Talenti in rampa di lancio, alcuni già conosciuti e altri che avrebbero vissuto il loro primo grande trasferimento proprio in quell'estate. Nella settimana che Sky Sport dedica a Euro 2016, riecco i "ragazzi prodigio" di quel tempo: oggi sono diventati dei campioni?
Venti in totale, dai 21 anni di Tufan ai 18 di Rashford: ecco in ordine di età i calciatori più giovani ad aver giocato quell'Europeo. A vincere fu il Portogallo di CR7 ma anche di Renato Sanches, che di quel torneo fu il miglior giovane in assoluto. Lui nel frattempo ha deluso al Bayern (che lo pagò tantissimo) finendo nello Swansea prima e nel Lille oggi. E gli altri?
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OZAN TUFAN (Turchia) - Apre la top 20 il centrocampista centrale turco, che nell'Europeo francese di anni ne aveva 21 (e due mesi e venti giorni). Da allora è ancora in forza al Fenerbahce, come prima dell'Europeo. Senza mai un netto salto di livello nel grande calcio internazionale.
I MIGLIORI BOMBER PER OGNI NAZIONALE AGLI EUROPEI
DIVOCK ORIGI (Belgio) - A dirla tutta aveva già giocato il Mondiale del 2014, collezionando più minuti che a Euro 2016. In Russia, nel 2018, non c'era nemmeno. Un rendimento sempre molto altalenante prima della trasformazione nell'uomo del destino dell'ultima Champions del Liverpool: la doppietta al Barcellona e, poi, un gol anche in finale. È stata esplosione vera o meriti del gruppo di Klopp?
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PADDY McNAIR (Irlanda del Nord) - Un esordio tra i big del Manchester United addirittura due anni prima dell'Europeo, sotto la gestione Van Gaal. Sarà proprio nel 2016 che a Old Trafford decideranno di fare a meno di lui mandandolo al Sunderland, con cui retrocederà. Quest'anno, col Middlesbrough in Championship, sta rischiando una nuova retrocessione in terza serie.
LE COSE PIÙ STRANE ACCADUTE NEGLI EUROPEI
MARKO PJACA (Croazia) - Fu proprio l'estate del 2016 il momento di una delle telenovele del mercato, conclusa col suo passaggio alla Juve. Due gravi infortuni ne stanno ancora ritardando l'esplosione. Da gennaio è in prestito all'Anderlecht.
JASON DENAYER (Belgio) - Tra i tanti "wonderkids" belga c'era anche il suo nome. Il City lo aveva già in rosa dal 2013, ma senza mai puntare forte su di lui e girandolo in prestito quattro volte in quattro stagioni. Da due anni è al Lione, dove è titolare nella difesa di una delle squadre più interessanti d'Europa.
ADAM NAGY (Ungheria) - Un mese dopo l'Europeo sarà il Bologna a comprarlo per poco meno di due milioni. L'ungherese non riuscirà a convincere Mihajlovic dopo il cambio di panchina della stagione scorsa (appena due le partite giocate). In estate è dunque passato al Bristol City in Championship, con cui sta lottando per un posto al playoff.
MARKO ROG (Croazia) - Nome ben conosciuto in Italia: due anni e mezzo al Napoli e la stagione attuale nel Cagliari, prima quasi da Champions e poi in calo.
TIN JEDVAJ (Croazia) - Una sola presenza all'Europeo, così come al Mondiale del 2018 dove non sarà uno dei protagonisti della corsa fino alla finale. Un passato nella Roma (due presenze del 2014-15) e il Bayer Leverkusen. Nella stagione attuale ha guadagnato minuti passando all'Augsburg, dove però sta lottando per la salvezza.
ANTHONY MARTIAL (Francia) - Altro giocatore già noto prima dell'Europeo. Nel 2015 lo United sborsò la bellezza di 50 milioni più 30 di bonus per averlo dal Monaco. Da allora più di 60 gol e più di 30 assist (in circa 200 match) a Old Trafford. Lui ha mantenuto le promesse.
LEROY SANÉ (Germania) - Uno dei giovanissimi più talentuosi del 2016, e uno dei giovani più talentuosi ancora oggi. Il City lo compra proprio dopo l'Europeo (in cui gioca solo 11 minuti della semifinale). Lui esplode definitivamente sotto la gestione Guardiola. Prima dell'infortunio al crociato (che gli sta facendo saltare tutta la stagione) valeva 100 milioni. Promessa più che mantenuta.
