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Sara Fruncillo alla Formula Women Nations Cup: "Tanti sacrifici per arrivare fin qui"

intervista
Foto IG @fruncillosara

I sacrifici, la tenacia e i sogni di Sara Fruncillo, la giovane italiana che sarà protagonista a dicembre nella Formula Woman Nations Cup, dopo essere stata selezionata tra più di 1200 ragazze: "Fatti tanti sacrifici. Rappresentare l'Italia sarà un'emozione unica, sogno prima la vittoria a Dubai e poi la Le Mans in futuro"

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Sara Fruncillo ha 25 anni e una grande voglia di emergere nel motorsport. E ci proverà anche il prossimo dicembre, dove rappresenterà l'Italia nella Formula Woman Nations Cup, dopo essere stata selezionata tra più di 1.200 ragazze. E' nata in Campania, è a un passo dalla laurea in Ingegneria Meccanica alla Federico II di Napoli. Qui ci racconta la sua storia, le sue passioni e le sue speranze.

Com’è nata la tua passione per i motori?

"Per caso, io non seguivo nemmeno la Formula 1, non mi piaceva. Pensavo solo fossero dei 'matti' che correvano in macchina. Un giorno però, ero insieme a mio cognato che stava guardando la Formula 1 ed è stato amore a prima vista. La sera poi, quando andai a dormire, sognai di essere io a bordo di una vettura e il giorno dopo chiamai una scuola per provare. Il mio primo test fu su una Formula Mirage, una vettura ancor più piccola rispetto a una Formula 4. Poi però arrivò la parte dura, ovvero quella dei costi: quando me li dissero, fui costretta a lavorare per quattro anni senza sosta, così da accumulare un piccolo budget per iniziare. Non essendo benestante, ho dovuto cavarmela da sola!”

 

Quanto è stato importante il supporto della tua famiglia? Spesso, il motorsport fa paura…

"E' vero. Ai miei genitori non piace che io corra con le auto, ma, nonostante ciò, mia madre è sempre presente alle mie gare e quando la vedo mi rende la persona più felice al mondo: avere una mamma e ritrovarla sempre sotto il podio, commossa, è la cosa più bella in assoluto, più della vittoria".

 

I motori sono passati dall’essere un sogno ad una parte fondamentale della tua vita. C’è stato un momento specifico in cui tu hai avvertito questo passaggio?

“Si, lo scorso anno. Avevo trovato un manager che mi aveva fatto delle promesse ma purtroppo, dopo solo un mese, mi sono accorta che non fossero vere. Tutte le mie possibilità di essere in pista svanirono, anche perché per dedicarmi al massimo avevo lasciato alcuni dei lavori che portavo avanti. Quando scoprii della presa in giro, sentii l’assenza di non poter correre. Questa vicenda mi ha fatto star male, per due mesi mi sono praticamente chiusa in casa, sentivo mancasse una parte di me. È in quei giorni che ho capito quanto il motorsport fosse diventato parte di me.”

 

E da dove hai trovato la forza per ripartire?

"I miei migliori amici, Francesco e Klevis. Loro due mi hanno dato la forza di andare avanti, mi hanno spronato a non mollare. Così, ho ricominciato a sognare e lavorare sodo".

 

Dopo il test in Formula Mirage, qual è stato il passo successivo?

"Dopo qualche mese, l’ingegnere che mi seguiva mi disse che ero pronta per la Formula 4. Una macchina più forte, tanto che non dimenticherò mai -ride, ndr- la prima volta che uscii di pista: se con la Formula Mirage sembrava di essere su dei binari, con la Formula 4 è tutto diverso, è un po' come una fidanzata arrabbiata. Bastava un piccolo “torto” e si incappava in un errore. Dopo qualche test ho poi fatto le mie prime gare e con loro sono arrivate anche le prime soddisfazioni".

 

Quest’anno invece com’è andata la tua stagione?

"Ho fatto una sola gara, al Mugello, arrivando seconda tra le F4 e poi molti altri test: oltre che per motivi di budget, ne avevo bisogno in quanto, non avendo corso in kart, dovevo macinare tanti chilometri in pista. I miei avversari hanno anni di esperienza, io invece ne ho molta meno e questo è un grande ostacolo: il kart è una scuola importante, e non aver averci corso si fa sentire eccome".

 

Poi è arrivata la Formula Women Nation’s Cup…

"Sì, il mio prossimo impegno stagionale. Parliamo di un camp in cui ci saranno 50 ragazze provenienti da tutto il mondo e io sarò lì in qualità di rappresentante per L’Italia, un qualcosa che non avrei mai osato nemmeno immaginare.”

 

Com’è arrivato questo traguardo?

