrorizza e quando si è tolto il casco sceso dalla sua Chevrolet, del team Penske, ha dato quest’impressione. Solo il bacio alla moglie ne ha stemperato un po’ la drammaticità del momento.
Power, obiettivo raggiunto
Ma al di là di tutto rimane che il suo obiettivo è stato raggiunto e alle spalle di Alex Palou, grande controllore della gara, c’è subito lui, Will Power, con soli (si fa per dire) 54 punti di scarto. Il senior driver del team, due volte campione non molla mai e gioca di forza in questo ultimo sprazzo di campionato, con l’intento di fare lo sgambetto a Palou: con quello sguardo terrificante del fine gara di Portland, c’è da giurare che sarà veramente dura per lo spagnolo.