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IndyCar, Rasmussen trionfa a Milwaukee: quando il rush finale fa la differenza

gp milwaukee
Biagio Maglienti

Biagio Maglienti

Foto: Instagram @IndyCar

Christian Rasmussen centra il primo successo in carriera nella Indy e lascia tutti a bocca aperta e con le lacrime agli occhi. Dopo un monologo di Alex Palou, con la sua solita verve e capacità di leggere la gara, negli ultimi giri complice anche qualche gocciolina di pioggia (che su un ovale significa neutralizzare la gara) rientra ai box e ne esce vincitore

INDYCAR, GP MILWAUKEE: CRONACA E RISULTATI

Il team di Ed Carpenter lo ha supportato, e lui è stato il vero protagonista degli ultimi 20 giri in assoluto. Non si era mai visto un pilota guidare in questo modo, a 300 km orari di traverso, su un ovale. E stata una rincorsa allo spagnolo, esaltante, spettacolare, unica, che ne ha sancito la vera dote agonistica di un pilota che Carpenter ha voluto a tutti i costi e ne ha avuto ragione. Il danese nato a Copenaghen nel 2000, da un inizio un po' lento in Europa e complicato, complice anche l’età non proprio giovane (ha esordito attorno ai 16 anni con le monoposto), decide di varcare l'Oceano e proporsi come il pilota da battere. Idea geniale e soprattutto efficace. Trova subito il modo di mettersi in evidenza e s’impone nella Indy Light o NXT alla sua seconda stagione con il team di Dale Coyne nel 2023. La vetrina più importante è la vittoria della 24 ore di Daytona, la gara mito assieme a Indy 500 per gli americani. Lui danese, finto freddo, si scalda e appare agli occhi dei fans come un tipico Yankee. 

E quell'abbraccio con Alexander Rossi...

A questo punto gli occhi sono puntati tutti su Christian e uno che di gare americane ne capisce, sia da pilota che da talent scout, Ed Carpenter, lo cerca affannosamente di strappare al Team Andretti. Scelta che va a buon fine e soprattutto che regala questo successo al team, al pilota padrone del team (Carpenter) e anche al compagno di squadra, Alexander Rossi. L'abbraccio tra i due alla fine della gara rimarrà sempre impresso nella mente dei tifosi, così come è rimasto impresso nella nostra. Se è vero che il primo avversario ce l'hai nel box e lo guardi sempre in "cagnesco", in questo caso vedere arrivare Rossi come un fulmine in Victory Lane, è stata un’emozione indescrivibile, quasi come gli ultimi 20 giri di Rasmussen.