VIKTOR KOVALENKO (Ucraina) - Europeo senza guizzi, così come tutta la sua Ucraina. Di mestiere è un centrocampista centrale, ma non si è ancora mosso dal club con cui è cresciuto, lo Shakhtar, e con cui non si è ancora affermato. Raramente gioca come titolare.
DELE ALLI (Inghilterra) - Quasi sempre titolare con i "tre leoni" a Euro 2016, e già da un anno uomo di fiducia di Pochettino negli Spurs. La sua affermazione sarà costante, fino alla Champions sfiorata nel 2019. Tanti alti e qualche basso (soprattutto nella stagione attuale), c'è attesa per capire se la cura Mourinho sortirà i suoi effetti.
ALEKSANDR GOLOVIN (Russia) - L'Europeo sarà infelice per i russi, mentre lui si metterà in mostra soprattutto nel Mondiale casalingo del 2018. Quell'anno il cambio di maglia, dal CSKA al Monaco (nonostante le tante big d'Europa interessante), con cui sfiorerà però la retrocessione. Nell'ultima stagione (già chiusa in Francia) è stato ancora uno dei titolarissimi del centrocampo monegasco.
KINGSLEY COMAN (Francia) - Ai tempi dell'Europeo era un giovane già affermato: campione d'Italia con la Juve e di Germania col Bayern. Il suo ingresso spacca-partita farà fuori proprio i bianconeri negli ottavi della Champions di quell'anno. Da quattro anni è il jolly dalla panchina dei bavaresi.
OLEKSANDR ZINCHENKO (Ucraina) - Tre partite e tre ko alla rassegna europea, ma il salto di qualità, nel frattempo, è arrivato. Proprio nell'estate del 2016 il City vede lungo e lo paga 2 milioni, girandolo alle giovanili del Psv. L'affermazione arriva nelle ultime due stagioni: per Guardiola è un terzino sinistro, ma nella nazionale di Shevchenko ha la qualità per gestire il centrocampo.
BARTOSZ KAPUSTKA (Polonia) - Il giovane centrocampista polacco non ha ancora trovato la via per affermarsi. Nel 2016 punta su di lui il Leicester campione d'Inghilterra in carica, senza però mai farlo esordire in Premier. Poi poche presenze in Bundes col Friburgo e l'ultima stagione nella B belga con l'Oud-Heverlee Leuven. Di ritorno alle Foxes, sta giocando con la squadra riserve.
BREEL EMBOLO (Svizzera) - Per lui i tifosi inventarono un coro geniale. Ne gioca due da titolare a Euro 2016 poi, poco dopo l'eliminazione, lo compra lo Schalke per 25 milioni. Un infortunio alla caviglia sinistra lo terrà out quasi un anno intero. Col 'Gladbach è arrivato un primo riscatto: nella stagione attuale 7 gol in 22 match (ma in sole 12 da titolare).
EMRE MOR (Turchia) - Soltanto due presenze (una da titolare) e una corsa chiusa ai gironi. Poco prima dell'Europeo è il Dortmund a spuntarla per uno dei giovani, al tempo, più promettenti del continente. I gialloneri lo saluteranno nel giro di una stagione. Celta Vigo, ritorno in Turchia al Gala e, a gennaio 2020, l'Olympiakos. Dove proverà a riscattarsi.
RENATO SANCHES (Portogallo) - Astro nascente via via scomparso. A Euro 2016 parte dalla panchina, diventando titolare nei quarti, in semifinale e anche in finale (con tanto di premio come miglior giovane). A maggio il Bayern lo aveva già in pugno, ma in Germania sarà delusione. In prestito allo Swansea retrocede. Torna, non convince e i bavaresi si arrendono, cedendolo definitivamente al Lille.
MARCUS RASHFORD (Inghilterra) - Con 18 anni e 7 mesi è stato il più giovane in assoluto di quell'Europeo. Solo ventun minuti in due spezzoni di partita, lui che aveva esordito con i "tre leoni" da pochissimo. La prima a Old Trafford era già avvenuta nel 2015, e oggi continua ad essere uno dei punti fermi di un sempre zoppicante United. Con 19 gol ha già stabilito il suo record stagionale di reti