Dallas-Boston, le pagelle di gara-4 delle NBA Finals: super Doncic, Brown e Tatum deludono
Dallas si presentava a gara-4 con le spalle al muro e con l’intento di evitare il “cappotto” e di non vedere i Celtics festeggiare sul parquet dell’American Airlines Center. Missione compiuta grazie ad un avvio lanciatissimo, dove Luka Doncic e Kyrie Irving hanno fatto a pezzi la difesa di una Boston troppo arrendevole. Deludenti Jaylen Brown e Jayson Tatum, ma tra i ragazzi di coach Joe Mazzulla non si salva praticamente nessuno
- L’attitudine è da subito quella giusta, così come la lucidità nello sfruttare le lacune difensive di una Boston spesso distratta. Segna 25 punti nel solo primo tempo, chiudendo di fatto lì la contesa, ma i segnali più incoraggianti per Dallas arrivano dalla metà campo difensiva, dove Doncic mostra una voglia di partecipare allo sforzo dei compagni che fin qui alle Finals non si era vista
- Chirurgico nel primo tempo, quando Dallas mette le mani sulla partita, gestisce al meglio i possessi in cui opera da creatore di gioco per sé o per i compagni. Chiude con 21 punti e 6 assist e anche in difesa fa valere la rapidità di mani e piedi, dimostrando una presenza molto più continua rispetto alle prime tre partite, spezzando la maledizione Celtics
- Molto ordinato e diligente nell’avvio di gara che lancia Dallas, Kidd lo risparmia nel resto dell’incontro anche perché Boston crolla e dalla panchina arrivano buone risposte da parte dei rincalzi
- C’è parecchio del suo nell’inizio fulminante dei Mavericks, non concede mai la prima opzione a Brown e Tatum e si fa trovare pronto in attacco sugli scarichi di Doncic e Irving. Alza anche il tono della contesa andando contro i Celtics a gioco fermo: serve anche quello per invertire la rotta
- Un passo in avanti rispetto alle difficoltà fin qui incontrate alle Finals, la poca aggressività di Boston in attacco gli consente di non sfigurare sul perimetro e contenere i tentativi, in realtà piuttosto blandi, di penetrazione al ferro da parte dei Celtics. Ottima la fiammata con schiacciata & stoppata in due possessi consecutivi nel terzo quarto, pescando il quarto fallo di Tatum
- Gli uomini copertina del riscatto di Dallas sono ovviamente Doncic e Irving, ma il rookie dei Mavericks merita il terzo posto sul podio dei migliori in campo. Chiude in doppia doppia con 11 punti e 12 rimbalzi (di cui 10 strappati nel solo primo tempo) e fa valere il gap a suo favore dal punto di vista atletico nel confronto con Horford e Tillman
- Quasi del tutto assente dalla serie fin qui, c’è anche il suo contributo nella prima parte di gara in cui i Mavericks prendono il largo. Eccellente in difesa su tutti gli esterni dei Celtics, la sua presenza potrebbe rivelarsi preziosissima per concedere a Doncic e Irving qualche minuto di riposo in più anche in gara-5
- Come per Washington e Jones Jr., la sua energia è molto importante nella partenza sprint di Dallas. Meno timido rispetto alle prime tre gare, fa sentire la sua voce anche a rimbalzo (5 in 18 minuti giocati)
- La condizione fisica sembra migliore rispetto a quella messa in mostra fin qui, nel primo tempo contribuisce alla fuga dei Mavericks (pur senza realizzare neanche una voce statistica nei primi 13 minuti in campo, ma con +21 di plus-minus) e nel garbage time Kidd lo lascia in campo per fargli recuperare il ritmo partita dopo la lunga assenza per infortunio
- Non era facile né tantomeno scontato riuscire a toccare le corde giuste, sia dal punto di vista tattico che da quello motivazionale, dopo le tre sconfitte consecutive, ma già dall’avvio la squadra dimostra di aver cambiato marcia. L’idea di forzare il ritmo di gioco funziona, agevolata anche dalla resistenza blanda offerta da Boston
- In campo scende la controfigura del giocatore che nei primi tre capitoli della Finals aveva fatto la differenza sia in attacco che in difesa. Sbaglia spesso la posizione nella propria metà campo e in quella avversaria prende spesso decisioni affrettate, il cui risultato sono le 5 palle perse, le prime della serie contro Dallas
- Gli unici sussulti arrivano nel 1° quarto, quando Boston è ancora vagamente in partita, ma affonda insieme alla squadra senza riuscire a incidere al tiro (2/8 dal campo, tirando solo da tre) e soccombendo in difesa
- Era stato il migliore dei suoi nelle prime tre gare delle Finals, ma in gara-4 ripiomba in un baratro di scelte di tiro inspiegabili e pigrizia in difesa e a rimbalzo (un solo rimbalzo catturato in tutta la partita) che lo fanno assomigliare in maniera sinistra al Brown in confusione della sfida persa con Golden State nel 2022
- La partita prende da subito una brutta piega per Boston e lui, invece di provare a caricarsi la squadra sulle spalle, scompare nelle pieghe di una gara persa prima di tutto sul piano mentale. È forse in occasioni come queste che il tanto atteso salto di qualità dovrebbe palesarsi, ma il Tatum di gara-4 lascia perplessi nella sua arrendevolezza
- Fa ciò che può, senza Porzingis e con un Doncic che dall’altra parte punta ogni mismatch favorevole sui cambi difensivi la squadra non può fare a meno di lui. Horford prova a tenere in piedi la difesa di Boston in avvio, ma non ha le energie necessarie per farlo nel prosieguo della partita
- Le ottime risposte, in particolar modo nella metà campo difensiva, offerte fin qui nelle Finals spingono coach Mazzulla ad affidargli la marcatura in solitaria di Doncic per diversi possessi a inizio partita. Hauser fa ciò che gli riesce, che è troppo poco per fermare lo sloveno, rimpinguando il bottino personale a risultato acquisito
- I punti che riempiono il tabellino arrivano nell’ampio garbage time tra 3° e 4° quarto, ma quando la partita è ancora in bilico lui continua a faticare tremendamente al tiro e a non trovare l’atteggiamento giusto nella metà campo amica
- Difensivamente non è in grado di tenere sui cambi difensivi e prima Doncic e poi Irving ne approfittano senza farsi tanto pregare. La generosità e l’impegno non si discutono, ma i limiti tecnici sono evidenti e costringono Mazzulla a toglierlo presto dal campo
- Dopo aver a lungo sottolineato l’importanza di non mancare il colpo del possibile KO, Mazzulla manda i suoi in campo con un atteggiamento che non assomiglia nemmeno vagamente a quello di una squadra che vuole chiudere i conti e alzare il Larry O’Brien Trophy. La rinuncia a Porzingis gli complica i piani dal punto di vista tattico, ma la sua gestione della partita è piatta e priva di spunti che possano dare una scossa ai Celtics