"Tutto è iniziato alle selezioni di Brentford, dov’eravamo circa 1200. Graeme Glew, l’organizzatore, insieme a Formula Women ne selezionava due per ogni nazione in base a prove fisiche, psicologiche e di guida, prima in Kart e poi in macchina. In base a questi test, ad ognuna di noi veniva assegnato un punteggio: le mie prove sono andate molto bene, così da essere selezionata"

 

Cos'ha significato per te questo successo?

"L’emozione è tanta, anche perché io non me lo aspettavo. Le altre ragazze che erano lì mi sembravano tutte molto preparate. Non mi sarei mai aspettata la selezione, tant’è che inizialmente prenotai un volo di ritorno che copriva solo il primo giorno di prove; quando poi arrivò la notizia, corsi un’altra volta in Inghilterra".

 

Sarai una delle due italiane in gara, quali sono le tue emozioni?

"È indescrivibile l’emozione. Saremo cinquanta in totale e il primo obiettivo è imparare, anche dalle avversarie, che sono molto forti. Sto facendo tutto il possibile per fare del mio meglio: palestra, tanto simulatore e ovviamene chilometri in macchina. Vado lì per vincere e portare l’Italia in alto".

 

C’è qualcosa di questo progetto, nello specifico, che ti ha spinto a intraprendere quest’avventura?

"Sì, la grande serietà di tutta Formula Women. Questa volta le promesse sono state mantenute tutte. Correremo gratuitamente e questo significa tanto: ci vuole un grande sforzo e una grande volontà per mettere in pista 50 vetture. In più, tutto il team ci ha aiutato dal giorno 0, dandoci consigli su come trovare sponsor o su come prepararci sia fisicamente che mentalmente. Formula Women è diventata per me una grande famiglia. È una grande opportunità per noi tutte di lasciare il segno: possiamo correre e battere chiunque".

 

Tra i vari obiettivi di Formula Women c’è anche Le Mans, con un team tutto al femminile. Che effetto ti fa?

"Ci penso tutte le sere, Le Mans è dove voglio arrivare. Correrci e farlo con un team tutto al femminile sarebbe un sogno, che a primo impatto sembra una vera follia. Voglio riuscirci, anche se dovesse essere l’ultima cosa che farò nella mia vita! Sono una persona molto tenace, non mi arrendo mai: nessuno avrebbe scommesso sul mio percorso sino ad ora, eppure con tanto lavoro e altrettanti sacrifici siamo qui".

 

A Dubai sarai in gara non solo per la vittoria, ma anche per qualcosa di più importante. Cosa diresti alla piccola Sara, le daresti qualche consiglio?

"Le direi di stare sempre molto attenta, perché nel motorsport, a volte, non sempre le promesse vengono rispettate. Poi da una parte le direi brava, dall’altra però la spronerei a non fermarsi mai, di fare sempre più del proprio massimo perché il viaggio è appena iniziato: il percorso è ancora lungo".

 

Rimaniamo sul tema delle ragazze nel motorsport. Senti che sia cambiato qualcosa negli ultimi anni? È nato il programma delle Iron Dames, così come si sta sviluppando la F1 Academy…

£Qualcosa sta cambiando, ma è importante non fermarsi mai: Iron Dames è un programma che mi ha colpito molto, loro sono fortissime e fanno paura anche ai ragazzi. Quanto alla F1 Academy, il discorso è più complesso, però è sicuramente un modo per lanciare un bel messaggio, salvo poi doversi sempre confrontare nelle altre categorie, come Formula Regional o F3. Un nome che mi ha colpito molto è Doriane Pin, lei è davvero forte".

Hai degli idoli?

"Niki Lauda. Io mi ci rivedo molto nella sua storia. Anche lui come me non godeva di nessun supporto, ha dovuto costruire tutta la propria carriera da solo. Di lui mi ha colpito poi la tenacia: dopo il suo incidente, non si è mai arreso: è tornato più forte di prima. Mi ispiro a lui, non solo come pilota, più in generale come persona".

 

Dopo l’esperienza alla Nation Cup, quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

"Il primo è vincere e arrivare in finale, che si correrà ad Abu Dhabi, sullo stesso circuito della Formula 1; poi, nel 2025, l’obiettivo è correre nella F2000 Formula Trophy, passando dalla F4 alla Formula Ragional. Bisognerà fare dei test, data la macchina molto diversa".

 

Abbiamo parlato di passato, presente e futuro a breve termine. Dove si vede però Sara tra 5 cinque anni?

"Ad oggi, ho due prospettive: mi piacerebbe essere o nel Campionato Italiano Gran Turismo con la Ferrari o in Formula Regional. Specialmente nel primo, credo ci siano tante opportunità di crescita per fare un bel percorso. Sarebbe bellissimo anche sfidare Sophia Flörsch, che per me è quasi un idolo: una ragazza che seguo sin da quando mi sono innamorata di questo sport.  Infine, c’è il sogno Le Mans: servirà tanto lavoro, più di cinque anni, ma io sono pronta a dare tutto quello che ho".