Rally, a Ogier il nono titolo mondiale nel deserto di Jeddah: leggenda tra le leggende
RALLYNella 'lotteria saudita', il francese batte Evans ed eguaglia il record di Loeb con un epilogo di campionato da leggenda. Addii senza acuti per Rovanperä e Tänak
La prima edizione del Rally di Arabia Saudita è stata un'odissea degna di un film. Un salto nell'ignoto che già dopo le prime prove speciali ha trasformato la gara in una vera e propria 'lotteria' per i piloti. Gran parte della gara è stata un esercizio di sopravvivenza: forature, problemi tecnici e condizioni mutevoli hanno offerto uno dei finali di stagione più teatrali nella storia recente del Wrc. Nel caos generale, la classifica è stata rivoluzionata più volte ed ha visto alternarsi vari piloti in testa. Alla fine, la vittoria è andata per la prima volta in stagione al campione uscente Thierry Neuville, che ha così regalato a Hyundai un risultato incoraggiante dopo una stagione avara di soddisfazioni.
La sfida iridata giocata nelle retrovie
La lotta per il titolo tra Evans, Rovanperä e Ogier si è invece giocata nelle retrovie con i tre subito ritardati dalla svantaggiosa posizione di partenza del giovedì. Ma mentre i primi due si sono fatti sorprendere dai tranelli del deserto, Sebastien Ogier ha mostrato ancora una volta la differenza tra un ottimo pilota ed un campione: la capacità di leggere la gara e di tirare fuori tutto il talento quando conta davvero. E così, mentre nelle prime due giornate il suo ritmo è stato più ragionato e volto soprattutto a marcare a uomo uno spento Evans, tutto è cambiato nell’ultima mattinata di gara. Sulla prova speciale più lunga del rally – i 33 km di “Asfan” – il campionissimo francese ha sfoderato una prestazione da fenomeno dando un colpo da ko ai suoi avversari per il titolo.
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Il nono titolo come sigillo di grandezza
Con questo titolo, Sebastien Ogier scrive una pagina indelebile dei rally: nove titoli mondiali. Una cifra che lo colloca in una dimensione condivisa solamente con il connazionale Loeb. La sua carriera nel Wrc è un monumento all'eccellenza e parla di 72 trionfi, 115 podi ed oltre 800 prove speciali vinte, ma anche di una versatilità senza eguali - visto che il talento di Gap è stato capace di firmare successi a ripetizione con ben quattro marchi: Volkswagen, Ford, Citroën e Toyota. Ogier non ha solo vinto un campionato. Ha dimostrato che il talento è senza tempo e che il suo sa avere la meglio anche sulle nuove generazioni. Lo ha fatto con la calma di chi conosce la pressione meglio di chiunque. Con la mano ferma di chi non deve dimostrare nulla, ma continua a dimostrare tutto. La sua zampata nella prova da 33 km è stata la firma del campione. La sua gestione nell'ultima giornata, l’opera completa. E la sua vittoria finale, il coronamento di una carriera che già prima di oggi era da leggenda — e che ora entra ufficialmente nell’immortalità sportiva.
L'ultimo ballo di Rovanperä e Tänak
Il Rally di Arabia Saudita 2025 non ha rappresentato soltanto l’ultima sfida per il titolo, ma anche una pagina carica di emozioni e significato: l’addio contemporaneo di Kalle Rovanperä e Ott Tänak. Due figure diversissime per età e percorso, ma accomunate dal fatto di aver segnato profondamente il Wrc moderno. Il finlandese, due volte iridato, ha spiegato che la sua decisione non nasce da stanchezza o da una perdita di ambizioni sportive, ma dall’esigenza di mettersi alla prova in un contesto completamente diverso: la pista. Se l’addio di Rovanperä rappresenta un salto verso l’ignoto, quello di Ott Tänak è il gesto consapevole di un campione che sente di aver dato tutto. A 38 anni, il pilota estone sceglie di prendersi una pausa dal Mondiale, chiudendo — almeno per ora — una carriera lunga, intensa e impreziosita dal titolo mondiale 2019. Le loro strade si dividono proprio nel deserto saudita, trasformando il finale di stagione in un momento simbolico che chiude un ciclo e ne apre uno tutto nuovo: Mārtiņš Sesks, Adrien Fourmaux e Sami Pajari hanno dimostrato in Arabia Saudita di poter essere parte di nuova generazione pronta a prenderne il testimone, regalandoci una sfida al vertice entusiasmante – prima che la roulette saudita